Perché o cielo tempestoso, burrasca dell’animo riempi il mio cuore di tormento?
Sconvolgi le mie sensazioni provocando un caos apparente. Cerchi di abbattermi, di farmi desistere, di farmi soffrire ma il sentimento e la ragione, il razionale e l’irrazionale concordano nel dirmi che voglio solo te.
Te che in ogni attimo non smetti di stupirmi con i tuoi pregi e i tuoi difetti…
Cosa c’è di più bello di scoprire che in realtà ciò che credevi chiaro e palese, completamente manifesto si rivela invece mistero ancora inspiegabile?
È quello il motivo che ti fa muovere, il motore che tutto crea e distrugge; ti fa tendere sempre più in alto verso le stelle e ancora oltre verso l’infinito.
E infinitamente si procede in questa ricerca che è causa ed effetto del fatto che viviamo.
Viviamo perché curiosità e ambizione ci spingono ad uno slancio di faticosa elevazione.
Moriamo quando l’apatia ci domina, l’indifferenza ci governa. Come vegetali ci troviamo a guardare il mondo senza provare sensazione, senza interesse, con l’implicita presunzione di sapere già tutto. Noi non sappiamo niente e niente conosciamo: siamo una massa di ignoranti che sfruttano solo un terzo delle capacità intellettive che potenzialmente possiedono.
Perché scegliere di morire anticipatamente quando questo è un destino ineluttabile, comune a tutti?
Perché non provare a vivere, sperimentare, cercare di comprendere? Troppo semplice chiudersi in una bara con l’anima e col corpo e accettare passivamente tutto e tutti.
Viviamo finché ci è concesso, vogliamoci bene!
È tutto difficile, non c’è nulla di semplice in questa vita. Anche le banalità ci creano scompensi.
Quale ragazza non è preoccupata più dalla sua apparenza che dall’anima?
Perché vogliamo tutte apparire come non siamo solo per il piacere di sentirci amate?
Ma voi credete che le persone amino proprio voi? Non è forse vero che amano la vostra maschera?