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Incontro ravvicinato
Dopo l'ennesima buca non mi trattengo più e do libero sfogo ad una sequela di imprecazioni maledicendo il momento in cui mi sono deciso a prendere la vecchia provinciale malridotta da fare schifo. L'ho fatto per accorciare il tragitto verso il paese di una decina di chilometri pur sapendo che la vecchia strada è ormai in disuso, solo non immaginavo lo stato in cui si trova. Dopo un duro giorno di lavoro caracollando da una fattoria e l'altra per l'intero contado di Montepiano, il mio paese, a controllare il bestiame di tutti gli allevatori sotto la mia giurisdizione non vedevo l'ora di tornare a casa. Non ho con me alcuna bottiglia di Montenegro, quello lo danno solo ai veterinari nella TV non ai miseri come me. Ormai non manca molto, solo una mezza dozzina di chilometri e solo due per l'ultima borgata che si trova lungo il percorso. Qui, però, non devo fermarmi, mi risulta sia del tutto abbandonata. A darne una parvenza di civiltà solo tre lampioni stradali che miracolosamente al tramonto si accendono di una luce rossastra.
Appena uscito da un'ampia curva che imbocca un rettilineo lungo circa mezzo chilometro la macchina ha un brusco sobbalzo, quasi un singhiozzo. Istintivamente do un rapido sguardo alla strumentazione di bordo, non ci sono spie accese e anche il livello del carburante non raggiunge la riserva. Probabilmente nell'ultima buca qualcosa ha fatto contatto e per qualche istante la macchina ne ha risentito. Mi trattengo a malapena di accelerare, il rettifilo mi invoglia a farlo, il buon senso me lo sconsiglia. Improvvisamente un vivido bagliore proveniente dall'alto per pochi attimi mi abbaglia, poi tutto rientra nella normalità, o almeno così credo. Strano il cielo è sereno e non si prevede cattivo tempo e questo non mi è sembrato affatto un fulmine. Questa volta mi lascio tentare e accelero ma, fatti pochi metri mi accorgo che la macchina non risponde al mio piede anzi, prende a decelerare. Improvvisamente le luci interne si spengono del tutto così come i fari e, senza alcuna elettricità, la macchina va avanti per forza d'inerzia. Ancora qualche decina di metri e si ferma del tutto, a meno di un centinaio di metri dal primo lampione. Per la verità anche la luce dei lampioni ha avuto qualche sobbalzo per poi assestarsi subito, ora, infatti, è ferma e forse anche più vivida. Solo nella macchina la situazione è immutata, non vi è alcuna energia, né interna che esterna, in altre parole sembra morta del tutto.
"Cribbio!, ci mancava solo questa per concludere in magnificenza la giornata!" impreco ancora tra me.
Estraggo il cellulare per chiamare casa, prima di cercare un meccanico, ma mi accorgo che il cellulare non si accende nemmeno. Di primo acchito non ci faccio caso, penso infatti che non vi sia campo poi, stupito, mi rendo conto che anche lui è totalmente privo di elettricità. Caspita, non mi pareva che la batteria fosse tanto giù! Pazienza, devo solo non perdere la calma. Intanto non so che fare, davanti a me a circa un centinaio di metri vi è la prima casa, da quel che ricordo dovrebbero essere tutte disabitate ma, tanto vale andarci e bussare, non si sa mai!
Sospirando m'incammino e quando arrivo a metà strada scorgo sul ciglio della strada una figura umana, con un sospiro di sollievo mi avvicino, in fondo la mia buona stella non mi ha abbandonato.
Intanto la figura si delinea di sesso maschile, alto poco più di un metro e mezzo, forse uno e sessanta, un po' grassottello e di età non ben definita, comunque non mi pare anziano, forse sui trenta. Quando gli sono a qualche metro di distanza ho modo di notare anche i lineamenti del viso e un improvviso scoramento mi assale. Mento rincagnato, labbra sporgenti, occhi piccoli e rientrati su un naso piatto dalle narici dilatate. Gesù, un down, non ci posso credere!. Mi sento cadere le braccia, è proprio l'ultima persona al mondo che mi sarei augurato di incontrare in un villaggio abbandonato. Rallento il passo sconsolato e, intanto, egli mi dice "Ciao" e, subito dopo, mi elargisce un sorriso disarmante.
Abbozzo anch'io un mezzo sorriso farfugliando un "ciao" di risposta.
"Ciao, chi sei?" mi sento chiedere. Non rispondo, per la verità non ne ho voglia, allora lui insiste:
"Ciao, chi sei tu?" questa volta scuoto il capo e gli rispondo a tono.
"Ciao, e tu chi sei?"
"Non vale, l'ho chiesto prima io, mi devi rispondere." Mi scappa un sorriso ironico, ci manca solo che adesso, nella mia situazione, mi metta a discorrere con un down.
"Io lo so chi sei, vieni dalla macchina."
"Bravo, visto che lo sai perché me lo chiedi?"
"Perché me lo devi dire. Che cos'è un vitello?"
"Eh?, che diavolo...?!" mi trattengo dal continuare, per un attimo sono sbalordito, avevo appena pensato che mi sarebbe stato più facile parlare con un vitello che con lui.
"Perché me lo chiedi?" gli domando curioso.
"Perché me lo devi dire, io te l'ho chiesto e me lo devi dire"
"Uhm, sai cos'è una mucca?" lui non mi risponde, solo scuote velocemente la testa in senso d'assenso.
"Beh, la mucca è la mamma del vitello, hai capito?"
"Si, e che cosa sono i soldi?" Accidenti, lo ha fatto di nuovo, mentre parlavo con lui ho pensato alla macchina sperando che il guasto non mi avrebbe comportato una grossa spesa altrimenti il guadagno di una faticosa giornata di lavoro se ne sarebbe andato in fumo, specialmente ora che con altre spese a carico non me lo potevo permettere. "I soldi non bastano mai" avevo appena pensato. Guardo il tipo con più attenzione, effettivamente non sembra un ragazzo, già, nelle sue condizioni non è l'età quello che conta ma il quoziente intellettivo. Comunque mi è simpatico e, poi, cosa mi costa chiacchierare un po' con lui? Certo la macchina non si aggiusta ma nemmeno si finisce di scassare.
"Sai, i soldi servono per vivere..., cioè no, servono per rendere più semplice la vita, capisci il concetto?"
Mi guarda tutto serio, si passa una mano sulla fronte, poi sorride, anzi ridacchia, poi mi dice che non riesce a capire.
"Vedi, con i soldi puoi comprare tutte le cose belle, quelle che ti rendono più felice." Cerco di spiegargli.
"Ma io sono già felice" mi risponde semplicemente. Mi scappa un sorriso divertito, allungo una mano a scompigliargli i capelli e lui allora fa un balzo in avanti raggiungendomi e abbracciandomi felice. Anch'io lo abbraccio commosso pensando che se avessi avuto un figlio non avrebbe fatto alcuna differenza se fosse stato come lui.
"Anche tu avrai un figlio" dice farfugliando forse perché il suo volto è ancora appiccicato al mio petto. Per la terza volta ho l'impressione di essere stato letto nel pensiero. Quando si distacca da me poso le mani sulle spalle e gli chiedo:
"Non mi pare di averti mai visto da queste parti, di dove sei? Da dove vieni? Come ci sei arrivato fino a qui da solo? C'è qualcuno che ti aspetta da qualche parte?" mi rendo conto di aver fatto una lunga fila di domande che forse non sarà riuscito nemmeno a elaborarne una. Non mi aspetto alcuna risposta e, infatti, non ce ne sono, egli alza solo l'indice verso il cielo e sorridendo dice: "Su".
Sto per accingermi ad approfondire la sua risposta quando improvvisamente le luci dei fari della macchina si accendono. Con mia somma meraviglia mi dimentico del tutto del giovane che mi sta davanti, il mio unico pensiero è quello di raggiungere in fretta la macchina e riprendere il viaggio. Mi volto verso di lui per accomiatarmi ed egli mi guarda sorridendo felice. Non dice nulla, sembra quasi invogliarmi ad andare. Non esito oltre allungo la mano a stringere la sua ma egli non capisce e resta fermo a guardarmi allora gli volto le spalle e allungo il passo andandomene, anzi prendo a correre prima che la macchina si spenga di nuovo. A metà strada avverto alle mie spalle un bagliore luminoso, mi volto e vedo un cono di luce che dal cielo avvolge la figura del giovane. Egli fa appena in tempo a farmi ciao con la mano alzata che in un attimo la sua figura svanisce nel nulla insieme al cono di luce. Rimango inebetito a guardare il nulla davanti a me, a scuotermi è lo squillo del cellulare che, come la macchina, si è anche lui rianimato.
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0 recensioni:
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Anonimo il 16/01/2013 07:13
una ottima composizione molto articolata ed originale, i miei complimenti
- Allora devi leggere la 2 e la 3 parte. Ah, come sono subdolo!!!
Ciao Bob.
- veramente bello, la prima parte quando la macchina ha problemi elettrici causa vicinanza astronave mi ha ricordato di brutto il film incontri ravvicinati del 3 tipo, ma il proseguo è decisamente originale e coinvolgente, ti do un abbraccio-alieno per complimentarmi
Anonimo il 30/05/2010 07:08
Bene Michele... leggerò volentieri la seconda parte; anche se non hai specificato che c'era un prosequio hai fatto terminare la prima parte in modo appropriato... diciamo che hai finito bene il primo capitolo. Ciao e... buona domenica.
- Grazie Giacomo, ma l'epilogo non è questo, per inesperienza non ho precisato che si trattava della prima parte (per questo non ho apportato alcuna modifica, per il momento). Spero che il finale sia all'altezza degli intendimenti. Ho troppo a cuore quel tipo di disabilità.
Grazie per gli apprezzamenti.
Anonimo il 29/05/2010 15:10
Bravo... originale racconto nel quale i dialoghi ed i pensieri del protagonista ti fanno entrare nei personaggi. l'argomento ed il tipo di scrittura mi hanno portato a leggere velocemente, per conoscere l'epilogo... consiglio di leggerlo due volte per gustarlo appieno... come certi gelati... Ciao
- Guido, ti confesso che dopo averlo scritto di getto ieri sera non l'ho neanche riletto, devo annettere una totale idiosincrasia a rileggere qualsiasi testo. Ora però dovrò farlo, ma con piacere, la critica costruttiva è sempre ben accetta. Grazie abcora.
- un incontro davvero particolare, i dialoghi sono efficaci con un finale che lascia aperta più di una porta. unica annotazione: consiglio di sostituire il paragone dell'Alieno con un down. A me non ha fatto dispiacere, non mi ha causato sconvolgimenti etici, ma magari qualche lettore potrebbe leggerlo come un paragone dispregiativo. comunque piaciuto. a prescindere dal mio interesse verso l'infinito.
Guido
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