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Intreccio tra il bene e il male (quinta e ultima parte)
Questo aveva in mente Gaia e le sue preoccupazioni la portavano a cancellare uno sguardo di serenità, trasformandolo in un volto di sincera tristezza.
Nel pomeriggio aveva un appuntamento con Luca, verso le 16. 00 davanti alla fontana della piazza e così vi arrivò puntuale e carina come al solito, lui la fece aspettare un po' e quando arrivò, si sedettero qualche minuto sul bordo della fontana, che spruzzava acqua limpida, per scambiarsi qualche parola e giustificarsi del ritardo. Poi andarono a comprare un gelato e passeggiando se lo gustarono.
Nonostante la sua compagnia, la mente tornava sempre a ricordare Michele e l'amore che provava per lui, soprattutto quando notava l'anello che non si era ancora sfilata dal dito. Lui la vide pensierosa e distratta così le prese il polso tirandolo violentemente e dicendole: "Ma non lo vuoi proprio scordare, allora te lo faccio dimenticare io rubandoti questo." Detto ciò prese l'anello e lei spaventata gli disse: "Ma cosa vuoi farne?" e lui rispose: "Lo rivenderò, come ho fatto con tutte le altre cose di mia nonna." Sentendo queste parole e capendo che l'aveva imbrogliata dentro di lei si risvegliò una tigre, era un vuoto di solitudine che lentamente si trasformò in rabbia, cercò di liberarsi e scappare, ma lui era troppo forte e più forzava più diventava violento intrappolandola totalmente.
Intanto Michele, che era nell'ufficio a lavorare come al solito, si accorse che dentro di lui c'era qualcosa di strano, come se sentisse le sofferenze di Gaia in lontananza. Sospirando dolcemente, si fermò un attimo per riposarsi e quando si avvicinò alla finestra, notò subito Gaia insieme a Luca. La scena era pericolosa perché le teneva le braccia bloccate dietro la schiena e le puntava un coltello alla gola, cercando di non farsi notare e minacciandola di non rivelare a nessuno ciò che aveva saputo. Michele cercò subito di raggiungerla per aiutarla, anche se non sapeva come. Appena si avvicinò alla porta arrivarono i carabinieri (per il controllo della libertà vigilata) così ne approfittò per mostrare loro la situazione e dimostrare la sua innocenza.
I carabinieri raggiunsero la ragazza insieme a Michele e puntarono una pistola contro Luca, dicendogli di liberare la ragazza. Lui dimostrando di essere un vigliacco, sentendosi circondato, si arrese e lasciò libera Gaia, che spaventata corse in lacrime tra le braccia di Michele, dicendo: "Perdonami, come ho potuto dubitare di te, mi sei mancato e non ho mai smesso di amarti. Devo imparare ad accettare i miei errori e quelli degli altri, non può essere sempre tutto perfetto come programmato, perché la vita è una continua sorpresa." Luca fu arrestato e la condanna di Michele fu sospesa per sempre.
I giorni successivi li trascorsero insieme, uscendo spesso a divertirsi e una sera quando la accompagnò a casa, lei gli propose di fermarsi, ma lui le disse che non voleva disturbare e lei gli rispose che non disturbava perché a casa non c'era nessuno, era sola fino alla mattina.
Varcata la soglia di casa, Gaia un po'imbarazzata afferrò delicatamente le sue mani e disse: "Come vedi, siamo soli e tu me l'hai chiesto tante volte, ma non mi sentivo mai pronta, invece questa sera lo desidero con tutto il cuore." Lui le sorrise e insieme mano nella mano raggiunsero la stanza da letto. Dispersi nel buio immenso e seduti sul letto cominciarono a baciarsi prima sulla bocca, poi sul collo e così via, togliendosi lentamente gli abiti, coccolandosi e accarezzandosi delicatamente. Lei provò una sensazione stupenda ad avere contatto con il suo amore. I due corpi teneramente attaccati scoprivano qualcosa di speciale e i due cuori dolcemente uniti accesero sensazioni uniche.
Il legame era così intenso e sensuale, che lei dimenticò ogni paura e sdraiata sopra di lui petto a petto guardandolo negli occhi disse: "Oh amore, lo senti come mi batte il cuore!" E lui rispose: "Certo che lo sento sembra stia per scoppiare come il mio."
Poi si sdraiò accanto a lui e disse: "Però adesso che ho perso la verginità mi prometti che ci sposeremo al più presto." E lui rispose: "Sicuramente! E aggiunse: "Oh Gaia, sei così dolce che non ti lascerei, nemmeno un istante, da sola".
La notte d'amore finì e qualche giorno dopo, Gaia decise di affrontare quella determinata operazione, per salvarsi la vita. Lei era in sala operatoria sotto l'effetto dell'anestesia e Michele attendeva con ansia fuori. Il medico iniziò ad aprire il corpo per estrarre la pietra, che ostacolava il collegamento del cuore con il cervello. Appena la pietra, che era uno zaffiro prezioso, uscì dal suo corpo, la sala operatoria fu invasa da un bagliore di luce intensa che accecò i dottori. Gaia si svegliò dall'anestesia e vide comparire davanti a lei la signora Giusi. Le sorrise serenamente e le fece notare che non aveva più le ali e l'abito rosa, perché grazie alla pietra magica stava per tornare in vita. Gaia era contenta per lei, era giusto che ricominciasse a vivere non era ancora il momento di morire. Poi le disse che doveva restituirle l'anello, ma la signora rispose che per lei era importante. Un attimo dopo il bagliore svanì e se ne andò anche lei verso una nuova vita.
Gaia si riaddormentò e i dottori terminarono l'operazione. Quando si risvegliò, trovò accanto al letto Michele, che aveva atteso molto e con un po'di ansia. Quando s'incontrarono i loro sguardi, senza dire una parola, entrambi capirono i loro pensieri. Lui ammirando i suoi occhi luminosi e vivaci, anche se li aveva appena aperti, riuscì a capire la gioia che provava per aver eliminato un grande problema. Lei guardandolo in viso notò quanta ansia doveva aver sentito, ma anche quanta tensione era riuscito a scaricare con la luce dell'amore.
Lui le sorrise e le prese la mano portandola dolcemente vicino alla bocca e baciandola. Con questo gesto lei intravide l'anello che lui le aveva regalato e finalmente riusciva a vedere anche la pietra, con un bellissimo colore intenso, così ripensò alle parole della signora Giusi e disse a lui: "Ora so affrontare la realtà non è magnifico!"
Un mese dopo organizzarono il matrimonio e felicemente festeggiarono dopo un'importante cerimonia. Andarono a vivere poi in una villa con vista sul mare e come desideravano, non c'è due senza tre, dopo qualche giorno si accorse della piccola creatura che cresceva dentro di lei. Era il piccolo seme della vita che germogliava dai fiori dell'amore, bellissimi fiori con cinque petali come cinque sono le lettere della parola amore.
Nove mesi dopo nacque una graziosa bambina alla quale Gaia voleva assegnare il nome di Giusi ma a Michele non piaceva molto così decisero di darle un nome diverso ma con la stessa iniziale.
La bambina anche se era appena nata aveva splendidi capelli variopinti come petali di fiori sui quali si posavano delicate farfalline così decisero di chiamarla Ghirlanda.
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