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Goulasch alla contadina
La solita cucina, sul tavolo da lavoro c' è già tutto preparato. La cipolla e l'aglio ben tritati con un attrezzo di cucina, che si chiama mezzaluna, molto probabilmente oggi in disuso, ma qui ancora utilizzato, molto probabilmente dai tempi di Francesco Giuseppe; crauti acidi; bei tocchi di carne bovina; sale, pepe e peperoncino forte; peperone rosso in polvere; cumino; olio di girasole. Sembra che ci sia proprio tutto.
Vicino ad una caldaia di rame con il fondo nero come il carbone ed un cucchiaione di legno, c' è Katjuscia, la nipotina di quattro anni del nostro cuoco.
Parlando con la signora caldaia ed il cucchiaione viene a scoprire che sono coniugi e proprio oggi hanno l'anniversario del matrimonio.
- Eh piccina mia!
Esclamò la caldaia, e continuando:
- Io e mio marito, qui presente, abbiamo fatto dei piatti gustosi e prelibati, chiaramente il merito spetta anche e soprattutto alla maestria del tuo nonnino, cuoco d'eccezione.
Katjuscia si divertiva molto a sentirla e non capiva perché quel pezzo di baccalà del marito stava zitto.
Ma ad un tratto anche il cucchiaione prese la parola:
- che vuoi che ti dico piccina mia; il mio ruolo è molto più modesto, e non sono di rame, e vecchio ormai come sono, ho il tempo contato.
Katjuscia:
- vecchietto mio, non ti devi vergognare, se il tuo ruolo è solo quello di mescolare, e questo con l'aiuto del mio nonnino. Tu pensa a vivere ancora e non ti avvilire; so che il mio nonnino non ti cambierebbe mai.
Così stavano le cose, quando il cuoco, a noi ormai ben noto, con la fiaschetta sotto il braccio e un po' barcollando di qua e di là si avvicina al tavolo di lavoro e ai fornelli.
Nonostante tutto non dimentica di dare un affettuosissimo bacetto alla nipotina prediletta, ma non dimentica nemmeno il calice che gli giace a fianco, lo riempie quindi di buon vino rosso e se lo tracanna in un sorso solo.
Con un solo sguardo poi si rende conto che c' è tutto ciò che gli serve, anzi la caldaia, sua fedele amica è impaziente di essergli utile e di servirlo come al solito.
Ma non aveva nemmeno messo l'olio di girasole nella caldaia, che una voce chiama:
- Katjuscia, nonnino, ci sono anch'io!
Era Alice, l'amica coetanea della nipotina del cuoco, da queste parti alle persone di una certa età, per rispetto e per affetto li chiamano tutti zii o nonnini.
Il cuoco e la sua nipotina:
- Che bella sorpresa! Viene pure avanti Alice.
Così le due bambine, che non erano affatto maleducate, anzi sembravano delle vere e proprie signorine Alto Locate e di altri tempi, si sedettero vicine ed in silenzio aspettavano gli eventi.
Quindi nella caldaia si versò dapprima l'olio di girasole, poi il cuoco ci aggiunse il tritato di aglio e cipolla e il peperoncino, anch'esso fatto a piccolissimi pezzettini, e li mise a soffriggere insieme a un po' d'acqua, quando il colore acquistò la sua giusta tinta rosea, fece entrare in scena quei bei tocchi di carne bovina insieme al peperone rosso in polvere, il cumino, il sale e tutto il resto in un vortice danzante che sembrava una vera e propria sinfonia d'inverno, lasciandoli fare.
Mentre Katjuscia ed Alice guardavano curiose, la caldaia e il cucchiaione, suo marito, lavoravano già di lena, chiedendo interventi da parte del cuoco.
Il cuoco ricordandosi dell'anniversario del loro matrimonio, invece di un solo bicchiere di vino rosso, ne versò ben due in quel miscuglio. Una volta evaporatosi, il cuoco vi aggiunse i crauti acidi, compresa l'acqua in cui erano contenuti.
IL cucchiaione mescolando e mescolando s' era quasi ubriacato.
Ma con l'aggiunta di altra acqua, tanto quanto basta per farla asciugare ancora per un tre quarti d'ora. Tutti si potettero riposare un poco, all'infuori della caldaia che continuava a sbuffare e brontolare.
Finalmente il fuoco del fornello fu spento. Il cuoco prese dal cucchiaione una piccola quantità di quel goulasch e la diede ad assaggiare prima ad Alice e poi a Katjuscia ed infine ne assaggiò egli stesso.
- Buono, buono davvero questo goulasch alla contadina! Che ve ne pare bambine?
E loro:
- hai proprio ragione nonnino!
Il nonnino:
- Non ho dimenticato che va mangiato con il Knedľa - una specie di sfilatino bollito - ed io ve l'ho portato.
Soddisfatti aspettarono gli altri ospiti, che poi si leccarono anche i baffi.
E la festa così fu al colmo del successo del cuoco, anche se sempre brillo.
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