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Non dimentico nulla

Ricurvo, impallidito, coll'abito e le mani poggiate sul tavolo di legno in quella stanzetta del prontosoccorso, il dottor Lavezzi, quarantenne, paventava la dolce melodia dei cardellini fuor dall'esorbitante finestra. A quell'ora di Domenica pomeriggio nessun altro dottore era presente alla funzione di medico. Solo lui, Lavezzi Giuseppe era medico disponibile in quel giorno.
Di Domenica il povero medico s'era fatto la barba da solo e i baffi se l'era tagliati perchè gli ingrombavano. La campana lo aveva chiamato come tutti gli altri fedeli e dopo giusto giusto
vedendo la fidanzata ancora non moglie e ammiccando le fece segno di venire con lui. Ah lo scalzacane del medico non aveva nessuna pietà anche per quella povera donna -Perchè hai dimenticato questo, perchè quell'altro -E questa volta siccome s'era preso appuntamento prima la signorina Gingillo era stata
in perfetto orario là in quel luogo aperto dove c'era una chiesetta, un edicola di santi e un bar in fondo alla via.
- Ti avevo detto di portare quel libro -
E Lavezzi ripensava alla frase che aveva detto alla fidanzata con tento inteso pretesto. Rivoleva quel libro, non gli allettava tanto la questione che quella donna fosse la sua amata, ma pensava a quei pezzi di carta dove la filosofia era la notte dei tempi. Gli era tanto caro poi quel libro, gliela aveva regalato un suo vecchio zio d'America, un vero critico di tutti i tempi. Ora pensando a queste parole non provava nessuna accusa da scaricarsi addosso.
- Io non mi sono mai dimenticato di portare a qualcuno l'oggetto richiesto, quello prestato. Mai un documento l'ho lasciato a marcire se serviva fuori da queste quattro mura, ho portato tutto e di tutto sul luogo di utilizzo o di immagazzinamento.
Vagando solo per la stanza, alzatosi da quella sedia un po' putrefatta si recò al piano di sopra per prendere qualche snack e per gonfiarsi lo stomaco.
-Speriamo che non se ne dimentichi più la mia Giulia-.
Zitto dopo un po' udi al piano di sotto un vociar di due persone.
Allora vi scese e vide chi erano. Un vecchio sessantenne e una donna.
Il medico si fermò e restò perplesso perchè il vecchio era gonfio nelle mani e pallido in faccia.
- Cosa ha , mi sembra che ci siamo visti l'altra notte. Appena mi ha vista
è corsa con una furia eppure la sua governante-.
- Caro signor Lavezzi si è dimenticato una sola cosa?-
-Cosa non dimentico mai...
- Si, invece quel giorno avevo una febbriciattola e lei mi diede
un'altra medicina per la testa che provocò effetti indesiderati-.
Atterrito da questa notizia rimase su due piedi mangiandosi tutte le parole da scalzacane.

 

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 20/04/2012 16:10
    ... scorre via
    in maniera molto diretta,
    davvero piaciuto
    nella sua semplicità,
    complimenti.

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