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Pirati e corsari

Il negozio era lucido, lindo, splendente, con tanti tavolini ricolmi di porcellane, cristalli, argenterie, terrecotte.
La commessa dai capelli rossi parlava con la donna e la donna rispondeva divulgandosi in particolari di poca importanza.
Due bambini erano entrati con la donna nel negozio ma furono lasciati completamente soli dalla madre ad esplorare il luogo nuovo pieno di forme strane e moderne: in particolare furono attratti da un piccolo tavolino rotondo e basso. Il tavolino era coperto da una tovaglietta color avorio impreziosita con inserti di delicato pizzo ricamato a mano.
Sulla tovaglia poggiavano numerosi oggettini preziosi, disposti su più piani creati da piedistalli di diversi materiali
Un uomo vestito elegantemente sistemava dei piatti finemente decorati in oro su degli alti ripiani grazie ad una scaletta non curandosi dei clienti
Il più piccolo dei due ragazzi prese a guardare molto interessato dei piccoli velieri simili alle navi dei Corsari descritte nel suo libro regalatogli l'anno precedente per la Prima Comunione.
Il fratello più grande, ma solo di poco, lo redarguiva spesso, fungendo da balia e quando la mano grassoccia si stese ansiosa di toccare l'oggetto ed unire in perfetta simbiosi i sensi attenti del tatto e della vista, egli diede una sberletta sul dorso della mano che si ritrasse offesa: il veliero più bello si poteva solo guardare e non toccare come tutte le suppellettili di casa sua.
La madre, nel frattempo, cicalava con la commessa e le descriveva il rapporto che la legava agli sposi e per i quali si era recata nel negozio per acquistare un regalo.
La commessa educatamente rispondeva assecondando la donna dalla voce alta e stridula.
I bambini continuavano ad osservare e sognare: sicuramente un pirata stava percorrendo il ponte e con la sua sciabola indicava spavaldamente il veliero accanto che trasportava i suoi nemici.
La donna parlava, diceva qualcosa, ma cosa? La commessa si era persa, ormai, era rimasta ai mobili della casa degli sposi e si chiedeva se quel vaso sarebbe mai stato bene nel loro salotto.
Improvvisamente un frastuono di vetri infranti si udì nel vasto ambiente.
La donna smise di gesticolare di fronte alla cassa: il braccio a mezz'aria ristette per lunghi istanti.
Il collo si girò di scatto e la sua capigliatura curata rimbalzò disordinatamente sulle spalle. L'espressione del volto era sorpresa ma gli occhi erano cattivi e sferzanti, taglienti e allungati: erano due fessure piccole piccole e si aveva l'impressione che da una momento all'altro sarebbero scintillate fiamme.
Il più grande dei ragazzini guardava la madre per assicurarsi che avesse capito lo svolgersi dell'azione e che fosse ben chiaro che lui non c'entrava affatto: la sua espressione era rilassata e le labbra esprimevano quasi soddisfazione.
Il più piccolo, dietro gli occhialini volgeva lo sguardo atterrito verso la madre e alternativamente al pavimento dove, sparso ovunque, giaceva il relitto del veliero.

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