(trad. Eliude Santana )
Un mare sereno. Scarse onde. Quello che basta per la pratica di nuoto e allenamento agli amanti del surf.
Una moltitudine di bagnanti. Improvvisamente, un maremoto. Una catastrofe. Gigantesche onde nascono del nulla e si dirigono verso la spiaggia, trascinando tutto. Gran parte dei presenti è stata strascicata via all'arrivo della prima onda. Nessuno, comunque, riesce a scappare, tranne pochi fortunati nelle rarefatte superfici bordeggianti.
Quelli rimasti indietro sono stati trasportati dalle altre onde che non smettevano di crescere. Ci sono voluti pochi secondi per essere sbattuti nella spiaggia come fossero conchiglie. E qui non si tratta di una spiaggia qualunque: è inospitale, accidentata, acida, a volte inquinata e incompatibile con la vita. Devono scappare in fretta o moriranno.
La maggior parte in ogni caso morirà. Per fortuna, la violenza delle acque spinge alcuni ad entrare nel tunnel presente all'entrata della riva e con l'uscita molto lontana dal mare. Dovranno fare un viaggio molto lungo, soltanto di andata, in un percorso sinuoso da cui non sono mai passati prima.
Non si può affermare che sia stato un vero maremoto. Sembrava, invece, che il mare invadesse bruscamente la terra, come se varie dighe si fossero sbarrate allo stesso tempo nei Paesi Bassi. O ancora peggio, come se il livello dell'oceano fosse salito repentinamente a causa di uno scongelamento improvviso delle calotte polari.
Adesso ognuno se ne va per conto suo. Pervaso dalla disperazione, ciascuno cerca di trovare una via d'uscita. Si salva chi può. Impossibile ritornare. Molti soccombono calpestati durante il percorso, altri deviano della corrente e si perdono nei labirinti dei canali e pure questi saranno eliminati. I pochi superstiti che trovano la strada libera si muovono come disperati alla ricerca della fine del tunnel. Nessuna luce.
Chi sono quei bagnanti? Da dove vengono? Da una grossa città sopra il mare. Sono migliaia di abitanti. Nessuno è nato lì. Sono venuti da un luogo più piccolo e meno popolato alla ricerca di una sorte migliore; ma quasi tutti troveranno la peggior morte. Nessuna collaborazione. Infinita competizione. Ognuno per sé. Un esodo alla rovescia.
Dopo aver traversato quell'enorme labirinto, pochissimi saranno rimasti vivi. Perché tanta premura? Perché tanta competizione? Cosa cercheranno? Però, la cosa più sorprendente deve ancora avvenire. La lotta non si attenua dopo aver raggiunto la meta tanto sognata. La concorrenza per riuscire ad arrivarci non è minore di quella maratona senza gloria. La grinta con cui si gettano nel loro tentativo di conquista è impressionante. Si tratta di una seconda gara, non per la conquista di una medaglia, ma sì, per la conquista della propria vita.
Soltanto uno raggiungerà l'obbiettivo. Solo esso sopravvivrà.
Troverà una partner con più potenzialità, ed essa l'accoglierà. Si sentirà da lei protetto, nutrito, ben ospitato. Cresceranno insieme. Formeranno complesse strutture, il cui mistero fino a oggi nessuno è stato in grado di svelare. Convivranno per un tempo abbastanza variabile: un mese, un anno, due lustri, cinque decenni. In qualche paese avranno maggior chance. Magari raggiungeranno settanta, ottanta, novanta, chi sa, cent'anni Quando si sono incontrati, nessuno dei due sospettava del destino che li attendeva. Circa duecentottanta giorni dopo quel presumibile successo che il primo ha raggiunto, iniziano altre battaglie, ancora più diseguali. Soltanto allora, loro capiscono che sono caduti in una trappola: la trappola del nascere. Il tranello del vivere.