Quel giorno bianco di neve i clowns arrivarono per forzare lo scrigno magico dei pensieri.
La principessa beveva freddo il suo bicchiere.
I clowns sapevano molte cose sugli uomini non mascherati.
Gli uomini sapevano pochissime cose sui clowns.
La principessa si esercitava al trapezio.
In tutto ciò i leoni presto ruggenti al domatore si mostravano talvolta micevolmente.
Perchè poi fosse arrivato questo circo è cosa da non domandare ancora.
Cosa c'era dietro quel grandioso spettacolo, ricco di fantasia, non era dato comprendere.
I clowns erano già al lavoro a provare le loro mimiche effervescenti alla mattina fredda.
La principessa, spesso contesa tra l'affabile domatore contro il ruspante trapezista biondo lungo, sapeva bene giocare le sue carte.
Quando chiamarono la polizia era ormai troppo tardi.
Dov'era finito il piccolo Michele? Perchè nessuno aveva pensato prima di passare per quei giostrari?
Cosa nascondevano quei clowns?
La polizia cercò invano per giorni il piccolo... passarono anni.
Ci si rassegnò.
Passarono altri anni... passò ancora una volta il circo.
La signora Elena era una donna che poteva avere avuto un volto stupendo in passato, oggi era indurita e scavata da quel dolore che la perdita dell'amore vero provoca negli uomini di ogni tempo.
Lei il suo piccolo Michele non l'aveva più trovato.
Quel giorno, dopo tanti anni, al ritorno di un circo venne ai suoi pensieri un senso di contraddizione inspiegabile e per forza recarsi col marito allo spettacolo.
Chi erano quei misteriosi clowns? Potevano essere stati uomini un giorno, forse anche bambini.
Elena vide triste lo spettacolo; finito lo stesso sentì una mano da dietro sfiorarle i capelli, si voltò e vide una maschera.
Un sorriso.
Un finto triste sorriso.
"Michele"...