Mia nonna è in un letto di morte, rantola e non respira,
mi guarda tenace ma rassegnata,
desidera e teme la morte.
Io la guardo, l'accarezzo e sento pesante il meccanismo della vita.
Io la guardo sudata e stanca e penso a novantatré anni fa quando sua mamma e suo papà si occorsero di aspettarla ed immagino la loro gioia, le loro emozioni, i loro sguardi di felicità, la loro paura di questa nuova responsabilità. Quell'esserino, quell'embrione è ora questa donna centenaria, morente e debole davanti a me.
Poi penso al giorno della nascita, la prima volta che venne chiamata " Margherita" , la prima poppata, i primi passi incerti, l'adolescenza, il primo amore, l'incontro con nonno Francesco ed il loro matrimonio tra le sciabole dei Bersaglieri, i loro figli, mia mamma e poi io.
Una vita lunghissima, piena di episodi, senza malattie, migliaia di giornate, quasi un secolo di storia passato davanti agli occhi ed ora sei qui di fronte a me stanca ma
attenta... presente.
Sei stata una donna un po' arida, un po' antica,
ma ho capito che quello era il tuo modo di volere bene e l'ho capito anche ora in punto di morte che ci vuoi a casa, che non vuoi darci pensieri e preoccupazioni.
Ti saluto nonna, con il cuore in mano, e ti ringrazio perché se esisto lo devo anche a te e se un giorno avrò un figlio, lui ci sarà grazie a te