Sai cosa ti chiedo?
Dove vorresti andare?
La musica era alta.
Storditi dal frastuono della quotidianità, ascoltavamo senza pensare, la colonna sonora di Into the Wild.
Oltre il parabrezza, il tergicristallo continuava il suo monotono e incessante lavorìo.
Ci liberava dalla pioggia. Dalle minuscole goccioline di acqua che da giorni inumidivano la terra e la nostra anima.
La strada era uno specchio e di riflesso ci rimandava indietro il nostro stato interiore.
Tutto ci stava stretto. Ci mancava l'aria. Avevamo solo voglia di fuggire. Di trovarci come per incanto in un altro posto. Lontano da tutto e da tutti. Senza dover spiegare. Senza dover giustificare. Essere per una volta sola liberi. Dalle convenzioni. Dagli obblighi. Dai nostri stessi limiti.
Non lo so. In qualunque altro posto. Non voglio più stare qui.
Cerca di rilassarti.
Guarda il fiume che scorre.
Conta la nuvole.
Fa' qualcosa.
Pensa a qualcosa.
Le ore e i chilometri passavano senza che ce ne rendessimo conto.
Proseguì pensando a una terra dove rifugiarci.
Dove il cielo è azzurro e il sole scalda.
Dove i bambini non sanno ancora che esistono giorni senza colori e che a volte un fulmine a ciel sereno, squarcia la gola.
L'area di sosta.
Mi fermo. Spengo il motore. Spengo le luci.
Passammo tutta la notte svegli. Senza forze, aspettammo un nuovo giorno.