I segni sono l'unica cosa che ha l'uomo per orientarsi nel mondo.
E credevo di averli capiti quei segni; ricordo bene il nostro primo incontro, così magico nelle sue pochissime parole, quell'intesa inebriante che subito mi avvolse.
Ricordo bene le settimane seguenti, i dolci messaggi e quel senso di pace, ancora più forte nella fredda pioggia di novembre, nonostante l'impossibilità di vederci per i troppi impegni e la non trascurabile distanza.
Ricordo bene quando ci rincontrammo, quella sensazione speciale del primo incontro che non era ancora svanita; baci teneri e appassionati e la sua voce sensuale che sussurrava brividi così vicina alla mia pelle.
Ricordo bene quando la verità mi si presentò davanti agli occhi, con tutta la sua crudele e innocente forza inconfutabile. E di quando smisi di parlarle e di salutarla.
Credevo di aver riconosciuto i segni e mi sono ostinato a seguire una parvenza di ordine, quando so bene che non c'è nessun ordine nell'universo.
Vado avanti, il tempo è troppo poco per pensare a ciò che è morto, non ha senso nemmeno dare un nome a ciò che posso aver provato.
Nomina nuda tenemus.
Meglio non perdere altro tempo.