Dentro di lui si era spezzato qualche cosa. Non sapeva bene spiegarlo. Non che ci fosse qualcuno che voleva saperlo, né lui sentiva il bisogno di doverne parlare. Al contrario, non si era mai sentito così bene in vita sua. Un problema però c'era, i pochi soldi che gli erano rimasti erano davvero pochi. Sapeva che si sarebbe dovuto occupare della faccenda, ma solo il fatto di dover pensare a quella precisa faccenda gli procurava un profondo senso di tristezza; Pluto, così si chiamava, faceva il pittore e dipingeva enormi tele che nessuno voleva. Non gli importava il successo; certo però che se vendeva qualche quadro...
Anni prima Pluto aveva trovato in un rigagnolo della strada un portafoglio; lo tirò su e se lo mise nella tasca davanti dei pantaloni. Il portafoglio era pieno e grosso. Pluto fece scivolare fuori i biglietti, mai aveva visto tante banconote, ma ormai quelle banconote non c'erano più.
Si vestì e uscì.
Una lieve pioggia bagnava la città e il traffico della sera cominciava ad intasare le strade.
Andò avanti senza fretta, la pioggia non lo infastidiva, se c'era qualcosa che lo infastidiva era proprio quell'assillante realtà quotidiana.
Si fermò ad un semaforo rosso. Sapeva che era venuto il momento di rassegnarsi anche lui, doveva trovarsi un lavoro. Pluto attraversò il crocicchio e andò avanti lungo il marciapiede. Un piccolo corso d'acqua scorreva nella parte più bassa della strada e rifletteva le luci della città.
- Ma chissà che...