Gli autobus mi mettono ansia.
Prendi il pullman con gli auricolari nelle orecchie e per quanto provi a distaccarti non ne esci.
Sei in piedi vicino a una signora anziana che tanto per cambiare si lamenta dei giovani, della maleducazione, della sua vitaccia.
Nel frattempo una nordafricana lascia che la carrozzina di suo figlio scivoli lentamente, dolorosamente sopra il tuo piede destro
che lentamente e silenziosamente arretra.
Odio gli auobus perchè senti tutto il lamento del mondo. Come se sviluppassi una sorta di sesto senso e percepisci ogni pensiero.
La mente si affolla e vorresti urlare contro chi ti grida il suo dolore cn uno sguardo appena.
Una ragazza che accompagna una ragazza disabile, forse una sorella, forse un'amica.
Non fa tempo a scendere alla sua fermata, nonostante chieda al conducente di riaprire le porte.
Ed è una rivolta popolare di indignazione.
I signorotti borbottano, altri si fissano le scarpe, altri manifestano il loro disappunto, ma standosene ben lontani.
E quando la signora scende alal fermata successiva e si avvicina al conducente, quello riparte, senza degnarla di una spiegazione, di una scusa.
Facile.
Quello è uno stronzo
Ma
Se non avesse visto nello specchietto retrovisore la povera signora che voleva scendere?
Troppo impegnato a pensare agli alimenti arretrati che deve a sua moglie, alla sua bambina. Quanto è bella la sua bambina? quanto tempo è che non parlano un po?
Richiamato alla realtà dalle urla di un signore che lo accusa di insensibilità, di menefreghismo, di crudeltà.
E quando realizza l'accaduto è lui il primo a sentirsi piccolo, ma è troppo piccolo per chiedere scusa.
Per affronatre gli occhi inquisitori e rassegnati e disperati e rancorosi di una donna che è stanca di tanta sofferenza.
Si sente piccolo. Per sua figlia che ha un padre menefreghista, per quella donna, per tutti gli sguardi che lo cercano e giudicano in uno specchietto
retrovisore. Si sente piccolo piccolo e si mette addosso la faccia più che cattiva che ha e si nasconde dentro la sua mini cabina di guida.
Scendo alla mia fermata. tentata di girarmi anch'io a lanciargli un'occhiata da superiore.
della serie "faischifoalmondo".
Alzo il volume e me ne vado dritta per la mia via.
In fondo io sto col più debole. Non con il buono.
é sempre stato un mio difetto.
Io mi schiero con quello che tutti schifano. Anche se fa schifo.
Perchè mi immagino le ragioni di tanta bassezza.
Perchè anche io rasento il fondo spesso e non mi va di ergermia giudice.
dall'alto del mio metro e cinquanta.