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Anna
L'uomo è la fogna dell'universo
Charles Bukowski
Quando fai all'amore, spendi energia; e dopo ti senti felice e non te ne frega più di niente. Loro non possono tollerare che ci si senta in questo modo. Loro vogliono che si bruci l'energia continuamente, senza interruzione. Tutto questo marciare su e giù, questo sventolio di bandiere, queste grida di giubilo non sono altro che sesso che se ne va a male, che diventa acido. Se sei felice e soddisfatto dentro di te, che te ne frega del Grande Fratello e del Piano Triennale, e dei Due Minuti di Odio, e di tutto il resto di quelle loro porcate?
George Orwel, 1984
Il cloroformio che era sullo straccio ha invaso le sue narici.
È svenuto.
Quando ha aperto gli occhi era avvolto dal buio, come se il suo corpo fosse stato immerso in una vasca di catrame.
<Dove cazzo sono? Aiutatemi>
La sua voce rimbalzava sulle pareti rivestite di silenzio.
Dopo un paio di muniti ha visto una luce rossa accendersi come una piccola macchia di acne nel buio
Quando la luce nella stanza si è accesa, ha visto chi si trovava di fronte.
E lì che ha capito di essere morto.
Anna teneva le braccia alzate.
La musica penetrava nelle sue orecchie, dandogli dei veri orgasmi sonori.
Il cuore le pulsava nel petto, cantava tutte le canzoni, le conosceva tutte a memoria grazie ad anni di ripetuti ascolti.
Era al concerto del suo gruppo preferito.
Capelli neri corvini, viso ovale leggermente allargato, una fronte un po' allungata e labbra carnose, davano alla tridimensionalità del viso di Anna un canone di bellezza eccellente. Il suo fisico atletico e curve non volgari rendevano il tutto ancora più bello agli occhi della gente che le stava attorno.
Gli sguardi non erano tutti uguali. Alcuni di essi erano sì lusinghieri, altri erano lo specchio di una società dove la divinizzazione di soubrette televisive e la pornografia regnante e ossessiva di internet hanno creato un esercito di depravati sempre più giustificati dalla continua accettazione di sperimentazioni sessuali.
Oggi la gente ama infilarsi oggetti su per il culo, mangiare escrementi e nei casi più estremi farsi divorare. Magari uno riprende tutto e si fa una sega
Anna aveva desiderato andare a quel concerto più di ogni altra cosa al mondo, la madre non era molto d'accordo: diciassette anni ad un concerto rock e poi era con il suo ragazzo che doveva andare, lui aveva già la macchina, aveva compiuto diciotto anni da poco, suo padre non era nemmeno in casa, era fuori per lavoro.
La madre temeva che il giovane ragazzo avesse troppa voglia di infilare la mano nelle mutandine di Anna, ma lei l'aveva spiazzata con una frase ad effetto.
<Non deve certo aspettare un concerto per farlo e poi ormai c'è abituato.>
La madre rimase senza parole. E non importa se Anna si era inventata tutto.
Agli occhi della madre Anna si era tolta il vestito bianco e tutta quella roba delle favole a cui, forse, Anna non pensava nemmeno, si era tolta tutto questo, scambiandolo con pacchi di preservativi in lattex.
Il permesso fu accordato.
Anna quella sera andò al concerto.
Perse anche la verginità.
Anna e il suo ragazzo alla fine dello spettacolo andarono in un posto isolato che si trovava nelle vicinanze del locale.
Cominciarono a baciarsi, prima dolcemente, poi con più passione. Le mani di lui accarezzavano con voglia crescente i seni attraverso la stoffa, la sua bocca si spostò sul collo, poi le tolse la maglietta e cominciò a baciarle i capezzoli. Lei lo lasciò fare. Anna sentì la mano sotto la gonna, lui gli scostò leggermente le mutandine e cominciò a masturbarla
Anna era eccitata.
Gemeva dolcemente nelle orecchie di lui, le mise la mano nei pantaloni e con una voce che tentava di essere passionale gli disse <Prendimi.> Il suo cuore batteva all'impazzata, lasciandola quasi senza respiro.
Lui la penetrò, da prima con moderata delicatezza, poi con un crescendo di intensità.
Anna aveva sentito dolore
Anna aveva anche goduto.
Anna era innamorata.
Quando la settimana successiva vide scritto sulla porta del bagno della scuola, il link in cui si vedeva il filmato di lei e il suo ragazzo che scopavano in macchina, fu come se l'avessero svuotata di tutti gli organi interni e dell'anima, lasciando solo un involucro vuoto che affondava nell'oblio
Il suo ragazzo disse che era solo uno scherzo...
Sì,... solo uno scherzo.
Aveva azionato la telecamera del cellulare di nascosto e poi l'aveva messo in una posizione in cui Anna non poteva accorgersi di niente.
Due settimane dopo Anna si suicidò
Il video ora è molto raro, ma se si cerca bene sotto la voce "Giovane vergine si fa scopare in macchina", lo si può ancora trovare su internet.
Il corpo del ragazzo di Anna o meglio dell'ex ragazzo di Anna, si trovava su una sedia. Non aveva più i denti, la lingua e le unghie. Il tendine d'Achille era stato tagliato con una forbice che solitamente si usa per potare le piante, che il padre di Anna teneva nello scantinato.
Sotto la sedia una macchia di sangue si estendeva in un oceano di silenzio.
Una telecamera stava riprendendo tutto.
Anche questo video è molto raro, ma se lo cerchi bene, sotto la voce "Guida alla tortura vendicativa su un giovane ragazzo", lo trovi.
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