Mi capita spesso di passeggiare per le vie del centro, per i parchi, semplicemente per le strade. Sono di passaggio, magari pure di fretta. Eppure, d'improvviso, come folgorato, mi capita di sentire una specie di clic. Uno scatto della macchina fotografica. Intorno a me nessuno sta fotografando. Semplicemente cammino, e di fronte a me vedo per un attimo solo, come una scintilla di fuoco, una posa perfetta per una foto. Un palloncino che vola, un riflesso sull'acqua, una madre premurosa, una sagoma, un colore dell'alba inenarrabile. E allora mi fermo. Mi devo fermare. Perchè mi sembra di vivere in una foto, di saltare da uno scatto all'altro; e se non mi fermo potrei rovinare qualcosa, tutti questi soggetti potrebbero accorgersi che sono entrato nella foto, nella loro foto, e potrebbero non volermi con loro. Mi devo fermare per sorridere di fronte a tutto questo. Per godermi la meraviglia. E pazienza se questa volta non ho con me la macchina fotografica. Forse, se l'avessi avuta a tracolla, non avrei colto tutte queste meravigliose pose intorno a me.
L'importante, mi dico sempre, è che questi scatti abbiano impressionato il mio cuore, piuttosto che la pellicola.
Le fotografie più belle sono quelle che non hai scattato. Quelle che nessuno potrà mai scattare. Fotografie che sono, e devono restare, il segreto geloso del mondo. Il segreto della natura. Il tuo segreto.