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Pulizie
Week-end. Nessun programma. Decido di fare pulizia nell'armadio. Dio solo sa da quanto tempo non metto ordine lì dentro.
Ci sono davanti, allungo le braccia e spalanco le due ante: tanfo. Esce un puzzo nauseabondo che mi fa star male.
Data la situazione, decido di andare nel vicino negozio di ferramenta per acquistare delle mascherine. Al mio rientro spalanco le finestre della camera da letto e quelle dell'armadio. Mentre l'aria circola, ne approfitto per farmi un caffè e per porre sulla mascherina qualche goccia di olio essenziale di eucalipto, ottimo rimedio per gli odori persistenti: parola di nonna.
Ora, attrezzata della migliore attrezzatura che si possa trovare sul mercato attuale, avanzo lungo il corridoio, destinazione: camera da letto. La porta è chiusa, nulla di strano, l'avevo chiusa io. La apro, come immaginavo avrei fatto. L'odore si è quasi dileguato e io, coraggiosissima, mi avvicino al protagonista del mio fine settimana. L'eucalipto che respiro a fondo mi permette di lavorare senza nessun problema. Guardo l'interno dell'armadio: caos.
Sull'angolino più lontano da dove mi trovo, un grosso ragno rosa è intento a tessere una ragnatela grigio antracite dalle sfumature incredibili. Il suo lavoro è un opera d'arte, decido di escludere quella porzione dalle pulizie.
Appesi alle grucce ci sono decine di capi: abiti, camicie, giubbini, pantaloni, scialli e i bikini usati ad Haiti lo scorso decennio, quando ancora il seno riusciva a reggersi da solo.
La polvere ricopre come un fine velo tutti i vestiti, rilasciando una densa nuvola appena li prendo per appoggiarli sul letto, accuratamente ricoperto con della pellicola trasparente.
Prima di pulire l'armadio, devo svuotarlo completamente, ma so che quei cassetti sono delle terribili casseforti di odori molesti.
Mentre li apro uno ad uno, il puzzo dei calzini si mescola con quello della biancheria sporca. Un odore acre e pungente, che riesce a penetrare la mascherina imbevuta di eucalipto.
Ragno a parte, l'armadio è ora sgombro.
Mi armo di aspirapolvere per recuperare le briciole che tappezzano il fondo e tutte le ragnatele che decorano le fessure.
Una spruzzata di disinfettante e una passata con un panno mi permettono di tirare a lucido le superfici del mio mobile. Il profumo rilasciato è gradevole e mi consente di togliermi la mascherina.
La pulizia è stata più che efficiente.
Dopo due ore trascorse a separare i capi in base al colore e al tessuto, scendo nel seminterrato per lavarli.
I seminterrati si sa, sono angusti come le tane dei topi, bui con corridoi stretti e umidi. Arrivata alla lavanderia del condominio, pongo nei cestelli i miei capi d'abbigliamento, metto il detersivo e avvio le sette lavatrici. Il rumore è assordante, oltre alle macchine non riesco a distinguere nient'altro, così ritorno al mio appartamento con l'intenzione di richiudere la finestra della camera da letto.
Come si può non dare una sbirciatina al capolavoro del giorno?
Stupore.
Irritazione.
Rabbia.
Una grande ragnatela ricopre l'intera parete interna dell'armadio. Il ragno rosa corre velocemente intessendo dei grossi fili che sembrano liane. Vorrei non crederci, ma tutto ciò lo sto osservando in questo preciso istante. Afferro con entrambe le mani una di quelle corde e tiro con tutta la forza che ho: non si spezza. Forbice, coltelli... niente.
Prendo il portafogli e corro dal ferramenta, dove acquisto tre seghetti a mano.
Al mio ritorno, l'interno dell'armadio è quasi ingombro di ragnatele e il ragno si rigira attorno ad una matassa.
Sego, sego, sego... sego ininterrottamente per delle ore. Il lavoro è lento, sembra che il ragno si stia beffando di me.
Alle sette di sera decido di fare una pausa per andare a svuotare le lavatrici. Uno dei condomini mi aiuta a portare al quarto piano il pesante cestone pieno di abiti bagnati.
Quello schifoso ragno sta inglobando nella matassa uno dei seghetti che ho comprato. Maledetta bestiaccia!
Ora, la mia attenzione è rivolta alla quella piccola, ma bastarda, creatura. La voglio uccidere!
Un lavoretto facile a dirlo, ma nessuno di voi ha mai visto un ragno come questo. Ogni volta che sono lì, lì per afferrarlo scappa via come un razzo, rifugiandosi sotto a qualche mobile.
Ore 23:30, ultimo tentativo: spray anti zanzare.
Il ragno sembra rimanere intontito dalla sostanza con cui è entrato in contatto.
Forse, forse ci siamo.
La bestia è grassottella, con il corpo carnoso e peloso. Gli occhietti sono stralunati ma di un bel blu. I capelli rossi e riccioluti gli danno un'aria da bambolina.
Il cuore mi si stringe. Rimango a fissare la creatura inerme, con il coltello stretto in una mano pronto a trafiggere il ragno.
Mi rialzo in piedi e vado a stendere sul maxi stendino tutto ciò che ho lavato nella giornata e rimetto ordine nella stanza da letto.
Tutti gli abiti hanno trovato alloggio negli scatoloni e l'armadio è ora abitato da Concita.
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