Caro diario,
parlerò di biici. La bici è una cosa da uomini. È una cosa vera. Ed io ne sono innamorato. Un conoscente mi disse che non si può amare una bicicletta. E in parte aveva ragione perchè la bici è un oggetto, costituito da un telaio, un manubrio, da una forcella anteriore, una forcella posteriore e due ruote.
La mia bici da corsa però è una cosa troppo bella per guardarla con distacco. E'difficile. E come se avessi Ilaria vicino a me e dovessi far finta che non mi piacesse.
Una difficoltà all'ennesima potenza. Infatti quando vedo Ilaria fremo, ma poi subentra l'angoscia ed il lutto poichè sto vedendo una persona che non esiste. Ed è una cosa orribile farlo. La bici invece non è così. La bici quello che dai te lo restituisce.
Se ti alleni con costanza e impegno infatti, diventerai più veloce e resistente. Anche se a pensarci bene mi ha tradito anche lei qualche volta. Anzi mi ha tradito più di una volta. Però con la bici il tradimento è sempre reciproco. Infatti l'ho tradita anch'io. Già. E un sacco di volte. Per fortuna la mia bici non mi tradisce con alri, sta sola nel mio magazzino e nessuno la usa. Un giorno però forse sarà usata da qualcun'altro. Se non potrò più usarla, me la venderò. La venderei solo a un vero ciclista.
Tornando ai tradimenti direi che l'ho sicuramente tradita una prima volta, pedalando con la musica. Infatti questa è un'offesa alla poesia della bicicletta. Alla poesia del ciclismo. Qualcuno che mi conosce bene potrebbe obiettare che quella passione non poi in fondo mia.. Vediamo un pò. Bè si, è di mio cugino Carlo, di mio cugino Antonello, di mio zio Casimiro, è di mio padre e di mia madre, ma è anche mia. La mia bici è la kinesis gialla.
Mi piace la mountain bike e mi aiuta a temprare il carattere (quando c'è da fare qualche pezzo in cui si rischia la caduta), ma il mio regno è l'asfalto. È lì che, se allenato, sfreccio più veloce, e ne sono fiero. Del mio passato, già, passato. Però penso che forse il ricordo di una cosa bella sia la base per poterla rivivere..