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Non Un Passo Indietro
Milano. Luglio. Pochi anni fa.
Una di quelle mattine in cui sai che "farcela" è quasi impossibile.
Umbo è in giro con suo figlio, il piccolo Lorenzo, a cavallo del suo glorioso triciclo, e con la solita quantità di giovanile grinta. Fanno quello che è comunemente chiamato, in genere, "un cazzo di giretto".
Ad un tratto, verso la metà di via Strozzi, l'attenzione di Lorenzo è attratta da uno strano essere davanti al quale rimane impietrito, assolutamente incredulo. Anche Umbo si avvicina. Stupore...
Io non so come possa essere possibile ma .. un granchio.. a Milano.. sul marciapiede di via Strozzi...
No dai.. come minchia può essere, non ci credo..
Nonostante sia in posizione d'attacco, con le chele sollevate e un atteggiamento da guerrigliero, ninja, Umbo lo prende dalla parte posteriore e tenendolo per il piccolissimo culo se lo porta a casa.
Nel locale che gestisce ha un acquario di grosse dimensioni in cui mette in bella mostra pesci di dubbia provenienza, non sempre comprati a buon mercato, ne è appassionato.
"Quello è il posto di quel cazzo di granchietto che ho trovato stamattina".
Lo butta dentro così, tanto per fare, pensando di aggiungere solo un nuovo animaletto.
Quel cazzo di granchietto... si..
Partiamo dall'inizio.
Non so dove ma in qualche mare lontano era stato pescato mentre la sua natura lo portava ad un normalissimo vagare in cerca di cibo. Ma era finito in una rete, insieme ad altre tonnellate di suoi simili e a chili di altri animali acquatici, molti di specie ignota ( oserei dire mutante), immediatamente ributtati a mare o lasciati lì ad essiccare. Stronzi. I pescatori.
Poi, sempre in mezzo a quella moltitudine già filtrata e attentamente selezionata, era stato più volte trasferito. E venduto. Al chilo. Un mercato, poi un altro, poi un magazzino, poi un altro ancora. Nel ghiaccio. Se i granchi hanno una specie di cuore, che vita di merda... non che le pretese possano essere un granchè, però c'è senza dubbio di meglio.. per lo meno il mare..
Passato per mille mani e varcando diversi confini nazionali (sdoganato, sempre al chilo), era arrivato fino alla bancarella numero 435 del mercato di via Strozzi.
Qui "quel cazzo di granchietto" era stato esposto, in vendita. Non finendo soffocato in nessun sacchetto di nessuna "sciura Brambilla" o "Esposito" o "Al Matuzalem" (Milano con le etnie non scherza proprio un cazzo..) , eccolo in fuga.
Voi pensereste di certo, come me, che non avrebbe mai potuto "evadere".
Invece non c'è verbo più appropriato. Ed è l'impresa che portò a termine.
Sopravvisse a condizioni impossibili per giorni, poi, dopo un assurdo attacco di cattiveria, scappò dal ghiaccio. E dai cadaveri dei suoi simili, dalla scatola bianca di polistirolo. E saltò giù dal ripiano della bancarella, o meglio, ne precipitò.
Solo.
Fuggì di qualche metro (la misura è però un concetto prettamente umano e ovviamente il suo punto di vista non è il nostro..).
Il momento più alto di questa storia è il mistero che copre il suo nascondersi dal nemico.. dagli uomini che avevano il normalissimo compito di pulire la strada una volta finito il mercato, dagli esseri umani, dalle macchine. Ignoro dove e come si sia nascosto, quanto potesse esserne cosciente, ma vorrei idealmente stringergli la chela.. Perché riuscì a non essere trovato, portò a compimento la sua missione (anzi, almeno graficamente Missione).
Ed eccolo, dopo una notte nascosto in chissà quale anfratto lungo la strada, uscire e incontrare il piccolo Lorenzo e subito dopo Umbo. Dopo avere superato un centinaio di prove di sopravvivenza, una peggio dell'altra, è normale che chiunque tenda a fare brutto. Contro tutto e tutti. Umbo e Lorenzo sono uno 30 e l'altro 70 volte (circa) il granchio ma Fanculo, pensa, ora fotto anche voi e comunque non mi fate proprio per un cazzo paura. Venite sotto, bastardi..
Esempio assoluto di tenacia. E di coraggio.. Vieni qua, io non ti temo, umano del cazzo...
Questo essere umano riesce senza problemi a prenderlo e, per fortuna non, pensa neanche per un secondo di sbarazzarsene.
Ed eccolo nell'acquario, dopo l'ennesimo trasferimento, stavolta in una scatola da scarpe, nel traffico di Milano e soprattutto nell'abitacolo di Umbo, dove capita che filtri anche aria nella coltre di fumo di sigaretta.
È ancora vivo.
Minchia granchio se fai brutto.
Viene buttato in mezzo ad un'altra decina abbondante di esseri viventi. Che lo guardano con sospetto e ne stanno da subito alla larga. Oltre alle chele ed alla corazza il granchio ha la solita grinta invidiabile, oltre all'esperienza e alle motivazioni nate dal suo passato.
Sceglie un sasso concavo come sua proprietà. Ma in realtà dopo 3 o 4 minuti è il re dell'intero acquario. Non che legiferi.. ma ne è il padrone assoluto. Prima di appropriarsi del cibo che Umbo getta loro, i pesci guardano il capo e se lui non reagisce allora, forse, mangiano. A lui spettano di diritto i gustosi gamberi che Umbo quotidianamente gli porge. Li apre, li sgranocchia fino a lasciarne solo lo strato più esterno di pellicola. Che finisce per tornare in superficie indicando che il capo ha gradito.
Dal fondo di un mare lontano, da un destino di normale essere marino, ora occupa un trono e mangia chili di gamberi. Alla faccia vostra e dei pescatori del cazzo.
Il regno dura circa 3 mesi. Dopo i quali un gambero torna a galla non completamente dilaniato e questo, insieme al ritrovato vigore degli altri pesci, fa capire che qualcosa non va.
Il granchio muore. Il suo regno ( non "dittatura", sia chiaro).
Umbo lo estrae dall'acqua e ne getta i resti in un cesso. Ma non è come dopo aver defecato. Questo granchio è tutt' altro che uno stronzo. È con un velo di amarezza che Umbo tira l'acqua.
Lorenzo chiede dopo qualche ora "Come sta il signor Granchio?"
Umbo tituba. Poi la butta lì:
"Ehm.. dunque.. l'ho portato al mare..."
Lorenzo è basito.
"Dovevo andare da un amico in Liguria e ho pensato di riportarlo al mare, poverino... così torna a casa.. e poi sta meglio là.. tanto poi ce la fa, dai..."
Lorenzo è adesso fiero del suo papà.
Lorenzo per anni ha pensato che il suo eroe fosse realmente tornato a casa sua.
Come il Che è ancora a bordo della Poderosa in giro per il Sudamerica, il granchietto se la sta sguazzando nel mediterraneo, casa sua. E sta facendo brutto a destra e a manca, contro pesci, pescatori e veleni vari.
Questo è ciò che mi piace pensare, anche se non è la verità , non è "cronaca".
Non siamo destino... siamo libertà.
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