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Allontanatemi da Lei
Perdersi nei pensieri, farsi trascinare dalla debole luce del sole che ti attraversa, che ti riporta in un mondo di sconfinata vastità, dove cerci di afferrare il senso, per poi comprendere che un senso in realtà non c'è.
Ritrovare poi l'ombra di un sorriso, fugace, leggero e rimanere ancorata al ricordo di esso, soddisfatta del vago sentore di felicità; ma poi, delusa del ritorno alla realtà, ripiombi in un'insostenibile amarezza. Questo accade alle persone come me.
Ti circondi di oggetti, di libri, di colori, di riflessi, ma non afferri l'aria, la luce, l'amore, la vita, e soffri per questa tua incapacità.
O forse è solo una mia incapacità..
Sono io che non riesco a capire chi mi circonda, sono io che non riesco ad afferrare il senso delle cose, sono io che non oso mostrarmi alla luce del sole per quello che sono veramente, sono io che non riesco a capire il perché di questa mia confusione in testa, vorrei urlare, ma non capisco perché, vorrei correre via veloce, ma non riesco a farlo...
Ad un tratto mi rendo conto che sulla parete di fronte a me, di solito completamente bianca, e ora di un orrido color ocra, è proiettata un'ombra, incredibilmente tremante, indefinita e curva, ripiegata su se stessa ma con il capo alzato che prende vita grazie ad una luce fioca e indecisa che però colpisce i miei occhi, ferendoli e costringendomi a chiuderli..
E allora mi rendo conto che quella vivida luce solare che colpiva dolcemente e direttamente il mio volto, l'avevo solo immaginata, e con essa quella tenue contentezza.
Era solo immaginazione..
Ad un tratto una voce, stavolta tanto reale quanto scortese, irruppe nel mio silenzio assordante, e mi intimò di alzarmi.
Poco dopo scoprii che a quel vigoroso timbro vocale corrispondevano due braccia forti e robuste che mi sollevarono con incredibile facilità.
-"C'è una visita per te, Sally.. è tua madre" - L'affermazione non mi procurò nessun tipo di eccitazione, o felicità, o quantomeno dispiacere, provai solo una docile curiosità..
-"Chi?.. Mia... madre?"-
Non riuscivo proprio a trarre l'utilità o un vago interessamento da quella informazione.
-"si proprio lei, che dici di darci un'aggiustatina?". E così quelle braccia forti mi guidarono lentamente ma con fermezza fuori da quella stanza opprimente. Tutto era bianco, completamente ed immacolatamente bianco, era tutto così abbagliante e mi feriva gli occhi, così girai il capo, ma ancora quelle braccia sicure prontamente evitarono che andassi a sbattere, e mi diressero all'interno di una camera adiacente, aprii gli occhi e osservai quella stanza spoglia e apparentemente vuota, se non fosse stato per uno specchio ovale e una grande vasca da bagno.
"Questi capelli dovrebbero avere una pettinata come si deve, eh Sally?"
Fui posta dinanzi allo specchio ovale, ma tenevo ancora il capo chino, quindi lo alzai lentamente e intravidi nel riflesso quelle braccia che mi tenevano:erano robuste come avevo immaginato, ed erano segnate da venature marcate e da graffi profondi, poi alzai ancora di più lo sguardo, e la vidi.. Le.. Lei, che avevo tanto odiato, che avevo cercato di allontanare il più possibile, lei... che era stata la causa di tutto il dolore e la sofferenza che avevo provato, che non avevo mai testato prima, rieccola... di nuovo lì, che mi osservava con gli stessi occhi profondi e neri, ma stavolta segnati da occhiaie violacee, e i suoi capell.. i suoi capelli erano in uno stato pessimo, disordinati, indiavolati.
Mi sentivo, come se mi fossi appena destata da un lungo incubo che stava assorbendo completamente e inesorabilmente tutte le mie energie.
Un orribile sogno da cui non riuscivo più a scappare.
Un orribile sogno che si fondeva con la realtà, una realtà sfumata ed opprimente, senza colori.
Continuai passiva ad osservare quella figura che avevo tanto odiato. era ancora lì.
Non avevo molti ricordi del passato, non capivo nemmeno dove fossi, che posto era quello in cui ero intrappolata, però una cosa me la ricordavo, ricordavo perfettamente quel mio disperato tentativo di eliminarla, di cancellarla dal mondo, tanto da far sparire insieme a lei, tutta la sofferenza generata...
Mi incominciai a dimenare ed a urlare e l'uomo forte, prontamente intervenne - " Sally! Calmati! Cosa c'è? Calmatii!"-
Ma niente. dovevo andare via, non so dove, ma non volevo rimanere lì, continuavo ad agitarmi, a tirare pugni, calci, tutto purchè mi lasciassero libera, libera di capire...
-"Sally basta!!"- L'uomo forte stranamente faceva fatica a contenermi, ero animata da una forza incredibile che si impossessava di ogni mio riflesso volontario, mi sentivo.. un drago in gabbia
Poi ad un tratto sentii pungermi sul braccio, e le cose attorno a me sfumarono fino a scomparire del tutto.
La pace finalmente.
Finalmente mi hanno allontanato da lei, finalmente potevo tornare ai miei dolci ricordi, indefiniti, incerti, illusori, ma straordinariamente dolci.
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0 recensioni:
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- Hai ragione giancarlo! grazie della segnalazione
- Concordo con chi ha scritto sotto. Inquietante.
Sembra - e probabilmente è - il lucido resoconto di un'agghiacciante follia. Spesso le parole che usi, scivolano sulla schiena di chi legge e lasciano il segno.
Bene.
Solo una cosa: credo che a metà ci sia un cambio di tempo che stona.
- il racconto è ben scritto, lei è chiusa in sé stessa e non comunica, fuori c'è un mondo estraneo che lei non vede e poi? niente. Più incommunicabilità di così non si può. Inquietante
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