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Il sindaco del bosco
Ci troviamo in un bel bosco, alquanto selvatico, ove la presenza umana è poco gradita.
Un albero quasi millenario, senza capigliatura alcuna, essendo già novembre, si candita a sindaco del bosco.
I conoscenti e i coabitanti lo conoscono come onesto, senza pecche, e non vigliacco; almeno fin qui.
Prende la parola, aprendo la bocca in mezzo al tronco e facendogli da naso un ramoscello, anch'esso senza foglie, e da occhi vispi due nodi. Mentre tutt'intorno è tutto spoglio e quasi già tutto candido.
Il candidato:
- Credete a me, che sono una quercia millenaria, miei coabitanti e conoscenti! Il nostro vero nemico, il numero uno, è l'uomo, che intorno a noi tutto strugge, per i propri interessi; magari per quattro soldi manda tutti noi all'altro mondo.
Dei consensi, con qualche applauso, arrivano da qualche daino, cervo e porcospino, da qualche volatile e una libellula.
Ma quest'albero maestoso e fiero non si arrende e riprende:
- Ebbene, voi sordi, senza orecchie e senza vista; non v' è bastato l'accaduto dell'estate scorsa, quando proprio un omo incosciente lasciò una cicca accesa vicino a dei ramoscelli secchi, provocando un grande incendio e distruggendo ettari ed ettari di questo nostro amato bosco?
A questo punto gli applausi furono veramente tanti, infatti nel frattempo si erano avvicinati altri animali, e anche le conifere intorno ed altri alberi posero attenzione e plaudivano.
Il candidato più coraggioso ancora:
- Se voi mi votate come vostro sindaco, e primo coabitante o cittadino, come dir si voglia, vi garantisco che tutto ciò non accadrà mai più.
Gli astanti, fatti di essere semplici, e come dire, creduloni, come tanti pecoroni, votarono quest'albero forzuto ed imbroglione.
Al momento del dunque, quindi, fu fatto sindaco, con tanto di carta bollata. Cosa seppe fare?
Si lasciò segare, senza protestare affatto, fino al midollo e cadde da un lato, senza più linfa né vita.
A questo punto si fece vivo Cincillino, il suo spiritello, ma tutto vano.
Non vi dico l'amarezza e la delusione dei coabitanti, che a quell'albero speranzosi e fiduciosi diedero il loro voto. Ed ora eccolo lì, che giace e tace.
Fu così che un nuovo spiritello, appena venuto al mondo dall'ultima goccia di linfa rimasta, cadendo sull'ultima foglia, più ghiacciata che secca, disse:
- Sono appena venuto a questo mondo, e già devo lasciarlo, e voi vi lamentate creature di questo bosco, che avete visto molte volte il sorgere ed il tramontare dell'amico sole, avete molte volte ascoltato lo scrosciare delle limpide acque del fiumicello.
Si trovò in quel momento a passare di lì un istrione e avendolo sentito rispose:
- Credi a me! Che vivo come vivo, eppure son contento d'essere ed attaccarmi a questa vita con tutta la forza che ho. Ti consiglio perciò di trovarti un altro albero, magari un po' più giovane; quest'inverno passerà presto e vedrai come questo bosco si rinverdirà di nuovo, ci saranno nuove foglie, sbocceranno nuovi fiori dai colori ancor più belli. Insomma sarà una vera letizia.
Così convinto dal buon istrione, lo spiritello, che volle chiamarsi anche lui Cincillino, quindi Cincillino II, si trovò presto un altro albero, un bellissimo ontano bianco e da questo andò e si lasciò coccolare.
La vita del bosco da quell'altezza, seppur quasi tutto bianco, gli sembrò meravigliosa ed eterna.
Ma bisognava fare il nuovo sindaco, e fu proprio Cincillino II a cominciare la nuova campagna elettorale, chiaramente a favore del suo albero. Si fecero intorno a lui dei daini, dei cervi, dei ricci, qualche sparviero e alcuni altri animali, più o meno dello stesso ordine e specie.
Cincillino II cominciò:
- Amici miei di questo bosco a me tanto caro ormai, votate e fate votare il mio ontano bianco, se volete che regni giustizia e disciplina.
Oltre a quest'albero, c' erano altri due candidati; il cinghiale e la cicala.
E per non andare troppo per le lunghe, si può dire che Cincillino II dell'ontano bianco convinse poco, il cinghiale fu subito bocciato, mentre la cicala con il suo bellissimo canto, incantando tutti, ebbe la meglio.
Di conseguenza fu proclamato sindaco del bosco con tutti gli onori e a suono di fanfare.
Da quel momento nel bosco regna veramente ordine, giustizia e disciplina.
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0 recensioni:
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- meraviglioso questo bosco incantato, hanno ragione gli abitanti a gradire poco la presenza umana!!

- bellissima anche questa fiaba...
un bosco splendido da copiare e riuscire ad ottenere ordine, giustizia e disciplina... un sogno!!!!

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