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Autumn

Le foglie in quel giorno cadevano dagli alberi come le vesti di prostitute stanche, il cielo era di un grigio plumbeo, l'aria era colma di malinconia autunnale. Marco Palazzi sedeva sulla panchina fuori dal centro commerciale, osservava le persone che entravano e uscivano senza sosta. I carrelli pieni di roba da mangiare, patatine, surgelati, carne, bibite, alcool, abbigliamento, scarpe, televisori, telefonini. Tutto il necessario per il cittadino medio sempre più addomesticato dai bombardamenti pubblicitari giornalieri.. Marco continuava a guardare l'ora mancavano pochi minuti alle 13. Stava aspettando con ansia Lucie, lei sarebbe uscita per la pausa pranzo da lì a poco, lavorava in una profumeria situata all'interno del centro commerciale, proprio tra il negozio di videogiochi e l'erboristeria. Marco si era innamorato di Lucie un mese prima, quando lei gli aveva spruzzato un po'di profumo addosso, lei stava facendo una promozione per la nuova fragranza di un noto stilista e Marco era passato davanti al negozio
- Ciao, lo vuoi provare-
Una ragazza così bella che gli sorrideva Marco non l'aveva mai vista per lui fu inevitabile innamorarsene subito.
Da allora tutti giorni Marco guardava Lucie, mentre mangiava in pausa pranzo, non aveva mai trovato il coraggio di andare a salutarla o di chiederle qualcosa, a Marco bastava osservarla nella sua spensieratezza di ragazza diciannovenne, la guardava muoversi nei jeans stretti e nelle sue magliette che mettevano in mostra le curve ormai perfettamente delineate, amava i sorrisi che lanciava pieni di vita e di voglia di scoprire un modo che non le aveva ancora dato delusioni. A Marco questo bastava lo consolava, usava la voglia di vivere di Lucie, come una medicina alla sua stanchezza di uomo solo, la osservava per quei pochi istanti e poi andava nel bagno del centro commerciale e si masturbava, pensava alla profumata pelle della giovane tra le sua mani, pensava alla sensazione di entrarle dentro, dopodiché tornava a sedersi sulla panchina fuori dal centro, sperando che qualche passante gli lanciasse qualche monetina, che poi sarebbe andato a spendere in un cartone di vino scadente.
Marco però quel giorno avrebbe trovato il coraggio, aveva promesso a se stesso che ci sarebbe riuscito, che importa se era un derelitto della società, la bella Lucie gli aveva fatto dono di un sorriso, lei non avrebbe avuto paura di lui. Lui non voleva fare paura a nessuno, Marco conosceva bene la paura.
Marco dormiva molto poco.
Marco aveva paura di chiudere gli occhi.
Gli incubi arrivavano sempre,
-Sei un bambino sporco-
E poi si sentiva entrare dentro,
-Marco guarda cosa mi costringi a fare, devi smetterla di essere così sporco-
sua madre non era mai a casa. Operaia. Faceva il turno di notte.
Marco era solo, con Giovanni, il nuovo compagno di mamma.
Marco era sporco.
Giovanni gli entrava dentro.
-Non devi dire a mamma che sei così sporco, lo sai Marco, altrimenti mi arrabbierò, e sai, che io non mi devo mai arrabbiare, non sarebbe bello per te e mamma.-

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4 commenti:

  • Anonimo il 02/07/2011 15:22
    ormai non ti libererai mia più di me giuro(ed è una minaccia!)... complimenti, bravissimo...
  • laura cuppone il 17/06/2010 00:18
    splendido Anto... non ho parole... sei unico nel racconto di vita... con mistero e sofferenza.. vendetta e dolore.

    bravissimo!!!
    e chissenefregadeirefusi????
    io no!!!

    Lau
  • ayumi il 02/06/2010 15:18
    wow.
    wow.
    wow.
    non so che dire. bellissimo. wow.
  • Guido Ingenito il 28/05/2010 20:39
    racconti difficili, violenza, sangue, morte, dramma. Ti ci tuffi e ci riesci molto bene. Questo è scritto molto bene, l'autunno è la stagione che per antonomasia regala tristezza artistica e tu l'hai posizionato in sottofondo, accennandone all'inizio e riproponendolo violentemente alla fine. Tutto funziona alla perfezione (anche se qualche verbo necessita dell'H). I tuoi due primi racconti pubblicati sono stati una bellissima sorpresa. Spero ci sia occasione di leggere altro di tuo.

    Guido

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