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Quarto piano
"Ho paura che di te ci si possa innamorare...".
Non avrebbe mai voluto sentire quelle parole quel giorno, proprio no, perchè lei non voleva che nessun'altro si innamorasse di lei all'infuori dell'uomo che l'aveva lasciata solo cinque mesi prima.
Da quel giorno, lei aveva versato mille lacrime e per mille volte ancora non aveva mai smesso di ricordargli cosa c'era stato fra di loro, dell'amore che provava per lui, di quanta paura avesse di perderlo.. e poi alla fine l'aveva perso ugualmente, lei stessa aveva soffocato l'amore della sua vita con la gelosia, con paure infondate, vomitandogli spesso addosso parole che - col senno di poi - non avrebbe mai voluto dire, ossessionandolo, non accorgendosi dei suoi reali bisogni.
In molti si chiesero cosa l'aveva spinta a tentare il suicidio poco dopo e nessuno sospettò mai niente, ma lei lo sapeva bene... la sua vita era diventata un gran casino, non riusciva più a gestire le sue emozioni, il suo cervello continuava a pensare alle stesse cose da mesi, si sentiva sprofondare sempre più giù e non aveva il coraggio di chiedere aiuto, perchè sperava che quell'amore le bastasse, ma non era così.
Non fu facile per lei rimettersi in piedi da quella caduta nel baratro della paura, ma ci provò con tutte le forze e nonostante i silenzi ostinati di lui, le parole a volte dolci che la facevano ancora sperare e a volte fredde per allontanarla sempre di più, decise in un modo o nell'altro di ricominciare.
Fu un lento risveglio alla vita, i giorni trascorrevano sempre con il pensiero dell'amore perduto. Non si erano mai più rivisti, la strada era sempre in salita, a volte lei sorrideva al nuovo giorno e a volte ritornava nel suo baratro nel quale ormai amava crogiolarsi.
Decise dunque che chiunque la desiderasse non avrebbe dovuto innamorarsi di lei, e quest'uomo sembrava non capirlo.
"Se mi vuoi dovrai pagarmi"... disse proprio così, non so come le venne in mente questa cosa, forse per gioco o forse per rabbia, ricordando quando una volta aveva trascorso due magnifici giorni lontano dal mondo intero, nella città del suo amore, e per scherzo appunto, lei si finse una prostituta passeggiando per una zona della sua città, in mezzo ad altre prostitute gelosissime e pronte a prenderla a sberle se non se ne fosse andata via veloce dalla loro zona.
E quanto avevano riso poi, perchè decisamente lei era forse troppo semplice, provocante ma semplice per "passeggiare" e aveva subito trovato dei clienti volendo!
Fortunatamente il "suo cliente del cuore" era subito pronto dietro l'angolo per caricarsela in macchina e portarsela lontano!
Sapeva dunque che quell'uomo avrebbe fatto di tutto pur di averla, "ma da dove salti fuori tu? Chi sei per farmi questo?". Così si accordò con il prezzo, decisamente alto, "tu non hai prezzo sei come un Caravaggio", si mise d'accordo per l'ora, il giorno e il posto dove si sarebbero incontrati.
Non c'era l'attesa come quando lei aspettava di incontrarsi con il suo amore, c'era solo voglia di sesso, sesso e basta e non le importava con chi, tanto più che avrebbe unito l'utile al dilettevole.
I soldi ora più che mai avrebbero fatto comodo.
Si preparò con cura, come faceva per lui, ma ora lo faceva anche per se stessa e forse tutto quanto la riportava a quei momenti di magica attesa che ormai erano passati.
Preparò la sua pelle a dovere, doveva essere di seta e sottile, si mise un bel vestito nero con una scollatura evidente, cosparse il suo corpo con un leggero velo di brillantini... quei brillantini, come amava lasciarli sulla barba del suo amore perduto!
Si truccò leggermente, un velo di lucidalabbra ed era pronta.
Uscì di casa alzando il volume della radio in macchina e cercando qualcosa che non le facesse venire quella tristezza che temeva potesse rovinare tutto.
Prese il cellulare e inviò un messaggio "salgo, dove sei".
All'improvviso si ricordò di quando andava da lui e le mandava un messaggio con su scritto "mi apri?"...
Scoppiò a piangere, non sapeva più che fare... avrebbe voluto che al posto di quell'uomo ci fosse il suo angelo, il suo amore. Ricacciò le lacrime indietro e ripensando a quei mesi di silenzio e freddezza chiuse la macchina e si avviò all'appuntamento.
I patti erano stati chiari: quell'uomo non avrebbe mai dovuto chiamarla amore mio, ne dirle ti amo, tantomeno prenderle le mani mentre facevano l'amore, non avrebbero mai dovuto ballare e cenare insieme, lei non si sarebbe mai addormentata al suo fianco. Così aveva deciso.
"Vieni, ti aspetto sono al quarto piano".
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