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Across the universe
Era una mattina come le altre: il silenzio era l'unico sovrano incontrastato di quel luogo. La fitta pioggerella era terminata da poco, le nuvole si stavano spostando lentamente lasciando spazio ad un Sole pallido. L'alternarsi dei fenomeni naturali scandiva il ritmo monotono del giorno, ma la quiete era destinata a terminare all'istante. Un fragore inaudito rimbombò nell'aria facendo scappare i tanti volatili terrorizzati che iniziarono a radunarsi in stormi confusi.
Il cielo si rioscurò velocemente assumendo una tonalità rosso-infuocato.
Stava succedendo qualcosa di incredibile. Dalle nubi cariche di acqua, emerse un oggetto volante che con estrema lentezza penetrò nell'atmosfera. Il gigantesco ovale emetteva dei suoni inquietanti e, procedendo, sovrastava impetuoso il suolo ombreggiando tutto ciò che attraversava. Dalla nave spaziale,
se così era possibile chiamarla, il tempo pareva essersi arrestato: quel mondo immobile e apparentemente calmo sembrava nascondere i suoi veri abitanti. Le costruzioni artificiali, totalmente abbandonate, erano divenute il rifugio ideale per vegetali ed esseri selvatici; i labirinti di edifici erano occupati da file interminabili di veicoli inutilizzati e distrutti, immobilizzati da chissà quanto tempo.
A bordo del velivolo alieno l'incredulità e il timore sostituirono l'eccitazione che aveva caratterizzato gli attimi della fase di atterraggio. Il capitano, sfiduciato e scuro in volto, ordinò di iniziare una procedura. Vennero eseguiti dei comandi e in una frazione di secondo la parte anteriore della cosmonave si illuminò di luci ad intermittenza, contemporaneamente vennero lanciati alcuni segnali acustici che si propagarono nel silenzio di quella città fantasma.
Erano suoni conosciuti, che racchiudevano in sé una musicalità familiare. Una serie di note in successione, seppur parzialmente distorte, pareva riecheggiare alcuni celebri versi di una canzone. Toni che restituirono agli ospiti sicurezza, infatti, quasi risvegliate da quella sequenza melodica che
si ripeteva continuamente, alcune ombre si avvicinarono timidamente alla luce: erano i cittadini, i pochi esseri umani ancora rimasti.
Seguendo il ritmo, quanto mai commosso, un anziano alzò il capo verso la navicella e fiero iniziò a intonare con voce rauca:
<< words are flowing out...>>. Protetti da stracci malconci e panni strappati, gli altri esseri continuarono all'unisono:
<<... like endless rain into a paper cup.>> (le parole scivolano via come pioggia infinita in una tazza di carta.)
Erano i primi due versi della famosa "Across the universe" dei Beatles, trasmessi via radio dalla NASA il 4 febbraio 2008,
in direzione della Stella Polare a 431 anni luce di distanza. Vagando per lo spazio vuoto, erano stati captati da un cargo spaziale extraterrestre in viaggio alla ricerca di materie prime. Adesso, nel 2048, alcune forme di vita intelligenti dell'universo erano giunte pacificamente a trovare gli umani
e ad aiutarli nello sviluppo tecnologico. Ma a distanza
di 40 anni, sulla Terra, alcuni avvenimenti avevano sconvolto
il pianeta: era troppo tardi. Le guerre per accaparrarsi gli ultimi giacimenti di petrolio avevano decimato drasticamente la popolazione. L'equilibrio ambientale era stato distrutto
e innumerevoli serie di catastrofi naturali contribuirono
al disfacimento della razza umana. Non esisteva più un'organizzazione sociale, mancavano le leggi e tutto era finalizzato ad un unico obiettivo: la sopravvivenza.
I superstiti, che emozionati avevano finalmente ottenuto
un segno di riconoscimento dopo aver conservato un granello
di speranza, trovarono un motivo d'orgoglio per continuare
a vivere e riscattare gli errori commessi in un periodo caratterizzato dallo sfruttamento della Terra a soli fini economici. Continuando a cantare, l'incontenibile felicità,
si concluse in concomitanza con le parole del ritornello "Nothing's gonna change my world" (Niente cambierà il mio mondo), facendo posto nuovamente al silenzio, in un momento
di riflessione collettiva in cui si esprimeva nei volti dei sopravvissuti la consapevolezza di come la loro mente avesse offerto, in passato, spunti di distruzione e individualismo, privilegiandoli alla ragione e all'intelligenza caratteristiche della specie umana.
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0 recensioni:
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Paola il 13/06/2014 14:06
Bel racconto, ricco di morale, sembrerebbe l'inizio un racconto più esteso, sarebbe bello proseguirlo. Molto spesso viene criticata qui a "poesie e racconti" un numero di pagine superiore a tre, io ritengo invece sia bello addentrarsi nel racconto..
Sei abile nella scrittura spingiti oltre..
P. s. Ovviamente sono solo consigli di una a cui piace leggere e scrivere.. Continua così ... 😃
- Un racconto da un futuro amaro per l'umanità che usa l'intelligenza andando nelle
direzioni sbagliate, solo per interessi privati. Ada
- molto bello questo racconto! pazzesco che l'abbiano letto quasi in duecento e vi sia traccia di un solo commento in cinque mesi dalla pubblicazione. Bah.
È soprattutto scritto molto bene, con una bella morale che permea la speranza che comunichi nell'ultimo passaggio.
across the universe, uno dei pezzi più belli di sempre
Guido
- mi suggestiona sempre l'arrivo dell'"ovale" e anche lo scenario post atomico, bel racconto
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