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Il presepio
Ci troviamo in un paesino di montagna, come si suol dire di poche anime, oneste e lavoratrici; eppure povere. In una di queste casupole viveva una famiglia con due figlioli; uno di tre e l'altro di sette anni.
Il babbo essendo di domenica, prima ancora di indossare e far indossare i propri stracci migliori per recarsi alla Santa funzione, invita i suoi figlioli in campagna a far del muschio.
Il settenne sa di cosa si tratta, ma il più piccoletto non ne ha la più pallida idea
e chiede:
- Babbetto, perché abbiamo bisogno del muschio, e poi cos'è questo muschio?
Il babbo:
- Il muschio a noi personalmente ci serve per addobbare il Presepio; è una delle cose principali dopo un po' di legna da ardere, che in quest'occasione serve a ben altro.
Per quel che riguarda il muschio sono dei cuscinetti verdi che crescono sulle rocce, ma anche sulle pietre nei pressi del nostro torrente, dove appunto voglio portarvi.
Il figlioletto più piccolo:
- Non ti chiedo più nulla dopo, ma cos' è il Presepio:
Il babbo:
- Il presepio; non vorrei fare il dotto, ma un po' di latino lo mastico, la parola, che deriva appunto da questa lingua, Praesaepe, significa greppia o mangiatoia; infatti in una misera mangiatoia nacque il nostro Salvatore.
Per il piccoletto questo era davvero difficile da capire
e chiese:
- Puoi spiegarmelo in modo che possa capire, babbetto mio?
Il babbo:
- Ebbene non è altro che una rappresentazione scenica della nascita del nostro Gesù Bambino, il primo a realizzarla fu addirittura San Francesco d'Assisi nel 1223 a Greccio con una messa in scena di figure viventi, aggiungendovi anche il bue e l'asinello.
Il bimbetto a dire la verità anche questa volta non aveva capito ancora, ma non fece altre domande, curioso dello svolgimento dei fatti successivi.
Il grandicello sapeva di cosa si trattasse, ma stette zitto, per non rovinare la sorpresa.
Si recarono quindi poco fuori del paesello, nei pressi di un torrente e con delicatezza, tutti e tre strapparono del muschio dalle umide pietre e se lo portarono a casa.
Nessuno dei due bimbi fecero più domande; ma incuriositi guardavano il babbo cosa stesse per combinare.
Il babbo:
- Per il momento lo lasciamo qui a riposare, poiché dobbiamo andare a Messa, al nostro ritorno e dopo aver mangiato ci mettiamo all'opera, perché voi mi aiutate, no?
I bimbi risposero:
- Si certo, babbetto!
Al rientro dunque dalla cerimonia religiosa e dopo aver mangiato il cibo domenicale, per loro sempre benedetto dal Signore, il babbo con i suoi figlioli si misero a lavoro.
I figlioli, di buona e sana educazione, aspettavano chiaramente le disposizioni de lo loro babbo.
Al muro fu incollata una carta color celo con tante stelle e una bellissima luna; su di un tavolino di un metro per settanta centimetri si lavorava sodo.
Con quei pezzi di legno, abitualmente destinati in una stufa o in un caminetto, fu formata dapprima una grotta e poi delle montagne, su di loro fu posto il muschio di cui si è parlato. I bambini lavoravano con tutta lena e passione. Al loro babbo non mancava di certo la fantasia necessaria, nonostante la scarsità del materiale. Per cui con il restante muschio fu coperto ogni centimetro quadrato del tavolinetto e come se non bastasse con della carta blu fu fatto dapprima un laghetto e poi un rigagnolo a rappresentare un fiumicello che imboccasse nel suddetto, con un accorgimento maestrale; e cioè per metà nascosto dal muschio e metà scoperto al di sopra della carta blu, un vetro rotto all'uopo fece.
Ecco qua, lo scenario era finito.
Mancavano solo le figure, che da queste parti vengono detti tutti pastorelli. C' erano San Giuseppe, la Madonna, il Bambino Gesù, il bue e l'asinello; poi i famosi Re Magi, il Buon Pastore e tanti altri.
Uno spettacolo meraviglioso, e pensare che son tutti di terracotta e sembrano vivi per quanto belli.
Ma che orrore! Il Bambino Gesù era senza una gambetta, rompendosi in qualche urto. Il bimbo grandicello, che si chiamava Giuseppino, tra le mani prendendolo, una lacrima pura gli scappò dai suoi bei occhi castani, e qui lo miracolo arrivò, per incanto la gambetta si riformò al canto degli angeli e di una mistica cometa, che brillò per quella stanza senza sosta alcuna fino al quanto il Natale non entrò.
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- credo che tutti da piccoli abbiamo fatto il presepe. noi il laghetto lo facevamo con una catinella e il fiume con la stagnola. mio nonno, con una brocca, versava l'acqua e il fiumiciattolo si animava. che ricordi! bravo
- sei troppo bravo
grande Pompeo
smack
- è bellissima..!!!!!!!!!
ovviamente la risposta è si...
- Pompeo il tuo racconto è fantastico. Mi hai fatto rivivere alcuni ricordi dediti al natale. Bravo
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