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Il regno del cuoco brillo
Nella grande cucina del cuoco brillo, ma non troppo, stanno succedendo cose davvero straordinarie.
La prima è la visita inaspettata di Alice, la sua nipotina, accompagnata da un' altra bambina, più o meno della stessa età.
Gli utensili, le posate, i piatti, le pentole e soprattutto un piccolo tegamino ed il cucchiaione applaudono felicissimi a questa vista.
Il cucchiaione:
- Che bella sorpresa, finalmente sei tornata mia principessina!
Alice:
- Perché principessina?
Il cucchiaione:
- Perché sei bellissima, con quelle guancette tutte rosse e paffutelle e poi, quei tuoi occhioni azzurro mare, mi ci tufferei.
Alice:
- Grazie del complimento, ma non esageriamo.
L' altra bambina sentendosi ignorata non riesce a trattenere delle lacrime, una di queste cadendogli sul mignolo esclama:
- Asciugaci su! Vedrai che in questo bel cucinone c' è posto anche per te, anche tu sarai principessina, perché la grazia non ti manca davvero.
Infatti il primo ad accorgersi di lei è proprio il cuoco, che rivolgendosi ad Alice chiede:
- Chi è questa bella bambinetta?
Alice:
- Paoletta, anche lei è tua nipotina, che ancora non conosci, mia cugina, figlia di zio Peppe.
Il cuoco brontolando:
- Oh Peppe, Peppe figlio mascalzone! Ma lasciamo perdere, venite ad abbracciare il vostro nonnino.
Le bambine non se lo fecero dire due volte e gli saltarono al collo, abbracciandolo e baciandolo. Il cuoco emozionato spese anche lui delle lacrime, che se ne stavano buone buone fra le candide palpebre. Poi si accorse della sua fiaschetta, la prese e versò il liquido di Bacco, detto anche sangue di toro, nel suo calice e se lo tracannò in un sorso solo. Poi rivolgendosi di nuovo alle bambine e a tutti gli astanti, compresa la spesa che era già sul tavolo da lavoro, dice:
- In seduta stante ho deciso di farmi nominare da voi Re della cucina, e facendo di questa cucina il mio Regno. Alice e Paoletta saranno così delle vere principessine e voi miei sudditi fedeli e servitori.
Tutti annuirono, solo una vecchia teiera protestando con vigore cadde dalla mensola e finì a terra a mille pezzi.
Questa seconda cosa straordinaria viene allietata con una cerimonia maestosa. Paoletta prendendo uno scodellino lo pone in pompa magna sul capo del nonnino a mo di corona regale. Alice prendendo il cucchiaione ed una mela rossa, a mo di scettro e globo glieli mette in mano. Ed ecco sigillata la monarchia culinaria.
Il cucchiaione prendendo sul serio il suo ruolo di scettro prende le distanze dagli utensili e tutti gli altri sudditi, pretendendo l' inchino ed il Voi, mentre la mela rossa non ebbe nemmeno il tempo di vantarsi con l' altra frutta e verdura, che stavano sul tavolo, perché fu presto mangiata.
Tutti gli utensili e affini sono liberi sudditi, con il diritto di voto e la libertà di parola e di sciopero; mentre i generi alimentari e le spezie non sono altro che dei libertini e non godono privilegi di nessun genere. Stabilito quest'ordine, il cuoco re invita tutti a far silenzio e prendere ognuno il proprio posto.
Il cuoco re:
- Oggi faremo le zeppole di San Giuseppe in onore di questo Santo per la sua ricorrenza.
E questa è la terza cosa straordinaria.
IL cucchiaione sentendosi autorizzato interviene:
- Sire sono tutti al loro posto di lavoro! Un kg di farina doppio zero, una giara d' acqua, il sale, lo zucchero a cristalli, lo zucchero vanigliato, lo zucchero a polvere, il lievito, due uova ed un bicchierino di rum.
Il cuoco:
- Dove sono le forme?
IL cucchiaione:
- Quali forme sire?
Il cuoco:
- Una forma rotonda grande ed una forma rotonda piccola.
Il cucchiaione:
- Scioperano!
Il cuoco:
- Bene! Licenziali e buttali nella pattumiera.
L' ordine fu eseguito, mentre il cuoco ebbe già bevuto il rum nel bicchierino.
Paoletta:
- Ma nonnino, non era il rum per far le zeppole?
Il nonnino:
- Oh scusami principessina mia, ma non preoccuparti, ne ho ancora. Infatti sul tavolo c' è una bottiglia elegante e raffinata di rum di gran marca.
Alice:
- Eh nonnino sire, stai attento a non prenderti una sbornia, altrimenti San Giuseppe va in collera.
Il nonnino:
- Ne terrò debito conto.
Infatti, dopo aver di nuovo riempito il bicchierino, fece nascondere la bottiglia da Paoletta e si mise subito all'opera.
Avendo fatto già lievitare un po' di farina con un po' di zucchero e dell'acqua tiepida, gli bastò unire questo al resto della farina mescolata allo zucchero a cristalli, allo zucchero vanigliato, al sale, alle uova ed al rum e lascia il tutto di nuovo lievitare per una mezz'oretta circa, coprendo la pasta con dei tovaglioli per tenerla al caldo.
Durante questa mezz'oretta tra un bicchiere di sangue di toro e l' altro, chiacchiera allegramente con le nipotine e i sudditi.
Dopo prende la pasta e la spiana a cinque cm di altezza, e con una coppa di champagne capovolta ci pigia sopra, uscendone delle pizzette, poi su ognuna di esse ci pigia il bicchierino capovolto del rum stesso, per farci il buco. Rimpasta gli avanzi di pasta e così procede fino a quanto non si è esaurita.
In una friggitrice contenente già l' olio bollente necessario, ordina alle zeppole di tuffarvici a turno di sei, infatti le prime sei appena dorate vengono tirate fuori e spolverate con lo zucchero in polvere le depone in una zuppiera, e così per tutte fino all'ultima.
Il buon nonnino non fa in tempo nemmeno ad assaggiarne una, che son già tutte divorate dalle nipotine.
Al Re cuoco non restò dunque che farsi un ultimo bicchiere di vino e ringraziare di cuore San Giuseppe per questa bellissima giornata.
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