Se ne sta solo, vincente, al di là del vetro.
Fuori dal grande palazzo scorre tumultuosa la vita della moderna città, un costante via vai di persone e veicoli e ancora persone.
Sopra, il cielo è limpido, terso; una brezza leggera spazza lo smog immobile dalla strada d'asfalto. Splende il sole. Ciascuno, passando, scorgendolo di là dell'ampia vetrata, gli porge un saluto: talvolta un cenno o poco più, uno sguardo almeno, spesso un sorriso. Le donne soprattutto, che fantasticano, rapite dall'aspetto fiero che lui possiede.
L'uomo ha un volto vagamente squadrato, una mandibola prominente che gli conferisce autorevolezza e richiama segnali ancestrali di un sistema immunitario efficace. La sua pelle è liscia, abbronzata. Perfetta. Nessun indizio di rughe sulla fronte ampia: sarà certamente colto e brillante. La folta chioma leonina, la barba appena rasata e gli occhiali da sole alla moda, neri con rifiniture dorate, gli conferiscono al contempo un aspetto rude e sincero. Uno spirito libero ma raffinato, selvaggio eppure ben curato.
Veste con abiti firmati che ben si adeguano al suo fisico atletico: una camicia bianca coperta da una giacca scura ed una cravatta in tinta unita del medesimo colore. Le mani in tasca sono funzionali alla posa, gli donano sicurezza e deviano l'attenzione sui genitali certamente soddisfacenti. Al contempo permettono di tenere la camicia e la giacca leggermente di lato rispetto all'addome che, complici alcuni bottoni madreperla non chiusi a dovere, fa bella mostra di sé. Muscoli che sembrano scolpiti, tonici e marmorei, frutto di sano esercizio e di indovinata gestione del proprio tempo libero. Molto, sicuramente. Un fisico tonico e sempre in forma, particolare questo che amplifica e connota il sorriso malizioso delle signore che osservano quella meravigliosa creatura.
In molte lo vorrebbero accanto, anche solo per una notte e un giorno soltanto.
Eppure, stranamente, lui a tutto ciò si dimostra indifferente.
Non si scompone il sorriso appena accennato, né la posa delle mani o delle gambe che reggono in parte il peso della sua magnifica figura.
L'uomo infatti è appoggiato ad un veicolo enorme, un fuoristrada tanto potente quanto signorile nel suo apparire maestoso e ingombrante. Il manto grigio antracite ben risalta nell'ampio salone semi deserto, dalle pareti bianche e privo di marche e decorazioni. Ed è sul cofano del prezioso veicolo che l'uomo è parzialmente appoggiato, un richiamo in più a coloro che osservano e bramano il potere che quel contatto sottintende.
A ben guardare però non c'è nessuno nel grande salone, nemmeno sull'auto che fieramente lo sostiene.
E di tutta la gente che passa e lo osserva nemmeno uno si ferma, se non per pochi istanti appena. Rapidi sguardi, al più sorrisi, pensieri gelosi ed invidiosi, critiche o appunti, erotiche fantasie mentre muore ogni contatto a causa di quel vetro sterilizzato e del modo suo di essere.
Così perfetto e al contempo alieno.
Se anche qualcuno ci provasse ad avvicinare quel fiero modello d'umano splendore, in realtà non potrebbe che constatare il vuoto ch'egli nasconde.
È solo finzione, un inganno.
Una bugia commerciale.
L'immagine di uomo moderno è solo un cartone, una sagoma spenta posta laddove è più in vista.
Un memento ed un esempio, ma comunque un uomo non vivo.
Una caricatura di ciò che si crede l'umanità che in esso si riflette.