Cazzo lo grido al vuoto.
Cazzo lo scrivo sul muro.
Cazzo in una pagina bianca.
Nessuno mi sente!
Angoscia inspiegabile, senso di opprimente apatia.
Legata materialmente a questa mia essenza, l’estetica mi imbruttisce l’animo.
Sublimi momenti a contatto con la metafisica:ricordo d’estasi.
Solo sogni irrealizzabili.
Come fare ora che denigro questa mia corporeità, ora che ammazzo ogni mio pezzo di materia, ora che rovescio questo agglomerato informe in una valle di vomito?
Non di lacrime, di vomito. L’unico mezzo che ho per far esplodere questa sensazione di odio che mi trasale quando fotografo, mentalmente, la mia nudità.
Perché? un perché pesante quanto me, che rimbomba nella mia scatola cranica priva di materia grigia…Non è vero, non lo penso! Ma che mi fai fare, o mia intelligenza? Chi ti comanda? In preda a quale droga sei? Qual è qual meccanismo che, una volta bloccato, non riesce a rimettersi in moto?
Fragile, estremamente fragile come petalo di rosa in piena, perpetua, ossessiva burrasca…
Insicura come se fossi sulla cima più alta di un precipizio…Un passo avanti la morte, un passo indietro speranza di salvezza.
Buon compito di latino!