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Freoria
Quando Ryuka prese il potere, non pensava che fosse così difficile trattare con quella marmaglia di selvaggi bio-cybernetici. Nonostante i suoi sforzi per sensibilizzarli, stavano continuando a distruggere ogni tipo di risorsa del pianeta inquinando e sporcando la loro terra oltre i limiti del tollerabile. Nulla si salvava dalla loro sudicia ingordigia: terra, acqua, aria, tutto era così inquinato da costringere Ryuka a far mettere una recinzione foto-elettromagnetica alta fin sopra l'atmosfera di Freoria proprio al confine con il territorio dei bio-cyber. La loro tecnologia, se così si poteva chiamare, usava marchingegni meccanici a combustione interna, che producevano fumi tossici e puzzolenti, bruciando strani liquidi infiammabili come fonte principale di energia. La situazione era così grave che, dallo spazio, i due emisferi del pianeta sembravano due metà appartenenti a due pianeti completamente diversi: uno dei due, quello governato dall'Imperatore Ryuka, era verdeggiante e pieno di vita, mentre l'altro, invece, era nero come un incubo notturno, dove fumi neri e nauseabondi fuoriuscivano dalle canne fumarie delle loro fabbriche. Perfino i fondali marini erano color del catrame e i mari erano di un colore verde-giallo, sporco come il veleno. Per impedire a quell'acqua fetida e letale di varcare i confini, Ryuka dovette escogitare una barriera diversa: onde evitare di far evaporare i mari per il calore generato dalle potenti barriere di energia, fece costruire un dispositivo idro-magnetico che si aggiungeva alle barriere e che respingeva l'acqua marina. Cosicché, nella metà Meridiana del pianeta vi era un vuoto che separava le due masse d'acqua. Per usare un termine degli abitanti del pianeta Gaya, posto nella galassia a noi più vicina, il pianeta sembrava un Tao, ma senza i due cerchi equilibranti su ogni metà.
Nonostante la sua carica e la sua immensa forza, i bio-cyber non lo temevano, ma anzi, una volta provarono perfino a schernirlo chiamandolo "vecchiaccio", cacciandolo dalla loro terra come un ospite sgradito!
Ryuka dovette desistere e lasciare quelle terre, raggiungendo l'aeronave con cui vi si era recato, si sedette sul sedile passeggeri, mise la cintura allacciando e fissando il dispositivo della cintura proprio al centro del suo ombelico. La navetta come al solito assorbì una piccola parte dell'energia vitale dell'equipaggio attivando in tal modo il motore che avrebbe assorbito grandi quantità di energia cosmica dall'aria, restituendo l'energia presa in prestito con gli interessi. La nave si sollevò come sempre silenziosa, dirigendosi verso la Capitale.
Cosicché Ryuka si vide costretto ad estrometterli da ogni rapporto con il suo regno, giusto ed evoluto nella saggezza e nella pace, poiché i bio-cyber erano sempre in lotta tra loro, bramosi di potere, tanto che chiunque salisse al comando del loro stato, se così possiamo chiamarlo politicamente, in meno di una settimana o veniva silurato, per usare ancora un termine di Gaya, o veniva ucciso senza pietà. Sicché, il loro territorio era costantemente immerso nel caos e nell'anarchia più assoluta e sfrenata.
Ma quel che davvero preoccupava Ryuka, era la crescente attività militare dei Krodius, una razza di alieni dall'aspetto sgradevole, fortemente dispotici e aggressivi, a metà fra un insetto e un crostaceo dalla corazza di colore rosso acceso. La loro forza e i loro poteri psichici erano grandi, da soli non erano un problema per Ryuka, ma uniti erano temibili persino per lui.
Già altre volte dovette affrontare la tracotanza dei Krodius in battaglia, a volte scendendo in campo personalmente, e sapeva che, se avessero deciso di invadere ancora il sistema, non sarebbero più stati tollerati nemmeno dal Consiglio Degli Imperi Uniti e sarebbe stata la guerra.
Ma qualcosa stava per accadere, lo sentiva nell'aria... e nelle ossa! Sentiva una strana forza agente su di lui, una forza maligna, che ne ottundeva la coscienza e ne ottenebrava la mente. Per qualche strana ragione che non sapeva spiegare, sentiva che l'avrebbe via - via portato a perdere in qualche modo il controllo di sé stesso...
Quando Axelia si svegliò, vide alla sua destra che il letto era vuoto, il suo Uomo, il suo immenso ed insostituibile Amore non era con lei, come ogni giorno, ad aspettare il suo risveglio, beandosi della sua figura dormiente di incantevole bellezza. Lei, Regina di Freoria e consorte del Grande Ryuka, aveva il difficile compito di sostenerlo nei momenti difficili, di consigliarlo ogni volta questi glielo avesse chiesto, compito che assolveva con inesprimibile felicità e amore, poiché in cambio, riceveva attenzioni amorevoli da un marito straordinario che letteralmente la adorava.
Ma quel giorno lui non era lì. E dentro di sé aveva la terribile sensazione che stesse per rovesciarsi una sciagura! Si alzò dolcemente, con la solita eleganza che la contraddistingueva e chiamò la donna che aveva dedicato la sua vita ad assisterla. Questa l'aiutò a vestirsi, le sistemò i suoi lunghi capelli d'oro lisci e morbidi come la più pregiata seta di Gaya, mentre non poteva evitare di notare il meraviglioso contrasto tra le sue labbra naturalmente rosse, gli occhi blu profondo come un mare lucente e la pelle eburnea, come la luce delle creature alate che popolano i mondi extradimensionali.
Dunque Axelia uscì dalla stanza e si mise in cerca del suo Imperatore. Girando per le camere del palazzo, la gente lavorante all'interno rispondeva che pareva essersi alzato molto presto in preda ad una strana inquietudine, tanto che alcuni affermarono che nei suoi modi... pareva non fosse nemmeno lui!
Ad un certo punto, tutti sentirono degli schiamazzi provenienti dai giardini imperiali, Axelia udì delle parole pronunciate quasi urlando e in tono beffardo e arrogante. Ne riconobbe la voce. Cosicché si precipitò verso i giardini correndo, con la sempre crescente sensazione che qualcosa di orribile stesse accadendo, ma una volta arrivata, la scena a cui assistette superò di gran lunga i suoi timori: Ryuka stava dinnanzi a lei, voltandole le spalle. Avanti a lui vi era Shindko, suo compagno di battaglia, saggio e fedele consigliere e da sempre suo migliore amico, appartenente ad una razza dalla pelle quasi metallica proveniente dall'orlo esterno. Alla destra di Shindko vi era la sua donna, una incantevole figura aggraziata, ultima rappresentante di una razza ormai estinta appartenente ad una galassia lontana; il suo nome significava Aurora.
Lunghi capelli mossi di un blue cobalto intenso come i suoi occhi viola profondi come il cosmo, occhi che apparivano sconcertati di fronte alla scena di cui era la co-protagonista.
Ryuka stava dileggiando Shindko, provocandolo in ogni modo e spingendolo a combattere, ma Shindko sapeva che lottando con l'amico avrebbe sicuramente avuto la peggio, Ryuka era troppo forte! Inoltre non poteva comunque rischiare di danneggiare l'Imperatore, il quale, per qualche strano sortilegio pareva posseduto da un'altra personalità, aggressivo e pericoloso, gli occhi iniettati di sangue, la carnagione di un pallore mortale e il volto sfigurato da un odio che in vita non aveva mai conosciuto nemmeno per il suo più acerrimo nemico...
D'un tratto Ryuka si accorse della presenza dell'amata moglie dietro di sé, si girò, ma di colpo l'attenzione fu catturata dalla donna dai capelli blue cobalto, vi si avvicinò: <<Vediamo se sai almeno difendere la tua femmina!>>, disse rivolto a Shindko, dopodiché la baciò.
Il tutto di fronte agli occhi spaventati e in lacrime dell'attonita Axelia!
<<NO!! Adesso basta, fermati, stai esagerando! Ma che cosa ti è preso, cosa ti è successo?!>>, rispose confuso e irritato Shindko.
<<Stai zitto!!!>>, gli urlò in faccia Ryuka, <<Tu sei invidioso, dillo apertamente che vorresti il mio potere! Dillo che stai complottando contro di me!!>>.
Ma mentre l'amico sbraitava, Shindko si accorse di qualcosa che lo allarmò, risvegliando il suo spirito guerriero: Il pallore di Ryuka cresceva ad ogni scatto di rabbia e una grossa palla stava crescendo con lo stesso ritmo sotto le costole spurie del suo fianco sinistro. Fece un passo indietro e attivò la sua vista penetrante, fu allora che capì cosa stava per accadere: una ghiandola stava privando Ryuka della sua linfa assorbendola al suo interno e trasformandola in qualcosa di letale. Una forza sinistra vi era all'opera. Essa mirava ad indebolire la sua vittima mentre l'assoggettava al suo oscuro incantesimo per distrarre lui e tutti i presenti, per poi spaccare la sacca riversando in circolo il liquido letale in un corpo fortemente debilitato. Uccidendolo all'istante.
Shindko comprese tutto ciò nel tempo di un sospiro e sapeva che doveva agire in fretta. Mentre Ryuka interpretò in suo passo indietro come un ritirarsi e tento di afferrarlo per il colletto dell'uniforme grigia come la sua pelle, Shindko allontanò il braccio dell'amico col suo braccio destro, allungò gli artigli della sua grigia mano sinistra e affondò di punta come una lancia, afferrò la ghiandola ormai satura e la strappò via di netto lanciandola lontano. Quest'ultima esplose in una nuvola bluastra prima ancora di
toccare terra.
Solo a quel punto Ryuka riprese coscienza di sé, guardò il volto dei presenti fino a incrociare il bianco viso di Axelia rigato dalle lacrime.
Mentre osservava, un rivolo di sangue correva ai lati della bocca:
<<Che cosa... ho fatto?!>> disse balbettando con un filo di voce. Detto questo, col cuore straziato dalla sofferenza che la vista di quel tanto amato viso bagnato di pianto gli procurava, si accasciò al suolo. Mentre i soccorsi stavano salvando la sua vita, Ryuka si sentiva morire nell'animo, e una lacrima amara cadde veloce ai lati esterni degli occhi, bagnando i suoi capelli rossi...
Ryuka si risveglio in un letto dalle lenzuola blu/verde all'interno di una stanza dove predominavano gli stessi colori. Sopra di lui, una lampada a ioni rigeneratori di tessuti continuava ad irradiare energia di guarigione, mentre accanto a lui, proprio alla sua sinistra, vi era Axelia.
I suoi occhi dolcissimi lo rincuorarono: <<Ben tornato, amore mio>>, disse accarezzandolo affettuosamente.
Ryuka la guardò con dispiacere: <<Provo un immenso dolore per quello che ti ho fatto, Axelia! Come potrò mai perdonarmelo?!>>, le disse. Al ché la donna prese tra le mani il viso di lui, lo guardò negli occhi intensamente, quegli occhi color ambra, immensamente profondi e penetranti: <<Io non ho nulla da perdonarti, amore mio. Chi ha fatto tutto ciò è uno sconosciuto! Non devi colpevolizzarti perché qualcuno o qualcosa mi ha fatto del male usando il tuo corpo, non eri in te Ryuka, tu sei vittima quanto me!>>.
Ryuka annuì e riportò l'attenzione al suo corpo e al suo stato di salute. Notò che la ferita era del tutto guarita, ma i tessuti erano ancora deboli e lui si rendeva conto di aver recuperato solo il 70% delle sue forze. Poteva sfruttare solo il 50% della sua potenza e dei suoi poteri magici. Tornò a guardare il viso di lei: <<Da quanto sono al centro di rigenerazione e guarigione?>>, le chiese.
<<Da ben due giorni, nei quali pare che la nostra luna verde sia stata attaccata dai Krodius, ma non devi preoccuparti: in tua assenza ho gestito io tutto il da farsi ed è andata benone!>>, rispose sorridendo compiaciuta.
Mentre parlavano, alla porta entrò un ufficiale dell'esercito imperiale, il quale si inginocchiò con reverenza di fronte ad Axelia: <<Mia regina, bisogna che ci raggiunga subito al quartier generale...>>.
<<Cosa c'è di tanto urgente, Mirosis?!>>, rispose Axelia.
<<Una flotta di navi madri Krodius si sta dirigendo verso il nostro sistema, Signora!>> rispose l'ufficiale.
Al ché Ryuka intervenne: <<Se la cosa è così grave dovresti andare subito>>, disse ad Axelia, <<Vi raggiungerò io tra un attimo, il tempo di sistemarmi>>.
A queste parole Axelia si allarmò: <<No, amore! Non puoi...>>.
<<NON... intendo discutere!!>>, la interruppe Ryuka, <<se la cosa è così grave io devo essere presente. Mi sono già sufficientemente ristabilito... Ci vediamo dopo, adesso va'!>>.
L'ufficiale militare si inchino di fronte a Ryuka: <<Imperatore...>>.
Poi fece un passo indietro e fece per andarsene, quando si voltò di nuovo verso l'Imperatore: <<Sono lieto di vedere che state bene>>.
Mentre veniva lasciato solo, Ryuka si alzò e fece per vestirsi, quando un ufficiale medico, una donna alta e slanciata, che tuttavia arrivava all'altezza delle spalle di Ryuka, si precipitò verso di lui: <<Signore, perdonatemi, ma non vi siete ancora ristabiliti del tutto, è pericoloso...>>.
<<È un'emergenza! Devo andare...>>, rispose Ryuka, interrompendola.
<<Lasciate almeno che vi aiuti! Sarebbe un onore per me.>>, disse la donna.
L'Imperatore la lasciò fare ed in breve fu vestito e pronto per tornare alla guida del suo fragile pianeta.
Dopo aver saputo dell'imminente attacco massiccio dei Krodius, L'Imperatore di Freoria mise in stato di allerta tutte le forze militari del pianeta e ricevette sostegno militare anche dal consiglio imperiale galattico, rappresentante tutti i sistemi abitati più socialmente evoluti della galassia, che a loro volta si misero in assetto di guerra, pronti ad aspettarli.
Dal canto suo, Ryuka tornò ad allenarsi per recuperare il più possibile le proprie forze. Dunque si recò nelle vaste foreste ai margini della grande Città Imperiale per meditare a lungo e contattare la fonte del suo più grande Potere: quello di assorbire e ridistribuire enormi masse di Energia Vitale Universale. Anche se il suo 50% era più che sufficiente a spazzare via un esercito di cinquemila guerrieri Krodius con un solo colpo, stavolta non era abbastanza. L'assalto imminente era un attacco suicida che mirava ad una sola cosa: distruggere il Regno di Freoria e conquistarne il pianeta.
Passarono due giorni nei quali riacquistò il 75% dei suoi poteri, aveva solo due giorni per riprendersi del tutto, era l'unica possibilità che avevano; lui rappresentava la loro più potente arma.
Era nel bel mezzo di un allenamento intensivo quando il cielo sopra la foresta si oscurò come in una eclisse. Successivamente altri dischi giganteschi comparirono dal nulla sommergendo Freoria. Erano in anticipo!
Fu allora che capì: qualcuno li aveva aiutati, forse un traditore; dunque si sedette sull'erba fresca sotto di lui e cominciò a meditare, scatenando la sua forza. Nel mentre, nei cieli di Freoria era battaglia, le armate del consiglio imperiale raggiunsero il sistema per difenderci e aprirono il fuoco contro le navi Krodius, che a loro volta ricambiarono il favore sguinzagliando i loro caccia stellari.
Ma il Potere Psico-magico di Ryuka stava già manifestando il suo effetto, la forza tele-cinetica dell'Imperatore Stregone danneggiò le difese delle astronavi nemiche riducendo di molto l'efficacia dei loro attacchi, già tre astronavi madri Krodius erano distrutte e scagliate lontano dal pianeta dai cannoni magnetici sulla superficie di Freoria. Ma non era finita!
Le navi madri nemiche sembravano infinite, per ognuna che veniva abbattuta ne sbucavano fuori altre due dall'iperspazio, fin che non riuscirono ad ancorarsi alla superficie del pianeta.
In quel momento, guerrieri Krodius cominciarono a scendere sul pianeta come grandine d'estate, raggiungendo la Città Imperiale e tutte le principali città del pianeta, nel frattempo successe una sciagura che aggiunse orrore alla già terribile battaglia: il campo di forza che separava il regno dal territorio dei bio-cyber venne distrutto, i bio-cyber la forzarono e i Krodius dettero loro una mano. Ryuka capì che i bio-cyber si erano alleati preventivamente coi Krodius allo scopo di avere la loro parte ed egli fu il primo ad essere raggiunto dai loro attacchi, dunque si alzò e attivò uno scudo magico deflettore, dopodiché li affrontò trucidandoli senza pietà.
Aveva sfoderato il suo lato più guerriero.
Mandò un messaggio telepatico assicurandosi che Shindko proteggesse Axelia in sua assenza e cominciò a combattere.
Fu un gioco da ragazzi per lui spazzare via quella marmaglia di squinternati primitivi con le loro altrettanto primitive armi, finché non fu raggiunto dai guerrieri Krodius.
In quel momento la battaglia si fece furiosa: Ryuka era da solo contro migliaia, anzi centinaia di migliaia di guerrieri così potenti da penetrare di qualche passo d'uomo il suo vasto campo di energia protettiva.
Al ché si vide costretto ad usare la "Divina Dottrina Marziale Celeste" elaborata da lui stesso. Essa racchiudeva una serie di tecniche di utilizzo dell'Energia Vitale Universale a scopo marziale, che gli davano un potere distruttivo immenso usando un minimo quantitativo di forza interiore.
Con un incantesimo tele-trasportò nelle sue mani la sua spada mistica, creata usando l'Eterylium, un materiale metallico superconduttore letteralmente indistruttibile e quasi impossibile da fondere se non magicamente o con particolari strumenti tecnologici, e con questa lama, tanto affilata da poter spaccare in due un atomo, cominciò a falciare i suoi avversari come fili d'erba verde!
Passarono tre giorni di battaglie ininterrotte in cielo e sulla terra e Ryuka cominciò a sentirsi affaticato, tanto che cominciò a sentire dolore là dove era stato ferito. Il dolore gli fece capire una cosa sconvolgente: era stata la magia nera demoniaca dei Krodius a fargli quel maleficio e chissà a quale demonio avevano chiesto aiuto per riuscire a colpirlo cosi profondamente...
Fecero la loro comparsa alcuni guerrieri con una forza interiore molto più vasta di quelli visti da Ryuka fino ad allora e cominciarono ad avvicinarsi velocemente. Penetrarono il suo campo aurico di protezione e riuscirono perfino a scambiare qualche colpo prima di morire, ma d'improvviso Ryuka senti la presenza di un antico nemico e mentre era impegnato nella lotta, ormai al 50% delle sue forze, venne raggiunto da un colpo poderoso al fianco sinistro, proprio dove gli era stata strappata la ghiandola maligna, e che lo sbalzò lontano di parecchi passi d'uomo dal punto di scontro, ne riconobbe la firma energetica.
Si trattava di Gòmar, un generale Krodius forte quasi quanto lui, ma troppo codardo per affrontarlo direttamente, seppur con l'aiuto di un esercito più grande della popolazione di Freoria al completo.
Un urlo di dolore e furia fece esplodere la sua energia magica creando una deflagrazione che spinse via lontano da se la folla di guerrieri Krodius che lo circondavano e, posseduto da quella furia, gettò via la spada lanciandola come un disco rotante che decapitò un enorme numero di Krodius prima di arrestare la sua folle corsa, dopodiché cominciò a colpire a pugni nudi i suoi avversari seminando morte e distruzione tra i nemici: <<Dove cazzo ti nascondi, maledetto! Vieni fuori, demonio bastardo!>>, continuava ad urlare schiumoso di rabbia, <<Ti troverò, maledetto codardo, sto venendo a cercarti!!>>. Ma la sua immensa forza stava già per abbandonarlo, la ferita riaperta stava facendosi grave e Ryuka perdeva copiosamente energia, fino a che sempre più guerrieri nemici tra i meno forti cominciarono a penetrare il suo campo di forza ormai quasi infranto. La lotta proseguiva drammatica, il grande Stregone Guerriero, che con tanto ardore aveva combattuto per proteggere il suo impero e il popolo che lo aveva tanto amato, stava per essere sconfitto. Mentre era sempre più impegnato a difendere ormai nient'altro che la sua vita, una lunga lama penetrò dalla sommità cranica, per fuoriuscire dalla sua bocca; a colpirlo fu proprio Gòmar, suo mortale nemico dai tempi della guerra nell'orlo esterno, più di duecento anni prima.
Mentre Gòmar recitava formule magiche maledette, l'Imperatore Ryuka chiuse gli occhi, per non riaprirli mai più e l'ultima cosa che vide fu una visione: un mondo di fuoco ed esseri di fiamme volanti e aggressive lo circondavano, mentre sentiva uno straziante urlo di dolore da parte di una donna dalla pelle candida come la neve appena caduta, il cui cuore scoppiò per la sofferenza... dopodiché si spense per sempre.
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