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La leggenda del Carnevale
Che strano questo periodo è proprio vero che non ci sono più le mezze stagioni, e così che
una giornata di Febbraio sembra quasi una giornata di Agosto, ed i nostri protagonisti
escono per una bella passegiata.
Sulla battigia di una spiaggia finissima color crema, arricchita da numerose e coloratissime
conchiglie, si intravede una bella famigliola, tutti si tengono per mano.
All'estrema destra di questa "catena umana" si trova una ragazzo di circa 14 anni, capelli
scuri tirati all'insù come la cresta di un gallo, maglietta giallo sgargiante e pantaloni color
avana, del viso non ho una descrizione dettagliata ma leggo solo un'espressione del tipo:
<<che sto a fare quì, potevo essere alla play>>,
immediatamente all'interno una distinta signora di circa 60 anni, capelli coror bianco
madreperla, lisci e ordinati, deve curarli molto, un espressione serena sul viso e due
grandi occhi che focalizzano lo sguardo su di essi appena incroci il suo volto.
Alla destra della distinta signora una bimba di 4 o 5 anni capelli biondi chiarissimi, misti a
delle spruzzatine di rame, sembra quasi un colore artificiale, che fa ondeggiare mentre
cammina proprio felice di quella passegiata. Il vestito che indossa è particolarmente
carino, una vestito tinta unica color rosa tenue, che le arriva fino a sopra le ginocchia con
delle svasature alle estremità, è l'unica della famiglia ad non essere costretta a
stroppiciare il vestito per non farlo bagnare dall'acqua, anche se come gli altri è costretta
a camminare a piedi nudi. L'ultimo anello di questa catena umana è un uomo di oltre 70
anni, fisico abbondante e viso scavato da profonde rughe, occhi piccoli ma che
trasmettono grande felicità. Questa catena si rompe appena la bimba si divincola dalle
amorevoli mani dei nonni e corre per prendere la conchiglia vista, prima che l'onda la
porti via.
<<Che bella questa conghiglia, questo carnevale mi travesto da conghiglia>> disse
rivolgendosi ai suoi nonni.
<<Ma che dici sciocca, come ti vengono in mente certe stupidaggini!>>rispose stizzito il
"gallo".
<<Come ti travestivi tu?>> la bimba disse rivolgendosi al nonno.
Il nonno si sedette su una roccia proprio li al centro della spiaggia e chiese ai nipoti e alla
sua compagna di sedersi ad ascoltare una storia:
<<La conoscete la leggenda di carnevale?>> disse il nonno rivolgendosi ai nipoti, e così
iniziò il suo racconto:
<<Domenico era un uomo di 50 anni, molto simpatico, che non conosceva pause era il
cosidetto "animale da lavoro". Ogni matina si alzava alle 4 e andava a dormire alle 2, in questo arco di tempo faceva i lavori più disparati: panettiere, lavagista, giardiniere,
receptionist ed in qualunque lavoro lo incontraste era sempre attivo e sveglio. Filippo un
ragazzino che poteva avere qualche anno in più di tè, rivolgendo lo sguardo verso il nipote
ma non riavendo altro che un'espressione da mulo assonnato, abitava a qualche isolato da
casa sua ebbe la voglia di fargli uno scherzo con l'approssimarsi del Carnevale.
Filippo tutti i giorni con stupore dei suoi genitori si alzava alle 3 del mattino, si copriva ben
bene, prendeva la bici dal garage percorreva due isolati e si appostava dietro il muro della
casa di fronte a quella di Domenico e da allora lo seguiva. Il segugio interrompe il suo
inseguimento solo durante l'orario scolastico. Grazie alla vita metodica di Domenico,
Filippo ormai sapeva anche senza seguirlo dove si trovava in qualsiasi momento della
giornata, ed aveva deciso dove avrebbe colpito per il suo scherzo, l'unico posto possibile
era la sua abitazione, allora inizio dal giorno dopo ad ispezionare la casa di Domenico e
dopo due giorni conosceva gli orari di tutti gli abitanti della casa, la disposizione di tutte le
finestre e le porte grazie alla sua memoria fotografica. Adesso doveva solo scoprire
l'interno, e per farlo un giorno si presento dalla signora Ortis per chiedergli dello zucchero,
in meno di 10 minuti riuscì a memmorizzare cosi bene la casa che avrebbe potuto
camminare anche al buio, come d'altronde avrebbe dovuto fare.
Domenica mattina, alle 3 Filippo si alzò, rivolse lo sguardo verso la libreria piena di
giornalini di Diabolik e disse, oggi sarò alla tua altezza.>>proprio come quelli che hai in
cantina tu nonno vero? disse Angelica, Il nonno sorrise e continuò la sua storia:
<< Filippo percorse i due isolati, si arrampicò sull'albero di Mandorlo e da lì saltò sul
cornicione della casa di Domenico, si intrufolò in casa dalla finestra del lucernaio. Arrivare
alla stanza di Domenico fu una passeggiata, riusciva a camminare al buio sicuro come non
mai, con un pennarello a tempera dipinse la guance di Domenico dando loro un colore
rossiccio come quando si dorme e non si sopporta il caldo, e attaccò al suo volto degli
occhiali con disegnati degli occhi chiusi, lasciò cadere sul letto un foglietto con scritto: "
Filippo è stato quì e ha le prove che anche tu dormi!". Fissò la fotocamera con sensore di
movimento all'armadio della stanza e si appostò sul mandorlo all'esterno della casa,
quando uscirono tutti sgattaiolo dentro e recuperò la fotocamera. Tutto il quartiere
divertito da quella storia, organizzò tutti gli anni la festa di carnevale in cui ognuno doveva
dipingere il viso di un suo amico la domenica di carnevale. Nessuno seppè mai chi era quel
Filippo che fece lo scherzo a Domenico e credo che nessuno lo saprà mai!>> Alla fine della
storia Antonella, scambiò uno sguardo di intesa ed ammirazzione col suo compagno,
Andrea era arrivato già al 16° livello di "prince of persia" giocando sul cellulare, ed
angelica aveva stampato in viso un sorriso che esprimeva tutta la sua felicità per la storia
raccontata dal nonno.
Angelica, rivolgendosi ai suoi nonni chiede se Domenica poteva andare con loro alla festa
del quartiere, e voleva dipingere il loro volto. I nonni acconsentirono.
<<Andre, Angelica andiamo>> la voce di Alessandro irrompe nella scena.
<<Si papà subito>>risposero prima Andrea e dopo Angelica. I due si incamminò verso il padre, ma a metà strada uno di loro tornò indietro dai suoi nonni e disse:
<<Nonno sai che forse io ho scoperto chi era quel ragazzo, ma non lo dirò a nessuno
promesso. Ci vediamo Domenica nonno PIPPO!>>
<<Va bene, promettimi che verrai senza cianfrusaglie tecnologiche, d'accordo Andrea>>
disse il Nonno, orgogliose della sagacia del nipote.
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