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Stella cadente (prima parte)
C'era una volta un bellissimo regno fatato governato da re Sole, un uomo molto saggio e simpatico con viso e sorriso molto accesi, il cui compito era far sorgere e tramontare il sole. Insieme a lui c'era la moglie e quindi la regina Luna, una donna molto bella, dolce che aveva il compito di fare sorgere e tramontare la luna.
Si amavano molto ed erano fatti l'uno per l'altra, ma a causa del loro lavoro si vedevano poco, infatti come si sa, il sole c'è di giorno e la luna di notte. Il momento in cui potevano essere veramente uniti era durante l'eclissi solare, quando si sposarono e durante l'eclissi lunare, quando lei rimase in dolce attesa.
Essi vivevano in un gran castello argentato protetto da mura molto alte e due torri. All'interno c'era un incantevole giardino con ciuffi d'erba azzurri, fiori, piante e piccoli animali. Fuori dal castello il regno continuava con paesaggi di diverso tipo come boschi, deserti, savane, montagne e altri, ma il terreno era sempre e in ogni caso azzurro come il cielo.
Invece dalla parte opposta del regno c'era un altro castello anch'esso molto grande, ma di colore nero e senza giardino. All'interno ci viveva il capo famiglia denominato Temporale, un uomo un po'indeciso, che si lasciava influenzare dalla moglie, il suo compito era far nascere temporali. La moglie era una donna con i capelli scuri, gli occhi neri, molto astuta e un po'invidiosa per questo cattiva. Lei si occupava di far nascere le tempeste, infatti il suo nome era Tempesta. Infine avevano due figli di circa un anno. Uno si chiamava Fulmine ed era un bimbo biondo, dagli occhi azzurri che aveva il compito di far scoppiare i fulmini, mentre il fratello Tuono aveva i capelli castani, gli occhi blu e una voce speciale con la quale faceva sentire i tuoni.
Passati nove mesi, nacquero le figlie di sole e luna, erano due gemelle, anche se non identiche. Una si chiamava Nuvoletta e l'atra Stellina, dormivano tranquillamente nella culla. Nuvoletta aveva una tutina bianca e i capelli candidi come le nuvole che poi controllerà, invece Stellina aveva i capelli biondi e una tutina gialla come le stelle che fra un po' farà brillare.
Il re fece partire il suo messaggero Multicolor, che era un piccolo ometto dai capelli colorati a strisce come i sette colori dell'arcobaleno. Aprendo le braccia partì in volo attraversando tutto il regno, per informare i vari abitanti che erano nate le bimbe e mentre lui andava, risplendeva un bellissimo arcobaleno.
Furono informati anche Temporale e Tempesta così decisero di andare a trovare le bimbe e i genitori, anche se erano molto invidiosi del loro ruolo più importante, sicuramente perché il sole e la luna ci sono più spesso del temporale e della tempesta. Si misero d'accordo anche con i figli, Fulmine e Tuono, di iniziare a fare amicizia, conquistare la loro fiducia e al momento opportuno soffiare loro il potere.
S'incamminarono così verso il castello argentato e quando vi arrivarono, furono accolti come gli altri invitati, dal re e dalla regina, che presentarono loro le bimbe appena nate. Prendendole in braccio e chiacchierando gli fecero i complimenti dicendo che erano rose splendenti del cielo.
Da quel giorno continuarono a vedersi spesso, anche se ognuno svolgeva il suo lavoro regolarmente. Il re quando alzava il suo scettro, che aveva sulla punta il simbolo del sole e diceva: "SOLEX SOLARIUM SOLAREX" e si vedeva all'orizzonte una palla di fuoco rossa che sorgeva, un'aurora che dava pian piano una luce immensa. La regina anche lei con uno scettro lunare pronunciando la formula: "LUNAX LUNARES LUNAREX"e faceva risplendere la luna. Entrambi li spostavano e li dominavano fino al tramonto.
Intanto le piccole gemelle cominciavano a crescere, facendo i primi passi della vita, mano nella mano si aiutavano e giocavano sempre insieme.
Ogni giorno e ogni notte cominciarono a svolgere il loro compito, quindi Stellina usando un ciondolo a forma di stella e pronunciando queste parole: "SPLENDETE STELLINE INCANTATE NEL CIELO INFINITO BRILLATE" faceva brillare le stelle. Invece Nuvoletta diceva: " ARRIVATE NUVOLETTE IL CIELO COPRITE MA BIANCHE RESTATE."Essa chiedeva nuvole bianche perché a quelle nere ci pensavano Temporale, Tempesta e i figli. I genitori dovevano alzare le braccia e ripetere il loro nome mentre i figli sempre dicendo il loro nome bastava che schioccassero le dita e tutti e quattro creavano quasi un finimondo.
Ormai le bimbe avevano sei anni circa e si divertivano a giocare spesso nel giardino del castello, insieme agli amici, Fulmine e Tuono. Dondolavano dolcemente sull'altalena dei sogni, che era particolare perché andando avanti, si vedeva il futuro e andando indietro si vedeva il passato. Poi c'era lo scivolo speciale, Stellina pensò al suo dolce preferito, scivolò giù e si ritrovò in mano il dolce che gustò follemente, offrendone un po' a Tuono che rincorreva Fulmine. Quando Nuvoletta scese dall'altalena, propose di giocare a nascondino e si mise a contare mentre gli altri si nascondevano. Dopo aver contato, riaprì gli occhi e cominciò a guardarsi intorno. Si avvicinò a un cespuglio, che si muoveva e dietro scoprì Fulmine e Tuono, ma raggiunsero la tana prima di lei. Poi cominciò a pensare, dove fosse sua sorella, cercò dappertutto e l'aiutarono anche loro, ma non riuscirono a trovarla perché lei era andata dietro il castello che era un posto vietato. Fin da piccole le avevano avvisate di non andarci, ma la curiosità l'aveva tradita.
Avvicinandosi lentamente, trovò un pozzo misterioso, ricoperto di fiori rampicanti di diverso tipo e tirando su il secchio d'oro non trovò dentro l'acqua, ma lo scettro di sua madre. Così capì perché le avevano sempre vietato di vedere quella parte del giardino. Era il custode degli scettri reali e con il cuore un po' in colpa rimise tutto come prima e scappò via, raccontò tutto a loro e sua sorella la sgridò un po', ma non diedero tanta importanza a ciò che aveva fatto.
Passarono gli anni, ormai erano ragazzi, svolgevano il loro lavoro e ogni tanto si ritrovavano nel giardino a dondolare sull'altalena, a scivolare, ma più che giocare parlavano, visto che ormai avevano circa undici anni e ognuno con simpatie personali.
Nuvoletta era una ragazzina dai capelli bianchi lunghi fino alle spalle, occhi azzurri e un vestito bianco e semplice decorato con piccole nuvolette colorate. Sedeva su una panchina accanto a Fulmine, dove parlavano, ridevano e scherzavano. Stellina era anche lei una ragazzina dai capelli biondi come l'oro, lunghi fino al fondo schiena, gli occhi color verde acqua e un vestito giallo semplice, decorato con piccole stelline brillantini. Passeggiava intorno al castello in compagnia di Tuono parlando serenamente.
In entrambe le coppie c'era qualcosa di più che una dolce amicizia, ma ancora non se n'erano accorti, finché un giorno quando litigarono e restarono separati per un po' di tempo, si accorsero di quanto era noioso stare soli e i genitori di Fulmine e Tuono li convinsero a chiedere scusa e tornare in loro compagnia.
La vita continuava, nella gioia e nel dolore crescevano insieme, ormai avevano circa sedici anni. Un giorno molto sereno, mentre erano nel giardino Fulmine e Tuono, approfittando della distrazione di Stellina e Nuvoletta cercarono di rubare gli scettri dei loro genitori.
Si avvicinarono silenziosamente al pozzo, sollevarono il secchio e rimasero incantati. Intanto Nuvoletta e Stellina, si accorsero che erano spariti, così si misero a cercarli controllando in tutto il giardino. Li notarono vicino al pozzo e appena si accorsero, che avevano in mano lo scettro, dissero: "Che cosa volete fare? Non potete toccarlo!" Un attimo dopo arrivò suo padre, che si era accorto osservandoli, mentre faceva tramontare il sole e li mandò via.
Poi si rivolse alle figlie, dicendo che rubare gli scettri non era un dispetto qualunque e da quel giorno non li avrebbero mai più rivisti, anche se sospettava fossero influenzati dai genitori.
Scese la notte e la piccola stellina dovette svolgere il suo compito cioè far brillare le stelle mentre sua sorella andò a riposarsi.
Passarono diversi giorni, ma i ragazzi purtroppo non li videro, un po' sconfortate sedute sull'altalena si confidarono. Nuvoletta disse: "Non possiamo non vederli più, io voglio bene a Fulmine e penso che anche lui mi voglia bene, cosa posso fare sorellina consigliami tu?" E Stellina disse: "Penso che se vuoi incontrarlo potrà succedere solo di notte, perché nessuno possa accorgersene. Se stanotte vieni nel bosco, quando vado ad accendere le Stelle, io potrò avvisare lui e così vi vedrete."
Scese la notte e dolcemente pronunciando le parole magiche, la piccola e tenera Stellina fece brillare le stelle.
Poi raggiunse il castello nero, lì davanti alla porta trovò per caso Fulmine, che passeggiava e rifletteva.
"Mia sorella ha bisogno di vederti, gli manchi tanto, tu vorresti incontrarla?"
"Non ci crederai, ma è proprio a lei che stavo pensando, manca molto anche a me. Io non volevo fare niente mi sono pentito e mi dispiace molto, sono stati i miei genitori a obbligarmi, tu mi credi vero?"
"Certo che ti credo! Raggiungila ti sta aspettando nel bosco". Lui la raggiunse, anche se in quel momento c'era anche sua madre che controllava la luna, ma quando li vide, notò una magica atmosfera tra loro e fece finta di niente. Pensava anche lei che erano influenzati dai genitori.
Così mentre la luna splendeva, la piccola e dolce Nuvoletta aspettava con ansia l'arrivo di Fulmine, passeggiava lentamente, con il viso rivolto verso il basso e pensava a come si sarebbe comportata quando lui sarebbe arrivato.
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