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Antichrist
Drrrrrrrrrrrrrr, drrrrrrrrr, drrrrrrrrrrrrrr.
Sì, sì, sì, ma chi... a quest'ora, dove diavolo è? Ah, lì sotto, ma come cazzo ci è finito?
"Pronto, pronto, che c'è?
"Pronto commissario, mi dispiace svegliarla, ma deve venire al più presto"
"Ma chi sei, per la miseria, che ora è? Gesù , le quattro e mezza!"
"Sono Castelli, commissario, il maresciallo Cas..."
"Sì che lo so, perdiana, ch'è successo? Non è ancora giorno"
"C'è stato un omicidio, commissario, un brutto omicidio!"
"Già, perché ne conosci uno buono? Dov'è successo?
"In viale Siria, angolo via Palestina. Commissario vedesse la vittima com'è conciata!"
"Vabbè mandami una macchina, sarò pronto in dieci minuti"
"Già disposta commissario, aspettiamo lei. Intanto chiamo la scientifica e il medico legale"
"Sì, e già che ci sei anche il sostituto Iannicella"
In dieci minuti esatti siamo sul posto, non è ancora la scena del crimine perché Castelli m'informa che il delitto è avvenuto dentro un appartamento al terzo piano. Che squallore, il quartiere è dei più degradanti con spazzatura sparsa un po' dovunque dentro e fuori. Castelli mi precede, arriviamo al terzo piano. "Di qua capo, vedrà che macello"
In effetti non ha tutti i torti, c'è il cadavere di un uomo di razza bianca, di età non ben definita che giace lungo disteso con il torace squarciato dall'alto in basso e con tutte le viscere, anch'esse squartate e disseminate intorno.
Arriccio il naso, sebbene sia avvezzo alla morte e alle sue varie manifestazioni, questa mi sembra eccessiva. Aveva ragione Castelli per telefono. Osservo il cadavere, i vestiti che indossa non mi sembrano dozzinali sebbene la lama li abbia recisi insieme al corpo. Mi soffermo sul volto del morto, e mi colpisce l'assoluta mancanza di espressione, sembrerebbe non si sia nemmeno accorto di quanto gli stesse succedendo. Mi giro verso Castelli che in risposta annuisce, poi conferma<: "Era strafatto"
"sembra appena tornato da una di quelle discoteche dove s'ingozzano di tutto" affermo.
"In tasca aveva un biglietto - così dicendo estrae da una cartellina un tagliando - questo, è di una bolgia chiamata "Antichrist" un localaccio all'altro capo della città. È un vero covo demoniaco, lì si smercia di tutto e di più".
"Come ci è arrivato fin qui?" chiedo.
"E qui che abita, lo dicono i documenti, commissario!"
"Non è a questo che mi riferivo, se non si è nemmeno accorto di crepare vuol dire che non avrà nemmeno avuto la forza di attraversare tutta la città, non ti pare?"
"Ha ragione commissario, abbiamo controllato tutte le macchine parcheggiate nei pressi, nessuna gli appartiene"
"Quindi?"
"O con un passaggio o con un taxi"
"Allora manda qualcuno in quel locale, voglio sapere se qualcuno lo ha visto allontanarsi e con chi"
"Agli ordini comm... che c'è brigadiere?" dice Castelli rivolgendosi al graduato appena apparso.
"Signore - dice questo rivolgendosi a me - a mezzo isolato da qui abbiamo rinvenuto una donna in stato pietoso e tutta sporca di sangue"
"Un altro cadavere?" chiedo sospettoso.
"Nossignore, ma non sappiamo se riesce a connettere. L'appuntato Sereni, la signora Sereni, da una rapida perquisizione ha potuto appurare le sue generalità, di nome Chiara"
"Va bene scendo giù, qui non mi pare ci sia altro da fare, è tutto lavoro per la scientifica. Ah, dottore, ben arrivato, la scena è tutta sua" dico al medico legale finalmente giunto. Mi risponde con una smorfia, è sempre stato di poche parole.
Scendiamo con l'ascensore al piano terra e ci lasciamo condurre dal brigadiere. In effetti a un centinaio di metri, nei pressi di un androne scorgiamo la figura minuta di una donna tutta rannicchiata su se stessa. Come diceva il brigadiere è tutta sporca di sangue e trema convulsamente. Faccio un cenno all'appuntata Sereni che mi si avvicina e mi mette al corrente.
"L'hanno trovata due agenti che perlustravano la zona per il controllo degli autoveicoli parcheggiati. Non ha detto una sola parola, anzi non è riuscita ad articolarne nemmeno una. Da come trema pare che abbia visto il demonio."
"Uhm, può anche essere, non mi sembra che abbia avuto tanto sangue freddo da combinare il macello lì sopra, perciò deve sapere o visto qualcosa." Sto per girarmi quando un pensiero mi coglie.
"È stata lei a perquisirla? - e al suo assenso - cos'ha trovato di particolare addosso alla donna?"
"Niente di eccezionale, signor commissario, un mazzo di chiavi, una tessera d'identità, pare che abbia ventisette anni"
"E nient'altro?"
"Ah, beh, sì certo, un pacchetto iniziato di fazzolettini di carta e una tessera di una discoteca, nient'altro mi pare."
"La tessera, lì... la discoteca... è l'Antichrist?" Mi guarda stupita come fossi un Dio.
"Sì, commissario, come fa a saperlo?" la ignoro, piuttosto rivolgo tutta l'attenzione alla donna. È palesemente sotto shok. Trema come una foglia del tutto terrorizzata. Mi chino su di lei, allungo lentamente una mano per spostarle i capelli e vederla meglio in viso. Lei ha uno scatto e si rannicchia ancor di più. Le do comunque un'occhiata generale. È vestita con discrezione, dallo spacco del vestito si nota una coscia nuda senza lividi o ferite, anche le braccia, seminude, non presentano segni di violenza.
Ordino al brigadiere di salire a chiamare con urgenza il medico legale, ho bisogno di alcune conferme da parte sua. Questi arriva dopo cinque minuti. Mi chiede cosa ci sia di tanto importante. Gli indico la donna e gli chiedo di osservarla. Voglio sapere se anche dal suo punto di vista non abbia subito violenze e, soprattutto, se anche lei sia strafatta come il morto al terzo piano. Cerco un collegamento più concreto.
Al medico basta meno di un minuto per sentenziare. Non ha subito violenze e, sì, anche lei è strafatta. O meglio lo era prima, poi, dopo quanto le è successo dopo ha smaltito le pasticche. Adesso trema di terrore. Le fa un'iniezione, forse di calmante, non me ne intendo. Ciò che apprezzo è che lei in pochi minuti smette di tremare come prima e comincia a guardarsi intorno, segno di comprendere la situazione.
"Chiara?, ti chiami Chiara, vero?" lei annuisce, sospiro di sollievo, cominciare a combinare qualcosa.
"Chiara, sei stata lassù?" le chiedo indicando con il pollice la direzione della scena del delitto.
Lei ha un ultimo tremore poi scrolla più volte la testa in segno di assenso. Ancora non riesce a parlare.
"Chiara, lo hai visto...?" È la domanda chiave, attendo trepidamente.
"S... ì" mormora infine per poi scoppiare in un pianto dirotto. Comincia a sciogliersi. Mi chiedo cosa gli abbia iniettato il medico legale, qualunque sia fa effetto.
"Chiara, lo hai toccato, hai cercato di scuoterlo?
"N.. o, non l'ho toccato" afferma tra un sussulto e l'altro
"Chiara, dimmi, come ti sei sporcata di sangue, sei inciampata su di lui?"
"No - ora parla più speditamente - è stato l'altro ad aggredirmi e a farmi cadere addosso"
"L'altro?? C'era qualcun altro Chiara?" lei prima assentisce più volte poi conferma.
"Era già lì quando sono arrivata. Non l'ho visto, era nascosto. Mi ha preso per le spalle e con forza mi ha spinto su di lui. Ho gridato e urlato a più non posso mentre mi divincolavo. Sono riuscita a liberarmi e sono corsa via fin qui"
"Chiara, perché sei andata lassù?"
Lui mi aveva chiamata al telefono, mi ha detto di venire per..." Non completa la frase, scoppia di nuovo a piangere. Sono perplesso e un po' confuso. Quando l'ha chiamata? Come se mi leggesse nel pensiero lei mi allunga un telefonino "È registrata qui la telefonata" dice semplicemente.
Prendo il telefonino e guardo il medico. Anch'egli mi guarda, ha compreso come me che lì dentro dovrebbe esserci l'ora esatta del delitto. Rimane un interrogativo: chi è l'altro?
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