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82, Washington Road (Episodio 4)
Le lampade al neon della stazione di servizio sfrigolavano e occhieggiavano, mentre un trillo come di campanello rumoreggiava ogni volta che sul quadrante della pompa un numero sostituiva l'altro. Il gestore della vecchia area di servizio al limitare della città fissava senza vergogna la grossa automobile scura ed il furgone che la seguiva, ma soprattutto gli uomini che ne erano scesi e quelli che ancora sedevano all'interno. Tra questi, Kurts restituiva lo sguardo al bifolco dalla tuta bisunta e si chiedeva quanto ci volesse per riempire un paio di serbatoi.
Dopo il lavoro svolto a Washington Road si erano fermati a cena in una tavola calda, costantemente sorvegliati dall'intera clientela quasi che fossero alieni. Rockford era una cittadina piuttosto grande, ma decisamente isolata, circondata solo da pianura brulla e montagne rocciose; niente ristoranti né distributori per centinaia di miglia. Le due soste erano state dunque necessarie, inevitabili, altrimenti Kurts non avrebbe mai indugiato così a lungo in città.
Il suo cellulare squillò, un suono ovattato e timoroso che emergeva dal taschino interno della giacca. Lo prese con due dita, quasi disgustato, e lesse sul display illuminato l'unico nome che aveva in rubrica, l'unico che lo contattava su quel numero. Schiacciò il tasto verde e rispose facendo a meno di toni interrogativi. <<Si.>>
<<Signor Kurts.>> La voce che gli parlò era come di consueto pacata eppure imponente, debole in sé ma forte dell'autorità che la adoperava. <<Ha visto il telegiornale, per caso?>>
<<No.>>
Kurts non andava oltre i monosillabi perché quelle telefonate non richiedevano mai davvero la sua opinione, erano solo comunicazioni da ricevere. La pompa trillava ancora e il gestore adesso aveva concentrato tutta la sua attenzione sulla conversazione che udiva, ma alle sue orecchie poteva ben trattarsi della moglie di Kurts che lo rimproverava per essersi scordato di comprare il pane di segale.
<<Allora non sa che uno studente del liceo di Rockford è stato trovato morto in aula, tremendamente sfigurato, come dilaniato da una bestia feroce, e che altri due studenti ed un insegnante sono spariti.>>
Le dita di Kurts strinsero forte il cellulare. <<No, non lo sapevo.>>
La voce sospirò spazientita all'altro capo del telefono. <<Beh, ora ne è al corrente, ma è già tardi. La fuga non è stata scongiurata, e qualcuno potrebbe aver visto quelle cose.>>
<<Farò quanto necessario!>> si affrettò a garantire Kurts, intuendo ciò che la voce stava per dirgli e volendolo evitare ad ogni costo.
<<Certo che lo farà, signor Kurts. E sono certo che lo farà senza errori, questa volta.>>
Kurts non aveva mai incontrato di persona il proprietario della voce. La sua squadra, ufficialmente, non esisteva e perciò non aveva alcun contatto se non per mezzo del telefono. Era certo, tuttavia, che chi gli parlava non fosse altro che il giovane segretario frustrato di chi davvero comandava, uno sbarbato appena uscito dall'università che si permetteva di irridere un pluridecorato marine come lui. Semmai lo avesse incontrato di persona gli avrebbe frantumato la faccia senza esitare.
<<Metto subito al lavoro i miei uomini>>, garantì sforzandosi di non digrignare i denti.
Una risatina giunse dall'altro capo, un suono sciocco e fastidioso. <<Oh, senza fretta, Kurts. Ormai ha tutto il tempo.>>
<<Cosa...?>>
Ora la voce si indurì e lo interruppe prima che potesse completare la domanda. <<Il Protocollo è avviato, signor Kurts, lei si limiti a rispettarlo e metta via le domande inutili. Buon lavoro.>>
Un suono allegro dal telefono gli annunciò che la comunicazione si era interrotta. Stavolta Kurts sfogò la voglia di serrare i denti e fu tentato di distruggere il cellulare. Scese dalla macchina, strappò il manicotto dalle mani del benzinaio e lo gettò al suolo mentre ancora ne sgorgava carburante. Alle proteste dell'uomo reagì con uno sguardo tanto feroce da farlo sussultare.
<<Parti!>> gridò rientrando in auto. <<Via, via!>>
Serrò entrambi i pugni fino a penetrarsi la carne con le unghie, prese a respirare affannosamente e detestò il cuore che gli batteva così forte nel petto. Odiava sentirsi in difficoltà, lo rendeva irragionevole e vulnerabile.
<<Signore?>> azzardò Ford, seduto accanto a lui, alla sua destra, e visibilmente sorpreso dal suo comportamento.
<<Sta zitto, Ford!>> ruggì Kurts. <<Maledizione, sta zitto!>>
Non era solo la rabbia per aver sbagliato qualcosa che lo innervosiva, pur essendo qualcosa che non era abituato a sopportare e che gli provocava un morso allo stomaco, bensì qualcosa di più profondo che rasentava la paura. La fuoriuscita di creature avrebbe reso la cittadina un piccolo inferno, ma le guerre che aveva combattuto lo avevano abituato al peggio; si sarebbe trattato di eliminare chiunque fosse entrato in contatto con esse, e di cancellare qualche traccia. Quel che più lo preoccupava era l'attuazione del Protocollo, perché era accaduto solo una volta prima d'ora, quando lui era ai margini del progetto e la squadra che si occupava di ripulire era un'altra; quegli uomini e il loro capo erano morti, e lui era subentrato.
Quando il progetto falliva entravano in gioco loro, il piano B; quando il piano B falliva non restava che il Protocollo, l'ultima spiaggia. Si trattava di isolare la città con la scusa di un allarme virus, manipolare l'informazione per tacere gli orrori ed evitare che chiunque potesse uscire e rivelare la verità. Nel mentre, la squadra di ripulitura doveva sistemare le cose cancellando la minaccia e, di fatto, sterminando la popolazione intera, altrimenti l'Agenzia avrebbe risolto in maniera ancora più drastica.
Kurts non batteva ciglio all'idea di dover uccidere qualunque "infetto", ma sapeva bene che lui ed i suoi non avevano molto di che proteggersi e che, se il Protocollo fosse durato più di uno o due giorni, sarebbero diventati a loro volta potenziali vittime. Per questo motivo aveva voluto lasciare la stazione di servizio in fretta e furia, perché l'unico modo per evitare una cosa del genere era disertare il Protocollo prima che la città venisse del tutto isolata.
I fari dell'automobile non riuscivano ad illuminare granché nella notte densa della pianura desertica, solo asfalto piantonato da sterpaglie. Un rombo in avvicinamento accese la curiosità degli uomini, ma non di Kurts, il quale si limitò a spronare il conducente ad andare più forte. Solo che ormai non aveva molte speranze, man mano che il rombo cresceva aumentava in lui la consapevolezza di essere prigioniero. Una fila di luci nel cielo permise di distinguere le sagome di centinaia di elicotteri che posavano al suolo enormi blocchi di cemento alti quanto i bastioni di un castello, tanti da formare una cinta insuperabile intorno a Rockford. L'automobile frenò a un quarto di miglio da quell'insolito spettacolo e Ford si lasciò sfuggire uno stridulo suono di sorpresa.
Era tardi per salvarsi, capì Kurts. Il Protocollo era cominciato.
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0 recensioni:
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- Già, infatti, Kurts ha rivelato qualcosa di sé in maniera inaspettata, e lui stesso si sente a disagio per questo... certo è strano che l'autore dica questo, ma questa serie è anche per me una continua sorpresa, direi che la leggo con voi!! Grazie Ste, sempre molto gentile e attento, mi fa piacere che ti stia coinvolgendo.

- la storia prosegue molto, ma molto bene... terzo e quarto episodio letti tutti insieme, poi se mi dici che saltare una puntata sarebbe come perdersi un episodio di Lost beh, allora vedrò di leggerli proprio tutti

Scritto come al solito benissimo e in maniera impeccabile... non credevo che Kurts si potesse arrabbiare, sembrava non avere sentimenti sino ad ora.
Al prossimo episodio!!

- Sìsì, l'ho letto, l'ho letto. Il poco tempo non mi ha permesso di commentarlo, ma l'ho letto.

Sì, guai a perdersi una puntata. Eh, Lost... ormai l'attesa è quasi finita.
- Ehilà, ciao Guido! Si, in effetti ho detto Lost tanto per dire di una serie ritmata e complessa, e poi Fringe non ho ancora iniziato a vederlo, quindi non lo cito. Lieto che ti sia piaciuto anche questo, mentre su cosa ne sarà e di chi proprio non saprei dirlo visto che sto scrivendo questa serie volta per volta; in effetti sono all'oscuro quasi quanto voi sul prosieguo!! Comunque, grazie e alla prossima puntata.

- più che di Lost, direi di Fringe

anche questo è un bel capitolo, Kurts è un bel personaggio che ti auguro diventi mito. Appena posso mi rileggo tutti gli episodi, studiare è bene, ripassare è meglio 
piaciuto!
Guido
- Abbi fede, Kurts è un duro!! Grazie dei soliti, graditissimi complimenti, ma... hai letto il terzo episodio o l'hai saltato?? Nel caso ti consiglio di recuperare, altrimenti sarebbe come perdersi un episodio di Lost(e mi vergogno per l'indegno paragone!! :nonono
Ciao, Robi!! 
- Premessa: il personaggio di Kurts mi piace già, quindi non può fare una brutta fine!
Perfetto anche questo capitolo. Bravo, Linoge!

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