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Un viaggio nel cuore
Sono seduto all'ombra dei miei pensieri e mi vesto dei miei ricordi, chiudo gli occhi ed è tutto impresso nella mia mente, non è mai stato così vivo il ricordo di quella notte...
Sono passati cinque lunghissimi anni e non ho più dimenticato, il pensiero mi assale costantemente nella mia solitudine, il più delle volte cammino con i sensi delle mie abitudini.
Ricordo ogni più piccolo e insignificante dettaglio di una notte che riaffiora nella mia testa, perché tutto passa ma niente si dimentica...
Era una sera di Agosto, calda e secca, bella e meravigliosa come l'estate sa essere per me, giorni pieni di sole e di giornate lunghissime con i suoi profumi nobili e intensi, si nutre e si rigenera il mio spirito.
Mi trovavo al porto di Salerno e mi stavo imbarcando per la Sicilia, una splendida isola del Mediterraneo che ti investe di sapori e di profumi, una terra piena di contraddizioni dov' è impossibile fermare l'immaginazione, perché chi ha avuto la fortuna di visitarla sa esattamente di cosa parlo.
Avevo deciso all'ultimo minuto di andare in vacanza, sulla cartina avevo segnato la destinazione di un paesino chiamato Altavilla Milicia, si trova a nord est di Palermo, circondata da bellezze naturali della costa, il Baglio, l'anfiteatro; il Belvedere, le tre torri normanne; il ponte saraceno; e la necropoli sperduta tra i monti. In conclusione un vero tuffo nella storia!
Avendo prenotato un last-minute, mi sono dovuto adeguare a quello che ho trovato come disponibilità di posti, infatti sono riuscito a trovare solo il posto ponte della nave, il che significava dormire per terra all'aperto, un'esperienza bellissima a mio avviso.
Finalmente la nave parte, si allontana dalla costa, i miei occhi sorridevano dalla felicità di quella partenza e della destinazione che mi aspettava...
Dopo aver passeggiato qua e là per la nave risalgo le scale per andare sul ponte, alla ricerca di uno spazio per trascorrere la notte, ormai erano le 22. 00 e tirava anche un forte vento e più salivi sopra e più le raffiche di vento ti attraversano per tutto il corpo.
Non riuscivo neanche a fumare la mia marlboro, volava tutto via, a quel punto vidi un posto che poteva andar bene, presi un coperta che avevo con me, oltre lo zaino con le mie cose, era un plaid dal colore rosso di quelli ti possono tornare sempre utili e l'occasione si era ampiamente presentata.
Così mi stesi per terra, non ero molto distante dalla ringhiera ma neanche troppo vicino, usai lo zaino come cuscino e guardai il cielo, i miei occhi prima non avevano mai visto un cielo così, imponente e costellato.
Era tempestato di stelle, infinitamente splendido, era come un mantello che si posava su di me, le stelle cadenti quante ce n'erano, non facevo in tempo ad esprimere un desiderio che... polvere di stelle tra le mani e i tra capelli.
Mentre gli altri passeggeri dormivano io ero sveglio, non riuscivo a chiudere gli occhi, per me
era uno spettacolo da non perdere, non ho mai scritto poesie ma se fossi stato un poeta non mi sarebbe mancata l'ispirazione.
Ad un certo punto succede qualcosa che cattura inaspettatamente la mia attenzione ed era ad un passo da me, un donna di spalle, coperta da un cappuccio e vedevo solo la scintilla che faceva il suo accendino, intenta ad accendersi una sigaretta, ma con tutto quel vento in faccia non ce l'avrebbe mai fatta e ne sapevo qualcosa...
Allora mi alzai e mi avvicinai lentamente a lei, si voltò e quando il suo sguardo fu dentro il mio, mi sentii gelare il sangue, il mio cuore era letteralmente in arresto.
Il colore dei suoi occhi di un blu cobalto indimenticabili, ma c'era di più, io sentivo fortemente di conoscerla ma non riuscivo a focalizzare, corpo e mente paralizzati da un emozione inafferrabile.
Un minuto lunghissimo e interminabile di silenzio, lei si avvicinò a me, si abbassò il cappuccio che la copriva, i suoi lunghi capelli biondi e ricci presi dal vento e quasi senza voce mi sussurra: "averti incontrato per caso sembra una scelta del destino".
In quel preciso istante tutto mi tornò alla mente, era lei, la donna di cui mi innamorai tempo fa e che mi lasciò perché aspettava un figlio dal suo ex compagno, che poi divenne suo marito.
In quell'istante l'orgoglio e forse anche un po' di rabbia presero il sopravvento e le risposi: "non lascio scegliere al destino!".
Lei mi guardò e mi fece un mezzo sorriso, mi sentivo tremendamente in imbarazzo e soprattutto avrei voluto tanto baciare la sua bocca con quel labbro superiore così pronunciato, era un invito.
Non l'avevo mai dimenticata, come avrei potuto del resto, quando mi lasciò avevo in tasca l'anello di fidanzamento che non ha mai potuto vedere la luce.
A proposito il suo nome era Sofia, aveva un profumo che inebriava i miei sensi, mi sentivo perso, ma alla fine non ce l'ho fatta e le ho rubato un abbraccio, stretto e intenso dove ogni parola detta sarebbe sembrata banale e superflua.
In quell'attimo il mio cuore parlava al suo senza confini e senza inibizioni, la sua bocca in modo leggiadro sfiorava il mio mento, il mio collo, il mio respiro si fermava a tratti, un desiderio disperato mi circondava e lei ne faceva parte.
Io avrò lei e lei avrà me!
Era come se non ci fossimo mai lasciati, ero tutto stupendo, un brivido mi percorreva dietro la schiena, come se disegnasse un percorso da seguire, che non ho esitato a percorrere insieme a Sofia, volevamo la medesima cosa, appartenere l'uno all'altra.
Come fa un'onda nel mare ci lasciammo andare con una passione indecifrabile, il sole era sorto e la notte era caduta, ma lei non c'era più al mio fianco.
Mi alzai e la cercai ovunque ma invano, fino al momento dello sbarco, la intravidi tra la folla e la sua mano era dentro la mano di un altro uomo, suo marito.
Era tutto così assurdo, mi scese una lacrima e chiusi le mani a pugno, con la consapevolezza di quell'amore proseguii per la mia strada.
Per quella donna avrei fatto qualsiasi cosa, anche lasciarla andare e questo lei l'ha sempre saputo, il nostro è stato un viaggio nel cuore che non troverà mai la morte.
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