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Stella cadente (seconda parte)
Poi sentì un rumore e sollevando il viso vide, che era proprio lui, si avvicinò e mentre gli lanciava un sorriso, lo salutò con gioia. Un saluto subito ricambiato anche da lui, seguito da un dolce abbraccio.
"Mi dispiace per quello che è successo, non volevo, mi sei mancata tanto."
"Anche tu mi sei mancato tanto."
Poi arrossendo un pochino sorrise e abbassò la testa, lui si accorse della sua emozione e le prese la mano dicendo: "Vieni facciamo una passeggiata insieme." Lei disse di sì così mano nella mano si avviarono.
L'atmosfera era misteriosa e molto romantica, mentre camminavano, avevano molte cose da raccontarsi che non si accorsero che la notte era quasi finita, ma non appena vide spuntare il sole lei disse: "Devo tornare a casa se mio padre ci vede si arrabbia." E lui rispose: "Hai ragione!" poi raccolse un fiorellino per regalarlo a lei insieme a un profondo bacio che durò un attimo, ma sembrava non finire mai.
Come la sua mamma, anche Stellina aveva finito, era un po' stanca, ma mentre si avviava verso il castello, decise di fermarsi un momento in riva al mare e rinfrescandosi un pochino, persa nei suoi pensieri, vide sugli scogli Tuono. Osservando che non ci fosse nessuno in giro, decise di avvicinarsi. Per un attimo il sole fu coperto dalle nuvole, grazie a sua sorella, che si era accorta di loro due e voleva ricambiare il favore. Lo salutò e così fece anche lui con un dolce sorriso, invitandola a sedersi accanto a lui. Come il fratello, pose le sue scuse per ciò che aveva fatto, ma lei lo aveva già perdonato, perché l'amore che provava per lui era più importante e anche se non glielo aveva dichiarato apertamente, lui lo aveva già capito. Tra loro stava fiorendo qualcosa di magico ed era un amore struggente. Entrambi crearono una tenerezza infinita e guardandosi intensamente negli occhi, unirono istintivamente le mani e scambiarono un bacio. Poi si salutarono e Stellina tornò al castello per riposarsi.
Passò un po' di tempo, ma non accadde nulla di particolare, ogni tanto i ragazzi s'incontravano e trascorrevano insieme dei momenti piacevoli, però sempre di nascosto dai genitori.
Una sera mentre svolgeva il suo compito Stellina decise, visto che si annoiava, di guardare un po'sulla terra. In particolare in una città molto illuminata, dove notò sul davanzale della finestra di una casa piccolina, una ragazza che osservava il cielo ammirando le stelle e la luna. Stellina vide, anche da lontano, che i suoi occhi brillavano come le stelle, perché erano imperlati di lacrime.
La osservò per diverse sere ed ogni volta era così, finché una sera decise di raggiungerla. Prima però pensò a come avrebbero reagito i suoi genitori e a come sarebbe tornata in cielo, così chiese qualche consiglio a sua sorella, che era nel castello a riposare. Lei le disse di non preoccuparsi, che avrebbe informato lei i genitori e se c'era un buon motivo avrebbero accettato. Invece per quanto riguarda il ritorno, quando sarà passato un mese, le preparerà lei, una scaletta formata da gradini di nuvole e passo dopo passo sarebbe tornata in cielo.
Rassicurata dalla sorella, Stellina salì su una stella cadente, che lentamente raggiunse la terra proprio nel giardino della ragazza. Lei non si accorse di chi c'era sopra, vide solo la stella ed espresse il desiderio di non essere più sola.
Bussando alla porta di casa e presentandosi come un'amica, Stellina raggiunse Azzurra nella sua cameretta, che sorpresa, le chiese: "Chi sei tu?"
"Mi chiamo Stellina e vorrei essere la tua nuova amica ti farebbe piacere?"
"Certo che mi farebbe piacere, ma prima vorrei conoscerti di più."
"Non preoccuparti avremo tutto il tempo che vuoi per conoscersi".
"Adesso è ora di andare a letto tu che farai?"
"Ti dispiacerebbe ospitarmi per un po'di tempo?"
"Al contrario, mi farebbe molto piacere e questa notte al posto dei peluche ci sarai tu accanto a me."
Infatti, dopo averle prestato un pigiama, si accucciarono dolcemente l'una accanto all'altra per addormentarsi, ma in realtà trascorsero tutta la notte sveglie a parlare, bisbigliando per non disturbare gli altri. Stellina le raccontò da dove veniva, con chi viveva e le spiegò il motivo che l'aveva invogliata a scendere sulla terra. Decise di raggiungerla, perché rimase colpita vedendo sempre i suoi occhi imperlati di lacrime che brillavano come le stelle, che aveva accanto. E si chiedeva quale fosse il motivo di tanto dolore che non riusciva a sfogare neanche piangendo.
Azzurra rimase stupita, da ciò che le aveva detto e si sentì capita, così le raccontò i suoi problemi che riguardavano la solitudine e la mancanza d'affetto da parte dei suoi coetanei.
"È tanto che aspetto un'amica, che sia l'opposto di me e mi aiuti a cambiare carattere. Vorrei essere più sicura di me, saper scherzare nel momento giusto, non trasformare un piccolo problema in un disastro. Avere fiducia in me stessa, saper parlare di più e avere forza dentro di me, invece di tanta paura. La vita è un continuo lottare soffrendo lo stesso, ma se so di avere accanto qualcuno che mi vuole bene, distruggerò al più presto ogni difficoltà."
Entrambe si sdraiarono sul fianco destro, si guardarono negli occhi e Stellina disse: "Ma tu non hai accanto la tua famiglia?"
"Sì, ma vorrei anche qualcuno della mia età."
Stellina stringendole le mani e sorridendole dolcemente le disse: "Non ti preoccupare, ti aiuterò io, se è solo la timidezza che ti rende asociale, ma non lo sei, basterà vincerla e anche se fosse un altro problema, con me accanto sentirai ancora il fiore della gioia sbocciare nel tuo cuore."
Poi chiudendo tranquillamente gli occhi si addormentarono all'alba di una nuova vita, quando il sole sorgeva illuminando la cameretta. Un attimo dopo entrò la mamma per svegliarla, come al solito, per andare a scuola e si prepararono. Azzurra prestò un vestitino a Stellina, che indossò con piacere. Poi si pettinarono a vicenda, così Azzurra accarezzò i lunghi capelli biondi di Stellina con piacere e lo stesso fece lei con i capelli di Azzurra morbidi, lunghi fino alle spalle e color castano scuro. Poi si truccarono, mettendo un po' di ombretto azzurro, su gli occhi di Azzurra, che con la luce cambiavano spesso colore con sfumature verde acqua. Invece a Stellina mise un po' di matita nera (anche se non erano molto esperte, se la cavarono). Dopo aver fatto colazione bevendo del latte caldo, e aver spruzzato una goccia di profumo uscirono dalla casa e si avviarono verso la scuola.
Raggiunsero la fermata dell'autobus, chiacchierando serenamente e Azzurra cominciò a raccontarle dei suoi compagni, finché non arrivò e salirono, cercando un posto, che purtroppo non trovarono subito. Anche se erano in piedi, continuarono a parlare, ma questa volta di un argomento che non avevano mai sfiorato, cioè l'amore. Azzurra chiese a Stellina se era innamorata e lei le disse che amava tanto un ragazzo, che si chiamava Tuono, mentre sua sorella di cui le aveva già parlato, amava Fulmine. "E tu di chi sei innamorata?"
"Di nessuno purtroppo, ma vorrei tanto avere l'affetto, l'amore, la gioia e il dolore di un'altra vita di sesso opposto. Ho in mente la parola amore, conosco il suo significato, ma non sento il suo valore nel profondo del cuore come lo sentivo prima, ho paura di averlo dimenticato."
"Non puoi averlo dimenticato, perché l'amore è un sentimento naturale, un'emozione che un cuore dolce e sensibile come il tuo, non può scordare. Ti serve solo la persona giusta, che accenda dentro di te, questo sentimento e non è facile trovarla, in questo mondo che oltrepassa il filo della vita cadendo nel male. Poi non è facile trovarlo alla tua età, in cui l'amore entra in una fase difficile. Non basta essere attratti dalla bellezza esterna di una persona per innamorarsi, ma è importante conoscere il suo carattere e i suoi pensieri."
"Il problema è difficile da risolvere, come posso conoscere un ragazzo se non riesco a parlare con nessuno e se nessuno mi parla."
"Adesso un'amica del cuore ce l'hai, sono io, e ti aiuterò a risolvere i tuoi problemi con me potrai parlare di tutto, insieme vinceremo ogni paura, con me accanto la tua vita cambierà."
Azzurra si sentiva rassicurata.
"Sai, ci sarebbe un ragazzo con i capelli castano chiaro e gli occhi azzurri, l'ho incontrato la prima volta, quando andavo alla fermata dell'autobus. Mentre parlava con i suoi amici ed io passavo, mi ha fatto un complimento. Io sono rimasta così sorpresa che non ho saputo rispondere. Il giorno dopo è successa la stessa cosa, ma questa volta gli ho sorriso e l'ho salutato e così per gli altri giorni. Ho un dubbio però, sul fatto che sia veramente un complimento sincero o una presa in giro. Poi quando ho notato che era carino mi avrebbe fatto piacere conoscerlo, ma non ho avuto il coraggio di parlare con lui, nemmeno quando si è seduto accanto a me sull'autobus."
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