Quella lacrima scesa dalla guancia, all'improvviso. Da quel viso fermo, pallido, la bocca aperta da dove usciva il fetore della Signora... Fu quello l'ultimo saluto. Bagnato di sofferenza e amore, un concentrato di sofferenza e amore. Di cose rimaste da fare, di gioie ormai vietate. Di rammarico rimorso rabbia forse, anzi no, di vita.. Sì, di vita. Un saluto bagnato dell'ultima goccia di vita che aveva dentro di sé. Prima di lasciarsi andare nell'oscuro tunnel dell'immensità... o del nulla. L'ultima goccia di vita a traffigente risposta a quella voce così amata e sentita per l'ultima volta, senza poter rispondere, ormai laggiù, nel coma.
Un incubo ricordare, per lei, ora anche a distanza di tempo, una sofferenza atroce che le attorciglia le budella.
Un sogno poter tornare indietro, anzi, un'utopia.
Un limbo infinito dal quale uscire, risalire, con fatica, tremenda fatica e angosciante insicurezza. Tristezza e pianto. Da mal di pancia al solo pensiero.
Quella lacrima che solca il giallastro del viso tra la barba incolta e il mento in giù l'hanno tormentata per anni. Di giorno. Di notte. Quell'odore di morte che usciva in un rantolo pauroso dalle labbra ancora carnose come le sue ancora la agitano, la scuotono tutta. Quella terribile, invincibile sensazione di annientamento, di impotenza assoluta, di inadeguatezza e inutilità non la lasciano andare. La attanagliano, invece, come rovi che avvinghiano un fiore, soffocandolo.
"Non si può. No", pensò quel giorno. Non si può più andare avanti così. Pensare ai "se" e ai "ma". E neanche al farmaco che l'ha ucciso. E neppure a quel fine settimana che avrebbero trascorso insieme dopo tanti anni di incomprensioni, allontanamento, eterno amore-odio di chi si vuole così tanto. Proprio "quel" fine settimana. Quello della morte. Non si può pensare a tutto quello avrebbe voluto imparare. Dare.
Basta, disse vicino all'affascinante precipizio sull'Oceano, o mi giro e rinasco oppure volo giù. Fu in quel momento che alcuni uccelli si alzarono improvvisamente in cielo. Li guardò. Solo uno si girò e parve fissare quella donna, alta mora con i capelli infuriati al vento che correva lontano dalla scogliera. Urlando a squarciagola. Ma ormai lontana dal baratro.