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Il sogno
Il tempo non era mai stato così inclemente come quel giorno, una giornata di ottobre come tante altre.
L'anziana signora osservava dalle tendine scostate della finestra del salotto tutta quell'acqua
che si rovesciava sulle strade.
I pochi passanti cercavano di proteggersi sotto il colonnato della piazza ma lo stravento
ogni tanto lanciava spruzzi di acqua gelida fino nei punti piu riparati.
Bussarono alla porta, due colpi lievi, era il medico di famiglia, un vecchio compagno di liceo di
di un tempo ormai lontano, una persona discreta che sapeva ascoltare, come raramente accade.
Lo aveva chiamato lei, non era una visita di cortesia, era molto preoccupata per suo figlio.
"Accidenti che tempo Vanessa! la fuori sembra che si sia scatenata una tempesta!"
" Mi dispiace averti disturbato Umberto ma sono preoccupata, non fa altro che dormire!"
Lei lo accompagnò nella camera da letto del figlio, entrarono in punta di piedi, si avvicinarono entrambi al suo letto, la luce delle tapparelle filtrava fra le doghe socchiuse illuminando a strisce
quel giaciglio. Lei si avvicinò lentamente senza fare rumore, prese delicatamente un lembo della coperta
e lo scoprì piano piano, solo per un attimo, quel tanto che bastasse per mostrare la strana posizione
che il figlio aveva assunto in quella curiosa letargia.
"Vedi" Disse sottovoce "È in questa posizione da ore"
Era rannicchiato in posizione fetale, sul fianco con i palmi delle mani quasi a sostegno del volto, un
viso nonostante l'età non più giovane ancora un po' infantile e un sorriso appena accennato gli illuminava il volto, sembrava sereno, disteso. Sotto le palpebre chiuse si intuivano i movimenti delle pupille a volte rapidi e a volte lenti quasi stessero seguendo degli interlocutori.
Tornarono nel salotto, si accomodarono sulle poltrone uno di fronte all'altro. Lei con aria sconsolata si accese una sigaretta, aspirò profondamente una boccata di fumo ad occhi chiusi poi li apri emettendo una voluta azzurrognola.
"Perchè dorme sempre?"
"Da circa tre settimane salvo brevi pause per mangiare e andare in bagno, dorme tutta la notte e gran parte del giorno"
"Sono preoccupata Umberto!"
"E poi credo che sogni di continuo, lo osservo spesso, a volte mi siedo a fianco del suo letto e lo
guardo, sorride, parlotta, sempre in quella posizione!"
"Così sui due piedi"Disse l'anziano medico" mi sembra una strana reazione, forse c'è stato nella sua vita recente un avvenimento traumatico che lentamente l'ha portato a rifugiarsi nel sogno attraverso il sonno"
"Sai meglio di me che è sempre stato un ragazzo un po' introverso, poi il suo lavoro di certo non lo ha aiutato.
"Otto ore in quella biblioteca a catalogare testi, chissà quanti ne avrà letti! e forse essendone predisposto, lentamente quelle letture lo hanno allontanato dalla realtà che non poteva controllare e che in qualche modo gli creava un disagio"
"Si è costruito un mondo tutto suo al quale si tiene avvinghiato il più a lungo possibile"
"O forse potrebbe avere una carenza di Dopamina"
"Non so Vanessa che altro dirti mi debbo consultare con dei colleghi, non disperare, non interrompere i suoi sogni, troveremo una soluzione vedrai!"
L'anziano medico si congedò dalla vecchia amica rassicurandola ancora."Dammi un po' di tempo"Disse.
Lei lo accompagnò alla porta e si soffermò ancora sull'uscio per una piccola iniezione di fiducia.
Tornò nella stanza del figlio, si sedette accanto al suo letto, come faceva spesso, lo guardò come solo una madre può guardare il proprio figlio. Avrebbe voluto riprenderselo, riportarlo dentro di se, al sicuro, al caldo, lontano da quel mondo che non andava troppo per il sottile, che non rispettava il tempo di ognuno di noi e che spesso ci allontanava dai nostri simili, stupidamente. Si sentì contrarre lo stomaco, ora non poteva fare nulla per lui, doveva solo aspettare.
Un lungo viale alberato con vibranti pennellate di rosso e di giallo, l'autunno aveva questo di buono, quei colori fantastici, quelle foglie che crocchiavano sotto il peso dei suoi passi, portati avanti lentamente per godersi senza fretta quella passeggiata. E poi c'era lei, la sua mano infreddolita che stringeva delicatamente, si! aveva davvero tutto quello che desiderava in quel momento se non fosse stato per quel sogno che lo angosciava un po'. Tutte le notti da qualche settimana si ripresentava sempre la stessa scena, si svegliava in un letto che non era il suo, in una stanza che non conosceva e aveva accanto una vecchia signora che lo guardava con aria amorevole e preoccupata.
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