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Scene da una calda mattinata d'estate
Simone uscì di casa verso le nove del mattino, Marco era già al bar e Giovanni stava scendendo dalla corriera.
Sul palco si stava ancora esibendo il gruppo di apertura e a nessuno interessa il gruppo d'apertura, l'importante era arrivare in tempo per vedere la prima canzone del vero spettacolo, iniziava verso le dieci o giù di li, perciò avevano ancora tranquillamente il tempo di farcela.
"Caffè corretto sambuca per piacere" "Arriva subito"
A Marco piaceva molto il caffè corretto la mattina, una colazione da campioni per cominciare la giornata nel migliore dei modi, Giovanni invece non pativa il sonno, appena sveglio sentiva già un sano appetito, entrò anche lui nel bar e chiese un hamburger e una birra "Sei qua da molto?" chiese all'amico "No saranno cinque minuti, hai sentito Simone?" "Quando sono uscito si era appena alzato, ma per le dieci ce la dovrebbe fare di sicuro"
Si sedettero nei tavoli fuori dal locale e accesero una sigaretta, "È così che iniziano le storie più belle, in una calda mattina d'estate con una sigaretta in bocca" declamò Marco agitando la mano sinistra "Appena sveglio sei più coglione del solito sai?" gli rispose l'altro scuotendo il capo "Credo che tu abbia ragione, d'altronde il mattino è sgradevole per tutti, a parte per le pietre naturalmente, quindi tu puoi stare tranquillo"
Rimasero in silenzio per un po'.
"Che ore sono" chiese Marco "Le dieci meno un quarto" rispose l'altro "Tra un po' arriva e ci introduciamo"
Alla fine arrivò, con grande sollievo di Marco che odiava i silenzi prolungati "Ciao" salutò Simone sbadigliando "Prendo un caffè e andiamo"
Non più tardi di dieci minuti ed erano di fronte all'edificio medievale, di soppiatto si avvicinarono alla porta sul retro ed erano dentro.
La sala del concerto era già stracolma, ma non ebbero reali difficoltà ad entrare, l'alcol scorreva a fiumi e fecero giusto in tempo a sentire l'apertura: si divisero in cerca di vino e di altri generi di conforto.
Un'ora più tardi Giovanni si agitava palesemente ubriaco nei pressi del palco, vicino a lui una sconosciuta ragazza non troppo bella ma sicuramente piuttosto allegra, Simone stava coricato su due sedie poste l'una accanto all'altra accudito dalle cure materne del suo eterno quasi amore e Marco fingeva di ascoltare i discorsi di una strana ragazza dotata di Kefià a cui si era imprudentemente avvicinato: insomma, tutto procedeva per il meglio.
Il più annoiato dei tre decise dopo una breve riflessione di fingere lo svenimento, cadde riverso nelle aiuole che aveva alle spalle, sotto gli occhi di quell'anima così nobile che, povera lei, avrebbe voluto parlare un altro po' della poesia del secolo d'oro, indi appena la recente quanto sgradita conquista se ne fu andata riprese i sensi e si mise alla ricerca degli altri due.
Giovanni, rimase un tantino perplesso di fronte alla richiesta della giovane che aveva finemente approcciato, con tutto l'impegno faticava a trovare qualcosa di erotico nel succhiare il sangue che lei si faceva uscire tagliandosi sulle braccia: quindi si mise alla ricerca degli altri due.
Simone amava molto il suo quasi grande amore ma aveva voglia di fare qualcosa di divertente, quindi farfugliando una scusa, si mise alla ricerca degli altri due.
Si ritrovarono dopo lunghe ricerche, e a quel punto decisero di aspettare la fine del concerto, che stava volgendo al termine: per ingannare il tempo si gettarono nel pogo.
Dopo l'ultima magistrale esecuzione della band uscirono di soppiatto come erano entrati e presero la via del solito bar.
"Tre bicchieri di bianco" chiesero "Bello il concerto?" rispose il barista "Splendido" concluse Marco "Ma come... non lo sa che le migliori storie cominciano sempre in una calda mattina d'estate?"
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