Plié... Relevé... prima... seconda... il mio corpo si muove flessuoso a ritmo di musica. Libero la mente, gli occhi, la bocca da tutto quello che mi accade. Sento solo le note musicali. E il mio cuore. Mi concentro sul battito. È irregolare, come quello di chi sta per incontrare il proprio amore. Non so come farei senza la danza. È un'occasione per sfogarmi, per dimenticare. Perchè nella mia vita c'è molto da dimenticare. A partire dai miei sentimenti, distrutti dal mio innamorato. Ho il cuore a pezzi, come fosse stato calpestato da una folla di persone, senza pietà. Provo dolore, non so come risolvere questa situazione. Scuramente lui mi avrà dimenticata, ora sarà contento di essersi liberato di me. E io, qui, a soffrire per lui.
Improvvisamente sento il bisogno di muovermi, di liberare nuovamente i miei pensieri. E mi concentro sulla danza... ora che ho messo più passione nel ballare, mi rendo conto che i miei movimenti sono più fluidi, che conquisto più sicurezza mano a mano che passa il tempo.
La musica passa alle note veloci. Questo ritmo mi fa venire in mente il mio litigio. Quello con la mia migliore amica. È stato tutto improvviso, dal "non sono più interessata a frequentarti" al pianto improvviso, che non mi ha quasi più abbandonata da allora. Tutti quei momenti, quelle confidenze, quelle emozioni... distrutte, come un bicchiere di cristallo caduto su una strada di cemento. Ora non provo altro che risentimento, rabbia, voglia di urlare. Ma non posso. Eppure devo sfogarmi. Ed ecco come: mi concentro sulle mie mani, sulle posizioni da assumere durante il balletto. Quanta passione, quanto duro lavoro. Ed ecco che il brano musicale riprende la sua fase tranquilla. E io riprendo a ricordare. A ricordare quello che non vorrei. Mia madre. Appena penso a lei una fitta di dolore, acuto e straziante, mi invade il petto. Lei è morta. Io sono rimasta sola, con mio padre e mio fratello. Non la vedrò mai più. Non l'ho più potuta guardare dopo che quella macchina aveva fatto compiere il suo destino. Non so perchè, perchè è toccato a lei. A questo pensiero il mio corpo viene invaso da una nube nera e comincio a muovermi con più foga. Con più passione di quanto abbia mai fatto in vita mia. La spaccata è perfetta, le mie gambe si muovono fluide sul palcoscenico. Le mie braccia sono perfette, come quelle di una ballerina professionista. E ora, l'ultimo sforzo. E il balletto è finito.
Dal pubblico scoppia un grande applauso. Tutto il teatro sta osservandomi con ammirazione. Sì, sono io, la ragazza della danza.
Grazie mamma. Grazie di tutto.