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Lettera ai lettori italiani

In Russia c'è un cantante, il suo nome è Malinin. In una sua canzone vengono citate queste parole "Che Dio ti salvi affinché il tuo paese non ti dia un calcio con uno stivalone." Se io sono in Italia, significa che questo è avvenuto. Ma un calcio così non l'ho ricevuto solo io...

Sì, non ho più la patria, essa è sparita persino dalla mappa geografica...

L'Italia, la terra di Michelangelo, di Leonardo da Vinci, di Petrarca e di Dante, è diventata la mia seconda madre. È a lei che io faccio il mio inchino, la mia gratitudine ed il mio affetto. È lei che mi ha dato il pane, un tetto, ed il diritto di vivere, non solo di esistere! E, soprattutto, rendo onore, accendendo un cero, alla gente semplice d'Italia, che accolse ed aiutò me e la mia famiglia con tanto cuore e tanta bontà. Non lo scorderò mai!
Infatti, è davvero merito loro, se questo libro è potuto nascere, ed in primo luogo, di un parroco e di una marchesina, abitanti di un piccolo paesino, cullato dalle montagne circostanti. Grazie a voi, di tutto cuore!

La traduzione dal russo all'italiano l'ho fatta io. E non perché lo volevo, (anzi per me è stato un autentico castigo, poiché ero già alla fine del secondo volume, e già portavo dentro di me il terzo, del peso di un elefante) ma perché... Come disse uno dei grandi, " Un genio può essere tradotto solo da un altro genio." I grandi non sbagliano, e questo io ho dovuto verificarlo a mie spese, quando ho ricevuto le prime ottanta pagine tradotte da certi traduttori...
Ma in compenso, ho scoperto la lingua italiana. Sì, perché parlare una lingua, non significa per niente, anche conoscerla! E tanto più essa svelava a me la sua maestà, tanto più me ne innamoravo. Quanta profondità, spessore, ricchezza! Italiani, siete davvero fortunati ad avere una lingua così!
Ringrazio, in particolare, la sig. ra Catia Ferri, che mi ha aiutato nelle correzioni grammaticali. Senza il suo aiuto chissà quando sarebbero cresciute le ali a questo libro...
E se qualcuno mi domanderà, perché io non ho voluto pubblicarlo in Russia, risponderò con un vecchio detto, mettendomi sulle "spalle" di questo detto:
"Tutte le vie portano a Roma", ma pure da Roma tutte le vie partono...

Con sincero affetto
Tajvi Tum.

 

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5 commenti:

  • Stanislao Mounlisky il 16/06/2015 08:48
    Rivendico il commento precedente.
  • Anonimo il 16/06/2015 08:47
    Il disfacimento dell'URSS... un evento impensabile fino a pochi anni prima che succedesse. La Storia accade e basta, per gli spettatori esterni, ma per chi la vive da dentro ha una valenza completamente differente.
    Perciò è succulenta la testimonianza di Tajvi, anche se lascia dubbi e solleva perplessità.
    Il marito è un conte russo (sarebbe interessante sapere che lavoro faceva, quando era nell'URSS), a Tajvi e alla sua famiglia la madre patria originaria, al momento del disfacimento, ha dato, a suo dire, un calcio in culo che l'ha fatta arrivare in Italia dove sono stati accoglienti e d'aiuto persone semplici ma anche un parroco e una marchesina che l'hanno favorita nella realizzazione del suo libro. È interessante questa sopravvivenza del connubio clero-nobiltà con ramificazioni internazionali, per noi che viviamo nell'Italia di Renzi, il grande riformatore.
    Chissà cosa direbbe di ciò il cane napoletano, se potesse parlare, e, soprattutto, se avesse ancora parole in serbo dopo essersi vantato a destra e manca per il fatto di avere una padrona "genio": già, perché Tajvi così scrive: "La traduzione dal russo all'italiano l'ho fatta io. E non perché lo volevo, ma perché... un genio può essere tradotto solo da un altro genio. I grandi non sbagliano..."; e aggiunge, Tajvi, "Ma in compenso, ho scoperto la lingua italiana. Sì, perché parlare una lingua, non significa per niente, anche conoscerla! "
    Su questo mi trova d'accordo, la signora "genio". Troppo ancora dovrà studiare per avere la padronanza della nostra bella lingua. Se ce l'avesse, infatti non userebbe l'indicativo al posto del congiuntivo ("non perché lo volevo" ... non perché lo volessi" ).
    Ossequi. Stan
  • Tajvi Tum il 12/06/2010 20:26
    Fammela vedere almeno sulla mappa geografica. Forse la cerco male?
  • Amorina Rojo il 12/06/2010 18:32
    Nulla si crea e nulla si distrugge... come può sparire una patria? Mi piacerebbe capire.
  • Tajvi Tum il 12/06/2010 15:10
    Apprezzo le stelline. Ma avrei gradito i coommenti. Anche non positivi.
    Anzi! Proprio i commenti "cattivi" avtrei apprezzato di più.

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