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Suono di un cuore spezzarsi

Respiro a fondo sperando di calmarmi, senza successo. Avrò pensato a quel discorso decine di volte, ma so che è stato inutile. So che mentre guarderò i suoi occhi le parole usciranno a metà, niente di quello che penso trasparirà dal mio incoerente discorso.
"Amore mio.. tu mi hai fatto conoscere l'amore, mi ami da quattro anni e me lo dimostri in tutti i modi. Anche io ti amo, o ti amavo. Però la tua gelosi mi fa impazzire. Non posso più stare rinchiusa in casa a piangere perché la vita scorre e io resto ferma. Non sto più bene con te."
Non avrebbe mai funzionato. Sembravano ancora troppo dure quelle parole, perché mi toccava spezzare un cuore buono. Un cuore che, per qualche ragione, batteva per me. Ma non c'era via d'uscita.
Busso alla porta con molta delicatezza, con la vigliacca speranza che sia andato a comprare le sigarette e che non ci sia.
E invece c'è, quasi come se fosse stato dietro la porta la spalanca e mi guarda come se fossi il raggio di sole che scioglie il gelido inverno. Sento l'angoscia schiacciarmi a terra, deformarmi il viso. Il mio respiro è così veloce che potrei svenire da un momento all'altro. Non sarebbe una brutta cosa.
-Amore!- esulta lui, palesemente felice per la sorpresa.
I miei occhi sono inchiodati a terra, il senso di colpa mi impedisce anche solo di alzare lo sguardo.
-Ciao- sussurro. -Ecco, sono venuta per dirti una cosa- mi esce un balbettio. Ma lui sembra così contento da non accorgersene.
-Vieni-, mi prende per mano. Chissà se si accorge che è ghiacciata.
Mi fa sedere sulle sue gambe, ancora non sono riuscita a guardarlo. Ho piuttosto memorizzato ogni piastrella del suo pavimento.
Perché l'unica persona che mi ama è la stessa che mi vuole togliere quello che per me più conta, la libertà?
Mi mette un dito sotto il mento per alzarmi il viso, vuole che lo guardi.
Inspiro profondamente. Aprendo gli occhi, inizio:
-Amore ascolta...- ma le parole si bloccano in mezzo alla gola. E mentre guardo il castano liquido e caldo dei suoi occhi vedo quello che stavo perdendo. Quello che avevo sempre cercato. L'amore che traboccava da quegli occhi mi investiva come un'onda anomala. Il mio cuore riprese a battere forte, e si gonfiò fino a farmi mancare l'aria.
-Beh, non continui?- mi chiese, la preoccupazione tracciava lievi righe sulla fronte. Si preoccupava nell'unico momento in cui non avrebbe dovuto farlo.
-No, sciocco. Sono venuta a dirti che ti amo- risposi tutto d'un fiato.
E capii di aver vinto anche io mentre il suo sorriso gioioso come quello di un bambino mia accecava insieme alle lacrime.

 

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 16/04/2014 23:44
    apprezzato... complimenti.

1 commenti:

  • bute 76 il 14/11/2009 10:44
    Intenso e senza sbavature. Il passaggio dal presente al passato remoto, quando la tensione si risolve e la protagonista torna alla condizione precedente all'evento, mi sembra significativo e realizzato al momento giusto.
    C'è solo da dire che forse al lettore sarebbe piaciuto un passaggio diretto al passato remoto, anziché quella specie di sfumatura attraverso l'imperfetto che fai quando: "Quello che avevo sempre cercato. L'amore che traboccava da quegli occhi mi investiva come un'onda anomala." Ecco, forse già dopo "L'amore che traboccava da quegli occhi", avresti potuto usare un "mi investì", non sarebbe stato azzardato. Anzi: la soluzione sarebbe arrivata ancora più liberatoria e la consecutio temporum sarebbe stata rispettata.
    Bene comunque, ti voto
    saluti
    L'apicoltore