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Creature Mortìfere
<Mi passi l'acqua, mamma?> chiese Ruth la quale non vedeva l'ora di tuffarsi. Con quel bikini viola a fiorellini marroni sembrava quasi una quattordicenne, eppure aveva solo dieci anni e, probabilmente, ciò si sarebbe potuto evincere solo dal suo modo di fare perennemente scherzoso che celava nella sua profonda intimità una innata ingenuità di sentimenti.
<Sì, tesoro, te la passo subito.. e ricordami che devo ancora spalmarti la crema dietro le spalle perché sennò non puoi entrare in acqua!> disse Annah, madre single, premurosa ed amorevole che, per sopperire all'assenza di una figura paterna, soddisfa tutte le volontà ed i desideri, anche i più banali, di un figlio unico..
Era una mattinata calda e soleggiata lì sulle spiagge nei pressi di Augusta nel Maine, anche se uno strano alone ed un inquietante silenzio interrotto qui e lì dalle voci degli altri villeggianti e dalle flemmatiche onde che si trascinavano esauste fino alla riva, dominavano quel paesaggio marittimo.
Nell'attesa che la crema venisse assorbita dal suo corpo, Ruth si apprestò a raggiungere Jeffrey sulla riva. Jeffrey era un ragazzino tranquillo, timido e fin troppo gracile per i suoi tredici anni; aveva i capelli irti come i denti di una spazzola, il viso leggermente scavato, esili spalle e una pelle chiarissima che sul torace rientrava lievemente all'altezza delle costole. Portava un costume giallo aderente con un elastico blu ed una montatura di occhiali color pesca, probabilmente le uniche due cose che davano risalto alla persona oltre a quei grandi verdi occhi che si ritrovava.
Jeffrey era il migliore amico di Ruth da sempre, si volevano bene e la maggior parte dei pomeriggi la trascorrevano insieme a giocare ed a parlare.
Quando Jeffrey la vide arrivare, le porse subito una paletta, un rastrello ed un secchiello:<Perché non facciamo un castello di sabbia?>
<Non ne ho voglia Jeff.. E poi siamo a riva, un'onda un po' più forte ed il castello sarà bello e abbattuto!> sorrise Ruth.
<Allora giochiamo a chi trova per primo le pulci di mare?>
<Non è un gioco affatto divertente Jeffrey.> disse Ruth smorzando, anche solo per un istante, il desiderio di giocare di Jeff.
<Ed allora che vogliamo fare?!>
<Voglio tuffarmi in acqua tra tre... due.. UNO!!!>senza neanche concedere il via andò giù, sott'acqua, riemergendo solo dopo tre secondi:<Ah-ha ti ho fregato!> disse con un tono divertito e per certi versi anche soddisfatto a Jeffrey il quale rispose:<Non vale imbrogliona!>con un pizzico di rancore infantile rivolto a quella splendida creatura al margine dell'adolescenza.<Dai tuffati anche tu.. sei ancora in tempo per la rimonta!> pronunciata quest'ultima parola Ruth emise un risolino e cominciò freneticamente a nuotare verso il largo con l'intento di non allontanarsi motlo dalla riva. Jeffrey, avendo inteso anche la benché minima possibilità di rimonta nella sfida, si tuffò frettolosamente in acqua e cominciò a nuotare verso Ruth con delle bracciate talmente deboli che, se lo si fosse visto al di fuori dell'acqua, gli si sarebbe attribuito un andamento a dir poco goffo.
Ma proprio nel momento in cui Jeffrey si tuffò, Ruth udì uno strano verso animalesco provenire dai fondali, quasi impercettibile, e smise di nuotare di colpo. Poi di nuovo quel verso, questa volta più chiaro, più intenso, più vicino le fece perdere il controllo dei suoi arti incutendole paura. Quasi bevve un pugno d'acqua vedendo un uomo in maschera, boccaglio e pinne una trentina di spanne più a largo di lei, venir trascinato giù in profondità da una serie di antenne, doppie quanto una tubatura di gas. In preda al panico non riuscì a contarle, e non seppe farsene una reale ragione, le parvero solo una serie di grandi occhi neri sparpagliati su una miriade di steli giganti color aragosta, in decomposizione.
Mossa dal suo istinto si girò dalla parte della spiaggia in cui le sembrava Jeffrey si fosse tuffato ed, inizialmente con una serie di farfugli insensati, poi con ripetuti acuti spaventati volle gridare "TORNARE INDIETRO|". Lo sguardo di Jeffrey le rimarrà per sempre stampato nei suoi ricordi più vividi. Sorrideva verso Ruth e sembrava molto divertito sia dalla sua proposta di "sfida acquatica"sia dal fatto che si fosse accorto di essersi tuffato in acqua senza prima aver tolto gli occhiali. Solo dopo aver visto Ruth in difficoltà che sembrava annegare gridando un qualcosa come:<ARE IETRO!... ARE DIETRO!> il suo sguardo mutò in un misto di terrore e premura per la sorte della sua giovane amica che probabilmente stava solo proponendogli un atto eroico che li avrebbe poi, chissà, potuti unire in un possibilissimo fidanzamento. Ma mentre si apprestava a nuotare in suo soccorso Ruth lo vide morire, divorato da una creatura dotata di denti aguzzi ed affilati come quelli di uno squalo, ma con una testa molto più larga di un colore nero come la morte, una forma del muso molto più appuntita e degli spaventosi occhi grandi e rossi come il sangue.
Vide Jeff trascinato verso il fondale sul viso un'aria di sofferenza che implorava perdono, con l'unico braccio che gli rimaneva proteso verso di lei in segno di scusa ormai consapevole che quella fosse l'unica cosa che potesse fare per quella meravigliosa creatura dagli occhi verde scuro, dai lineamenti sinuosi, dai tratti delicati, dai capelli rossi e morbidi, che non avrebbe mai più rivisto. Ruth lo amò per quello.. e mentre piangeva d'odio, di paura, d'amore, di assenza, di disperazione si accorse che le sue forze ormai venivano a mancare.. e proprio in quel momento in cui prese coscienza della sua imminente morte sentì la fastidiosa presenza della sabbia sul suo corpo bagnato e le braccia possenti di Annah che la sollevavano da terra e la stringevano contro il suo corpo. Annah pianse di gioia stringendo a sé una Ruth in stato di shock ma incolume. Di tutto ciò che le accadeva intorno non si rese conto, voleva solo vivere, come mai aveva fatto sino a quel giorno, la gioia di riabbracciare un figlio che esce illeso dopo un evento mortifero.
Dio disse<Arriverà il giorno del giudizio finale universale.> in quella spiaggia nei pressi di Augusta quel giorno di agosto, tra il clamore del paesaggio, il ribollire delle acque, il panico generale di sicuro qualcuno pensò:<Meglio morire anziché essere spettatori di questo inferno>.
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