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Un'indescrivibile autostrada

Ci sono storie, storie di uomini e donne, che possono essere definite in tanti modi. Sono storie oscure, storie noiose, comuni. Altre sono straordinarie, altre ancora inquientanti, altre credo che non possano essere definite. Immagino così anche la mia storia: è una storia che con nessuna ritrosione definisco semplicemente indefinibile.
credo che questo aggettivo l'abbia accompagnata fin dall'inizio, da quando avevo sei anni. Quando avevo sei anni incontrai la persona che più di tutte mi avrebbe sconvolto e cambiato la vita. Non lo dico tanto per dire, non è una frase fatta. In base ai suoi desideri, alle sue scelte, io ho impostato e regolato la mia vita. Ho sempre pensato di essere indipendente, ma a una analisi più nitida solo ora mi rendo conto che la mia indipendenza non era altro che un impressione. Tuttavia il solo fatto di voler dipendere così totalmente da una persona è qualcosa di così fermamente consapevole che non si può negare che in qualche modo io abbia comunque affermato la mia indipendenza.

A sei anni dicevo. Quando avevo sei anni una bambina dai capelli rossi, insieme a sua madre, che mia madre definiva con molta tranquillità "una che fotografava cazzi" si trasferirono nella villetta accanto a quella dove stavo io con la mia famiglia: io, i miei genitori e mio fratello Ewan. La madre in realtà non fotografava cazzi, o almeno non solo quelli: era una fotografa proffesionista che lavorava per vari giornali ma a volte faceva delle bellissime mostre fotografiche, in cui, lì sì, è vero, fotografava cazzi.
La prima volta che vedi la mia nuova vicina di casa me ne stavo al parchetto dell'isolato a giocare con la sabbia tutto solo perchè mio fratello era andato dal dentista. Ed ecco che mi si avvicina questa bambina con una coda di cavallo di un rosso quasi volgare e con dei grandi occhi verdi e mi chiede se si poteva mettere accanto a me a giocare con la sabbia. Mi chiese se si poteva mettere accanto a me a giocare con la sabbia, non se poteva giocare con me. Non so bene se la cosa mi piacque o invece mi diede fastidio. Da un certo punto di vista ne fui molto contento, in quanto avrei potuto continuare a costruire la mia bellissima città per conto mio, dall'altro però mi sentii messo da parte. In ogni caso feci finta di niente. Rimanemmo così mezz'ora senza parlare, giocando ognuno per conto suo, costruendo ognuno la sua città.
Poi mi venne una idea brillante: "E se costruissimo una strada che collega le due citta?"le dissi. La bambina girò il viso verso di me, ma lì per lì mi parve un po' dubbiosa, poi però si convinse"Ok". Lavorammo insieme alla costruzione di una grandiosa autostrada che collegava le due città, senza neanche sapere il nome l'uno dell'altro. Fu strana la sintonia che avemmo fin da subito: eravamo d'accordo sul numero di corsie e sull'andamento che la strada avrebbe dovuto seguire.
Oggi mi chiedo come sia possibile che due persone, senza neanche sapere il loro nome, già si capissero così bene, già fossero d'accordo su più fronti, già si sorridessero con simpatia, come se si conoscessero da sempre. Probabilmente all'epoca ero troppo piccolo per capirlo, ma questo sarebbe dovuto essere il primo segnale, il campenello d'allarme. Non era possibile che due persone si comprendessero così bene, a meno che due persone non fossero destinate a comprendersi così bene. Era dunque destino che la bimba dai capelli rossi si trasferisse nella casa accanto alla mia? Era dunque destino che io non sarei mai più riuscito a dimenticarla, a cancellarla, a staccarmi da lei? Ero perciò già da quel momento, o forse da ben prima, destinato ad amarla per tutta la mia vita?

 

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2 commenti:

  • Valentina Orrù il 15/05/2010 20:20
    Ahahahahah... oddio. No no, non è autobiografica e poi sì, è scritta da un uomo, ma solo perchè ho provato a immedesimarmi in un personaggio maschile, anche se non so come risulta poi!
  • Anonimo il 15/05/2010 19:37
    La storia è molto bella ma non capisco è autobiografica? se si, non capisco perchè scrivi al maschile se sei una donna, se non lo è ma è solo una storia, sembra comunque scritta da un uomo oppure so io che non ho capito nulla.
    Bella in ogni caso.