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Un cuore nuovo
Le umiliazioni che tu hai inferto, come il più disumano degli aguzzini, non sono volate via ingoiate dal tempo, esse vagano sul tuo capo come avvoltoi affamati che inseguono la preda.
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La dea della vita, giunse al vivere dei suoi campi, e prese a camminare per i prati in fiore. Era bellissima e piena di luce, ed uno scarafaggio guardandola ne restò incantato:
Meravigliosa creatura, tu al di sopra di tutte, tu luce che rischiari la vita, tu anima gentile, si inchina il mio capo al tuo cospetto.
Ma la dea della vita, sapeva bene chi invero fosse quel buio animale e pertanto al suo gentil parlare rispose:
Alza pure la fronte, non devi a me questo rispetto, ti conosco e so che non hai mai dimostrato gentilezza al vivere, se non a chi ti è apparso superiore.
Io?
Disse offeso lo scarafaggio.
Madre della vita, ti starai confondendo con altri, non esiste scarafaggio più altruista di me, te lo dimostra il fatto che mi sia rivolto a te con grande rispetto senza neppure conoscerti.
Continui a creder che il viver dorma, figlio ingrato, ho osservato ogni passo del tuo cammino e le umiliazioni che hai inferto al più piccolo dei miei figli e come se le avessi inferte a me.
Non posso dimenticare il dolore che hai procurato, e sino a quando i miei figli continueranno a versar lacrime sui tuoi misfatti, io non ti perdonerò.
AHHAHAHH e che mi fai, ho avuto una vita bellissima e piena di soddisfazioni, ogni qualvolta ho desiderato qualcosa me la sono presa. Posso davvero ritenermi soddisfatto di ogni cosa, dimmi ora cosa puoi togliermi forse la vita?
Prenditela pure, era già previsto ma non cambierei una virgola del mio passato.
Tu dici? Parli così in virtù della tua limitata visione di vita, ma se comprendessi che la tua esistenza e solo all’inizio e non alla fine così come pensi, le tue certezze incomincerebbero a vacillare e piangeresti lacrime amare, per come hai lavorato qui sulla terra.
Le umiliazioni che tu hai inferto, come il più disumano degli aguzzini, non sono volate via ingoiate dal tempo, esse vagano sul tuo capo come avvoltoi affamati che inseguono la preda.
Avrai una grande lezione, visto che alle piccole non hai prestato ascolto. E quella che ai tuoi occhi potrà apparirti crudeltà, sarà invece, l’ennesimo gesto d’amore, che la vita avrà nei tuoi riguardi.
La mia distruzione tu la chiami gesto d’amore, il mondo va davvero sottosopra, stai zitta e vola lontana da me.
Ascoltami, vecchio scarafaggio tu sei stato sordo e cieco per un intera vita, e del vivere non hai mai colto alcun messaggio. Ti viene offerta un ultima occasione coglila.
Maledetta vita non riuscirai a togliermi ciò che per un intera vita ho accumulato.
Forse temi per le tue cose? Rassicura il tuo cuore non sarà li che ti colpirò. Avevi una vita intera per prepararti alla dipartita, e l’hai sprecata nell’accumular cose e nel dissetare la tua sete di vizi. Tra poco quando l’età avanzerà svanirà il tuo fuoco per le cose e tu rimarrai smarrito e senza bastoni, i tuoi bastoni e il tuo sostentamento erano nelle cose. Quello sarà il tuo calvario, l’accumular beni e il soddisfar vizi non ti porterà più alcun sollievo.
Impossibile, è una vita che vado avanti trovando nelle cose e nei miei vizi la carica di entusiasmo che mi hanno condotto sin qui.
Vedrai!
Disse la dea della vita, prendendo il volo nel cielo terso. Di lì a poco lo scarafaggio incredulo, tornò nella sua sontuosa dimora, si guardò allo specchio e contò i giorni che gli rimanevano da vivere, e si rese conto che seppur in ottima salute, il tempo nella sua clessidra della vita fuggiva via veloce, da quel momento in poi ogni cosa perse di importanza.
La tristezza lo soffocò nel suo buio manto e la disperazione giunse presto a fargli compagnia. Sconvolto per il dolore provato, lo scarafaggio tentò di porre rimedio al male che aveva fatto nel corso di un intera vita. Cercò una ad una le sue vittime, e con le sue ricchezze tentò di portar sollievo e talvolta il sorriso laddove aveva solo procurato dolore.
Ma il suo prodigarsi nel far del bene non gli procurò alcun sollievo e allora imprecando contro la vita disse:
Ho sistemato tutto, perché non mi aiuti maledetta vita.
La dea della vita ridiscese dal cielo, e guardò lo scarafaggio distrutto ed ansimante soffocato dalla polvere.
Ho visto i tuoi sforzi razionali, mio piccolo ed intelligente amico, ma non ho visto luce nel tuo cuore, se i tuoi gesti fossero nati dal cuore ora non sentiresti più dolore questa è la legge, invece le tue azioni sono nate da una scelta di convenienza, e queste scelte nel cielo non hanno eco. Facciamo un patto, se tu ora farai una scelta di cuore io ti aiuterò.
Dimmi che posso fare?
Le scelte di cuore sono spontanee, va cammina per il tuo mondo e cerca con il cuore la risposta.
Lo scarafaggio camminò per giorni, senza capire che cosa avrebbe dovuto fare, nel camminare una formica gli chiese del cibo, e lui senza prestarci attenzione spezzò un pezzo del suo pane e glielo diede.
Una coccinella cercava di attingere dell’acqua in una profonda pozzanghera e lo scarafaggio le fornì il suo aiuto.
Un piccolo di topo si era perso e squittiva disperato, e lo scarafaggio gli fece compagnia sino al giungere della genitrice.
Poi si addormentò stanco e triste, al risveglio era tra le braccia della dea della vita che lo accarezzava con occhi diversi, a dir poco d’amore.
Dove sono!
Disse lo scarafaggio.
Sei giunto a casa, che tu sia il benvenuto, seppur con passo lento e stentato hai compreso da solo quale fosse il giusto cammino, tutti i tuoi debiti ti sono stati rimessi alla luce del tuo cuore nuovo.
Sono morto allora.
No, oggi sei davvero nato alla vita.
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