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Il melone

Dante Battista Casati, a dispetto del nome, era un uomo modesto.
Minuto d'aspetto ma elegante nel portamento amava vestire in modo sobrio e curato.
Lo ricordo quando veniva da noi, al paese, a passare l'estate.
Indossava una chiara camicia, fresca di bucato, con il colletto ed i polsini allacciati da bianchi bottoni di madreperla.
Nel taschino del panciotto aveva un orologio a cipolla con la catenella pendente fissata all'occhiello.
Portava un completo di stoffa leggera, un borsalino color avana sul capo ed un bastone da passeggio con il pomo d'avorio.
Ero molto piccolo allora, ma rammento ancora i giorni passati in compagnia del nonno materno.
Abitualmente, dopo pranzo, riposava seduto sul sofà, leggendo il giornale, nel fresco soggiorno; le imposte a persiana appena socchiuse a far scorrere l'aria ed io che giocavo lì accanto.
Dopo qualche minuto si metteva più comodo; piegato il giornale, appoggiava meglio la schiena alla spalliera imbottita e si toglieva le scarpe allungando le gambe.
- Tu gioca, da bravo, che il nonno ti guarda.
Poi, piano piano, chiudeva gli occhi e tranquillo dormiva.
Verso metà pomeriggio, dalla cucina, veniva la nonna.
- Oh Battista! Non lo porti a fare un giretto in paese?
Allora il nonno destato,
- ma si, ha fatto il bravo, ha giocato tutto il tempo, non si è neanche sentito
e, calzate le scarpe,
- su, vieni che andiamo!
Mi prendeva per mano e nell'altra il bastone; scendendo le scale diceva:
- vai piano!
Arrivati per strada più forte stringeva la mano.
La maggior parte delle volte risalivamo lungo il fiume verso la Madonnina.
Poco prima di arrivarci c'era, e c'è ancora, il circolo ENAL.
- Devi aver sete oramai!
Prendeva un'aranciata, per me, ed un bicchiere di vino.
Ma un giorno, l'estate era appena iniziata, avevo si e no quattro anni, arrivati nella piazzetta del porto, non prendiamo la solita strada ma ci fermiamo al negozio dell'ortolana con il verde portone di legno.
- Signor Battista dove andate di bello?
- Eh... questa volta lo porto giù al Toffo, alla sorgente.
E mi guarda sorridendo.
- Cosa vi diamo di buono?
- Un bel melone maturo, ma giusto, néh!
- Scegliete!
Lo accarezza portandolo al viso, annusa la buccia per sentirne il profumo.
- Questo... questo va bene, quant'è?
Poi, dalla tasca interna del panciotto, cava il borsellino di cuoio marrone e conta gli spiccioli nel palmo della mano.

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4 commenti:

  • corrado crippa il 24/01/2010 23:43
    era un maestro il nonno a scegliere i meloni migliori, ti sarebbero certamente piaciuti, grazie e buonanotte, Corrado.
  • Charles Wog il 24/01/2010 22:54
    Toccante.. ho avuto nostalgia dei meloni con il nonno (pur non avendo avuto esperienze tali, ma questo è irrilevante).
    Bravo
  • corrado crippa il 24/01/2010 19:41
    Grazie per il commento, sono lieto di aver riscaldato con gli aromi di una estate ormai lontana questi freddi giorni di gennaio.
    La malinconia è mitigata dal ricordo di nonni meravigliosi.
  • gian paolo toschi il 24/01/2010 17:51
    Complimenti, molto bello. Vi si sente il profumo dell'estate, della campagna, e naturalmente quello del melone. E anche quello della malinconia!

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