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ESSERE è VIVERE
Tanti aspetti, tanti sensi, tanti pensieri e un solo corpo... questa è la persona.
Per definire bene questa parola bisognerebbe pensare ad un insieme di essenze, presenze astratte ricoperte da un unico involucro. Essenze sprigionate dalla mente, dai sensi e dal cuore. Un tutt'uno che segue un percorso superando ostacoli e trovandosi di fronte a scelte... costruendo, tra lacrime e sorrisi, la sua vita. Ma questo percorso non ha meta. È come avere in mano un biglietto del treno, con qualche differenza: sopra leggi il tuo nome ma è privo della destinazione e del prezzo.
Già, perché così è la vita di ogni persona: un lungo viaggio verso un luogo, un obiettivo astratto ; le difficoltà che si incontreranno e le perdite che si subiranno sono ignote alla partenza. Allora è proprio questa l'esistenza? L'essenza, il corpo e il viaggio.
Forse proprio durante le amare remate del nostro viaggio riusciremmo a scoprire la nostra destinazione e cosa il destino ha riservato per noi.
Ai nostri occhi non apparirà niente che possa avere l'aspetto di "certezza" ma, per lo meno, il nostro viaggio inizierà ad avere un senso; un motivo che ci spinga ad andare avanti e a darci la forza di affrontare i numerosi ostacoli che ci si propongono. Più si andrà avanti, più la vita scorrerà e col passare del tempo, forse, su quel biglietto apparirà anche la nostra destinazione e il prezzo che dobbiamo pagare per raggiungerla. Nulla è sicuro nella vita... anche perché niente rende più forti dell'incertezza del domani; il sapere che domani, appena svegli, inizierà qualcosa di nuovo e sapere che ormai ciò che è passato è al di là della tenda di ieri. Il non sapere ciò che ti aspetta ti riempie d'avventura e ti carica di euforia per vivere ogni giorno al cento per cento.
Con paura e felicità, con incertezza e grinta, come si dice? Gli opposti si attraggono, no? Già, proprio così, il pericolo è attraente. È per questo che siamo tutti eroi nella nostra vita. Ognuno di noi fa qualcosa di bello e qualcosa di brutto, tutte le nostre azioni resteranno nel tempo. Magari non saranno scritte in ogni libro di storia ma di certo saranno importanti per qualcuno.
Così, in questo viaggio, tu avrai la possibilità di decidere, con coraggio, chi essere e che ruolo svolgere anche se spesso ciò che ti viene destinato non ti appartiene. E forse è proprio per questo che l'individuo si trova spesso a dover indossare una maschera; qualcosa che copra il suo vero essere, che lo faccia apparire diverso, migliore. Questo è lo scopo, poter essere finalmente accettati dagli altri senza aver paura di affacciarsi al mondo. Ma io vorrei tanto svegliarmi la mattina, lavarmi il viso e sapere che il volto sfiorato dalle mie mani sarà lo stesso che gli altri guarderanno e giudicheranno. Ma la paura delle opinioni è forte, talmente forte da portare l'uomo a creare così una seconda personalità. E come si fa la bella copia di un tema, così esiste anche la bella faccia; quella da mostrare a tutti. Mentre invece la brutta faccia resta chiusa in quel cassetto. Ma sapete, la brutta copia è molto meglio della bella. La brutta copia è bella per gli errori, per le cancellature e per le aggiunte di parole al bordo del foglio. Ed è per questo che la mia brutta faccia è molto meglio... perché è vissuta, ha sofferto ma ha saputo rinascere; è stata abbattuta ma ha avuto la forza di tirarsi su... ha avuto la forza di riscriversi. Senza una brutta copia non può esserci una bella copia. La bella copia è soltanto ciò che si guarda ma bisogna sempre ricordarsi che dietro di essa c'è un'immensa storia carica di passioni, sentimenti e sensazioni difficili da percepire adesso ma, al loro tempo, molto profonde. Maschera come nascondiglio del proprio vero essere o come ulteriore personalità? Questo ognuno lo decide da sé anche se essere se stessi è la cosa migliore nonostante al giorno d'oggi sia davvero difficile lottare contro i pregiudizi della società. Ma sarebbe meglio che, inizialmente, questi pregiudizi fossero decisa autocritica verso appunto se stessi e non una incontrollabile e vanitosa critica altrui.
Ma tutto questo pensiero nasce forse dal fatto che siamo noi stessi i primi a soffermarci sul giudizio prematuro nei riguardi di chiunque ci troviamo di fronte. È qualcosa di irrefrenabile: voler dare un giudizio di quello che si vede senza sapere ciò che l'aspetto esteriore nasconde.
Siamo cresciuti in una società che ci ha imposto quest'idea ed ora è difficile cambiarla. Proprio il giudizio, infatti, è una delle maggiore preoccupazioni nella nostra vita. Ci si chiede se siamo adatti ad un certo tipo di ambiente, se possiamo frequentare determinate persone e se il nostro aspetto sia visto con positività dal resto del mondo. Ma forse dovremmo iniziare a non curarci con così tanta premura di questo problema. Dovremmo essere liberi di essere e di vivere come vogliamo senza farci influenzare dagli altri. Ma per desiderare ciò è necessario, prima di tutto, accettare senza pregiudizio gli altri. Bisogna rendersi conto che siamo in un mondo di diversità ma la diversità non deve essere vista come cosa negativa, anzi, è un arricchimento della propria persona. Si acquisiscono così usi, modi e stili differenti dai nostri e che ci danno la possibilità di immedesimarci in diverse situazioni, guardare con occhi diversi e trovare sfumature diverse in ogni attimo della vita. Non vedremmo più nulla a tinta unita ma tutto sarà una sfumatura di colori diversi ma in splendida sintonia tra di loro; colori come esseri che un giorno viaggeranno su un'unica frequenza.
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