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Elyndas
"Corri, corri veloce. Scappa, non farti prendere, se ti prendono se morto, finito, il tuo mondo svanisce, corri veloce, non fermarti, nulla ti deve fermare". Era questo ciò che pensava la giovane Elyndas, appena sedicenne. Correva veloce scalza sull'erba fresca della notte dell'ultimo giorno di primavera. Sentiva l'adrenalina e al contempo la paura invaderle il corpo, doveva tornare alla base, solo lì sarebbe stata al sicuro. Sentiva il sangue scorrere sotto i suoi piedi, le sue vittime, la sua strage, sentiva gli effetti di ciò che aveva appena fatto, come ogni volta del resto; sentiva il sangue di tutte quelle persone sotto i suoi piedi mentre tentava di ritrovare l'uscita del grande giardino del palazzo dei nobili del luogo.
All'improvviso si ritrovò a terra dopo aver sbattuto contro la cancellata principale, ma da lontano sentiva le guardie arrivare più veloci che mai, sentiva i passi rapidi, sentiva le urla delle guardi che le promettevano morte certa.
Si affrettò a scavalcare il cancello, la sua incredibile magrezza ed agilità in questi casi le erano molto utili.
Corse veloce, il più velocemente possibile, per arrivare alla base della gilda.
"Ma cosa sto facendo? Ormai sono anni che faccio sempre le stesse cose: loro mi affidano le missioni e io le devo portare a termine il più velocemente possibile. E a loro non interessa se magari alla fine sono morente, devo arrangiarmi, devo fare tutto da sola, non mi concedono nemmeno un aiutante! Ma ora basta! Sono stanca di stare ai loro ordini! Non voglio essere un'assassina e sono ormai sei anni che sono un'assassina della gilda degli assassini più temuta del nostro mondo! Un Tiranno sta cercando di conquistare l'intero nostro mondo, e loro pensano solo ad affidarmi missioni che vedano come vittime persone che con il Tiranno non c'entrano nulla! Voglio andarmene da questa inutile gilda degli assassini! Si, ammetto che alcune missioni andavano bene anche a me, che alcune persone che ho ucciso le ho uccise con gusto, perché anche io le volevo morte, ma non avrei mai pensato di uccidere persone povere e che non possedevano nulla che valesse molto, che fosse una grande ricchezza, anzi, di valore possedevano solo ciò che io rubavo loro perché i capi della gilda mi avevano detto di farlo, solo i grandi tesori, l'oro e cose simili. Ma oltre a togliere loro l'oro e i loro tesori, tolgo loro anche la vita. Eccomi, sono arrivata alla base, ora prima di entrare in quel letamaio prendo un'ultima boccata di aria fresca"
Era rientrata alla base, quel posto, a suo parere puzzava di sangue, corpi in decomposizione e formaggio ammuffito, il tutto mischiato insieme. Ecco, l'unica parte che davvero le piaceva delle sue missioni era quando tornava alla base, che correva veloce, e il correre veloce, nell'atmosfera rilassata del bosco in cui era situata l'entrata della gilda sotterranea le dava un forte sentore di libertà, però appena arrivava nei pressi dell'entrata sentiva il bisogno di libertà sempre più forte dentro di lei, sentiva che quei minuti di libertà erano stati solo un'illusione, e ogni volta ci ricascava, ogni volta sentiva la libertà e poi sentiva quella stessa libertà correre via, lontano da lei. Per questo voleva fuggire; una volta ci aveva provato, mentre rientrava da una missione invece di tornare alla basse era andata in paese e aveva trovato una camera, ma i capi della gilda si erano subito accorti della sua assenza e in poco tempo l'avevano ritrovata e riportata alla base, e lì era stata punita, le era stato proibito di parlare con chiunque, l'avevano rinchiusa in una piccola stanza con una finestra in alto, per poter vedere il cielo, ma era troppo in alto, e le pareti erano troppo lisce, non poteva arrampicarsi e fuggire dalla finestra. L'avevano lasciata lì qualche giorno, poi le avevano concesso di tornare tra gli altri all'interno della gilda. Ma per più di due settimane non le affidarono missioni, poiché probabilmente avrebbe nuovamente tentato la fuga.
Ora aveva una mezza idea su come fuggire, forse sarebbe riuscita a fuggire. Bastava uccidere i capi della gilda. Ma in questo rischiava troppo, rischiava la sua stessa vita, doveva capire come fare.
All'improvviso si sentì scuotere, si girò di scatto e si accorse solo in quel momento che perdendosi nei suoi pensieri non si era accorta che uno dei membri della gilda la stava chiamando, uno dei capi a quanto pare aveva bisogno di lei.
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0 recensioni:
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- Scusa se ti faccio un'osservazione, ma... ho notato che il tuo racconto è quasi identico al libro "Le guerre del mondo emerso" di Licia Troisi.
In pratica parla di una ragazza che scappa dalla Gilda degli assassini ma poi la catturano minacciandola. Questa ragazza riceve un addestramento speciale da un suo maestro ormai defunto. Intanto nel suo mondo si svolge una guerra scatenata da una persona chiamata il Tiranno.
- Grazie Guido. Comunque sto lavorando al seguito di Elyndas, questo era solo un intro diciamo. Grazie ancora
- benvenuta sul sito Gaia
l'incipit è carino ma secondo me le tempistiche sono frenetiche. La parte migliore secondo è racchiusa nell'ultimo periodo, quello concludente.
ho letto che hai 14 anni (viva), per cui gli inizi (sul sito) sono comunque buoni.
se riesci posta altra "roba"
Guido
- Un buon inizio, piaciuta la storia!!!