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Angeli e demoni (prima parte)
L'uomo arrancava barcollante per la stradina che costeggiava la scoscesa riva del fiume. Cercava di passare dall'altra parte, ma doveva forzatamente arrivare al ponte, distante ancora parecchio. La stradina, sul lato del fiume, era limitata da un alto steccato perciò l'uomo, ubriaco fradicio, non correva alcun pericolo di finire nelle torbide acque del sottostante fiume.
L'uomo, come avveniva ormai metodicamente ogni sera, era da poco uscito dalla solita osteria situata nei pressi, e per rincasare doveva compiere quel tragitto. Da anni, ormai, quella era diventata un'abitudine che terminava puntualmente, poco dopo essere passato dall'altra parte, nei pressi di una panchina non molto lontana dalla sua abitazione. Le forze, puntualmente, lo abbandonavano nello stesso punto, in qualunque stagione e con qualsiasi tempo.
L'uomo era ormai ridotto ad una puzzolente sagoma fradicia del peggior vino dell'osteria, ma a lui ciò non interessava. In un qualche modo desiderava che la morte ponesse fine alla sua depravata vita, ma non aveva il coraggio di correrle incontro. Osare tanto non era un gesto in sintonia con il suo carattere, in tutta la vita non aveva mai osato anzi, si era macchiato delle peggiori nefandezze proprio per la mancanza di coraggio. La peggiore delle quali, quella che da decenni lo aveva portato tanto in basso nella scala sociale togliendogli le residue volontà, era di una nefandezza unica. La vicenda, impressa indelebilmente nella sua mente gli aveva tolto il sonno da tantissimo tempo e ogni volta che crollava con la mente sgombra dai fumi alcolici il ricordo di quanto successo lo assaliva inesorabilmente. Rivedeva allora un essere brutale in un tardo pomeriggio che, solitario e furtivo, si aggirava tra le navate della gran chiesa e una ad una svuotava le cassette delle offerte. Ad un certo punto compariva la figura di un ragazzino di circa dodici anni che lo guardava più incuriosito che sospettoso, e tanto meno minaccioso. Egli allora si fermava e, preso dal panico, afferrava il piccolo testimone per le spalle e lo sbatteva con violenza contro una colonna della navata. L'intenzione era quella di incutere un sacro terrore al ragazzino per fargli tenere la bocca chiusa invece la violenza fu tale da fracassargli il capo. Quando se n'accorse il corpo giaceva inerte tra le sue mani, allora, quasi con ripugnanza, lo scaraventò rabbiosamente lontano da sé e, racimolato il piccolo bottino, si dileguò nella penombra dell'incipiente sera. Da allora erano passati diversi lustri e quella scena gli era rimasta impressa per sempre nella mente, ma non per questo egli aveva cambiato la sua vita. Era rimasto, infatti, lo stesso ripugnante essere di prima. Furti e violenze, violenze e furti, stranamente impuniti come il barbaro assassinio, erano stati il suo pane quotidiano per tutti gli anni successivi fino all'imbrunire, quando, seduto nella solita osteria il volto stupefatto del ragazzino lo martoriava, una forma di rimorso lo aggrediva e per soffocarla prendeva a bere smodatamente. Infine, quando l'osteria chiudeva, iniziava l'incerto e tormentato cammino e quando restava solo con la sua disperazione allora e solo allora la sua mente trovava la forza di sfogare lo strazio con un silenzioso pianto. Agognava la morte pur temendola al punto di aggrapparsi disperatamente alla vita. Voleva morire ma con le spalle al muro senza avere alcuna via d'uscita.
Quella sera l'uomo arrivato a metà del ponte sul fiume crollò per terra, sempre aggrappato terrorizzato al parapetto. La mente era più offuscata del solito e i sensi, ormai stanchi di lottare sembravano sul punto di arrendersi all'inevitabile. Dopo soli pochi secondi in quello stato due figure si materializzarono contemporaneamente nei pressi del moribondo. Uno era Fapes, demone di terzo livello in una scala di valore che andava da uno a cinque (il livello massimo) e l'altro era Zaffiro, un angelo di pari livello in una scala di simile valore.
"Fapes!!" esclama contrariato Zaffiro all'improvvisa comparsa del demone.
"Zaffiro?" esclama invece meravigliato Fapes trovandosi al cospetto dell'angelo.
"È da tempo che non ci si vede!"
"Fin troppo, sarà un'eternità. Che ci fai da queste parti?"
"Lavoro" afferma mantenendosi sul vago Zaffiro.
"C'è qualche brav'uomo che è finito giù tra i flutti?" chiede Fapes poi, vedendo che l'altro non fa una piega, rivolge lo sguardo verso il disgraziato rantolante e, costernato, chiede a Zaffiro:
"Sei qui per questo sciagurato?"
"Beh, mi ci hanno mandato" conferma quasi scusandosi Zaffiro.
"Allora ti hanno giocato uno scherzo da preti. Questo ha più peccati sul groppone delle guglie del duomo di Milano. Chi te l'ha tirato Gabriele in persona?"
"Nessuno scherzo, mi hanno dato l'indicazione esatta, mi hanno pure esortato ad affrettarmi per non farmi precedere da te.".
"Cosa?? Allora sei davvero qui per lui? Roba da pazzi! Lassù hanno preso una bella cantonata. Ma lo sai di quale orrore si macchiato questo coso qui? Appena lo porto giù come minimo lo elevano direttamente al secondo livello."
"No, tu non lo tocchi. Ho la precedenza, e non solo perché sono arrivato prima. Conosci le regole, quando ci siamo noi dovete fare un passo indietro."
"Ma che vi sta succedendo lassù? C'è in atto un'altra rivolta di cui sono all'oscuro? In tal caso gradirei sapere di chi si tratta stavolta."
"Nessuna rivolta Fapes, le cose stanno come ti ho detto."
"Ma è pazzesco! Se adesso vi mettete a raccattare anche gli infanticidi noi quaggiù di cosa ci dovremo occupare? Dei ladri di polli?" Fapes è davvero incavolato e non fa nulla per trattenersi.
"Mi dispiace, sinceramente, e non ti dico quanto, ma purtroppo questi sono gli ordini".
"Almeno vuoi spiegarmi come stanno le cose o è un segreto anche questo. Da chi è partito l'ordine?"
"Dai capi in persona. Anche loro, però, Gabriele e Michele, si sono dovuti piegare."
"Non mi dire che l'ha disposto Lui in persona? Non si è mai occupato, che io sappia, di cose terrene".
"No, Lui no ma Pietro sì"
"Ehhh! È un'idea di Pietro? Lo dovevo immaginare, non né che combina una che sia buona. Cos' ha escogitato questa volta quel gallo canterino?" Zaffiro, pur sforzandosi di non sorridere alla battuta di Fapes, tenta di dargli una spiegazione plausibile.
"Non lo so di preciso, afferma che vuole fare un esperimento".
"Già così fece quella volta e ha scatenato il putiferio. Non fosse stato per lui non ci saremmo ribellati".
"Lo so, e non immagini quanto ci sia dispiaciuto".
"Allora dimmi cosa gli passa ora per la testa. Accogliere gli assassini, mah! chissà dove andrete a finire, magari vi trasferirete tutti dabbasso un giorno. Allora fammi sentire".
"Non è così facile spiegartelo"
"E tu provaci lo stesso, tanto di tempo n'abbiamo quanto ne vogliamo, e non mi riferisco tanto a noi quanto a questo porco che la sta tirando per le lunghe.".
"Ecco, si tratta di questo: premesso che anche tu conosci la sua storia - dice indicando il morente - ha compiuto ogni nefandezza possibile fino all'infanticidio, poi non ha più vissuto come avrebbe dovuto o voluto. Ogni sera, puntualmente si è sempre pentito..."
"Ma che cazzo vai dicendo Zaffiro! Si è pentito lui? E quando di grazia, se lo abbiamo monitorato da oltre vent'anni. Mai una volta che avesse implorato pietà o che avesse gridato il suo pentimento. No, no, Zaffiro, questa proprio non la bevo. Dì quello che voi ma a Pietro qualche fusibile comincia a partire."
"Aspetta, senti il resto: anche se non ha mai implorato il perdono o gridato il suo pentimento, a Pietro è bastato il tormento quotidiano per farlo prendere in considerazione. Anzi per farlo entrare nelle attenzioni della nuova strategia che vuole porre in atto."
"E sarebbe, tutti giù le brache?"
"Ascolta, lui intimamente è pentito, noi accettiamo il suo pentimento e lo portiamo su da noi, però lo mettiamo nel regno degli infanti morti innocenti così avrà per l'eternità davanti agli occhi l'oggetto della sua nefandezza e noi saremo sicuri del suo effettivo pentimento."
"C'è qualcuno che vi rifornisce roba speciale per caso? Perché non facciamo l'inverso, voi ci mandate giù i bambini e noi ce li teniamo nel girone degli infanticidi così possono vedere come li trattiamo?"
Fapes non fa in tempo ad ascoltare la risposta di Zaffiro che il morente, con un'estrema forza di volontà, si riprende e loro devono eclissarsi.
"Questo sciagurato è più coriaceo di quanto supponiamo. Andiamo via, ma ci ritorniamo su."
"Sì, giusto, andiamo via, ma ci rivedremo presto."
"Questo è scontato!"
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