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L'Oste
Poveretta! Si deve portare da sola quel sacco pesante. E poi fa freddo, sta tremando. Si stringe con la mano coperta da un guanto una sciarpa grigia, che le copre quasi tutto il viso invecchiato. Maledice chi non è andato a far spesa al posto suo, e se stessa per essersi scordata del cappello, magari avrebbe sentito meno freddo.
Adesso il passo il quale attraversa la piazza si fa più svelto e deciso, fino a raggiungere una casa. Entra, socchiude gli occhi piccoli e stanchi e sospira nel tepore rassicurante della sala. Poi cambia improvvisamente espressione, aggrotta la fronte e poggia con rabbia la sacca sopra la tavola. Punta gli occhi contro una robusta figura dalla pelle chiara e grinzosa seduta su una sedia lì vicino. Quel viso d'uomo anziano si solleva lentamente fino ad incontrare lo sguardo dell'altra << Fa' piano,>> dice << si romperanno le bottiglie così.>>
<< Non si rompe niente.>> brontola con tono deciso << Non le avevano. Vai a prenderle tu da qualche altra parte, io non esco più oggi con questo freddo.>>
L'uomo sospira e si alza, sa bene che non gli conviene contestare le parole della moglie.
<< E va bene,>> si infila la giacca lunga, nera e pesante ed impugna il bastone << allora vado io. >>
Fuori fa veramente freddo, deve dar ragione alla moglie. Si mette in cammino puntando con forza il bastone a terra ad ogni passo, contro il vento. In realtà, nonostante l'età, cammina molto bene, non ha bisogno del bastone, ma gli dà un aspetto elegante e per questo non se ne dimentica mai. Si ferma qualche secondo al centro della piazza e pensa a dove andare. Al solito negozio dove va la moglie a far spesa le bottiglie di vino sono finite, non tutte, ma solo quello che vuole lui, e a lui piace solo quello. Da quando il medico gli aveva detto che berne almeno un bicchiere al giorno gli avrebbe fatto bene, utilizza queste parole per non restarne mai senza.
Cerca nella sua memoria un altro negozio in cui andare. Si ricorda di una piccola bottega in un vicolo della città, forse lì ne hanno qualche bottiglia.
Non è mai andato lì, ma sa che il proprietario è un uomo un po' strano, lo dicono in città. Comunque sia, non se ne preoccupa molto.
Dopo poco raggiunge il negozio ed entra. Ha un aspetto molto rustico, e tuttavia caldo e accogliente.
<< Salve.>> si rivolge all'ometto panciuto, basso e stempiato che siede dietro il banco.
Questi gli risponde con un borbottio che sembra essere un saluto. Si schiarisce la voce con dei colpi di tosse e dice poi << Vuole qualcosa?>>
Nel frattempo l'altro ha già trovato cosa cercava. Indica una bottiglia in uno scaffale pieno di vino << Sì, quella bottiglia.>>
L'ometto panciuto si avvicina allo scaffale e indossando gli occhiali legge l'etichetta del vino.
<< Eh, ma di questa ce n'è rimasta soltanto una.>>
L'altro, che ha già preso dalla tasca il portafoglio, chiede << Quanto è?>>
<< Non la vendo.>>
<< E allora perché la tiene lì sullo scaffale?>>
<< Perché sennò non la vedrebbe nessuno e nessuno la chiederebbe.>>
<< Ma ha detto che non la vende.>>
<< Infatti non la vendo l'ultima rimasta.>>
Il vecchio getta uno sguardo alla faccia grossa e rossa dell'ometto. E chissà chi le ha finite lei altre..., pensa, e preferisce non ripetere ad alta voce. Dice invece << E allora, tanto sono qui, vorrà dire che ne prenderò un altra.>>
<< Ma se vuole può prendere anche quella.>>
<< Ma mi scusi signore, allora che dice? La vende o no? >>
A lui quell'uomo rosso dall'odor di vino non sembra poi così strano, gli sembra soltanto un uomo a cui piace bere troppo.
<< Non la vendo, però posso dargliela senza che mi paghi.>>
Prende la bottiglia dallo scaffale e la posa sopra la tavola.
<< È sicuro?>> chiede l'altro.
<< Sì, ma posso dargliela solo se riesce a dirmi cosa voglio sapere.>>
<< Non ho capito...>>
<< Aspetti.>> prende una brocca di vino nero e ne versa un po' in un bicchiere << Tenga, lo beva.>>
Il vecchio osserva riluttante il bicchiere, poi si decide e beve. Non ha affatto un cattivo sapore, anzi tutt'altro.
<< Cosa mi dice?>>
<< Bhè, è buono.>>
<< Nient'altro?>>
<< Non so... Cosa dovrei dire?>>
<< Cosa pensa quando beve? >>
Il vecchio osserva il bicchiere quasi vuoto, beve ancora.
<< Penso al sapore.>>
L'uomo panciuto prende un altro bicchiere, versa del vino dalla brocca e beve pure lui.
<< Sì, pure io penso al sapore. E penso anche alla fatica e all'impegno di chi lo produce. Perché c'è gente, come me, che mette passione anche in questo. Mentre c'è chi il vino lo spreca. Ha un valore pure questo. Uno o due quando si sta in compagnia a tavola e così via, per essere felici senza rimpianti. Non è un passatempo o uno scacciapensieri, ha una storia lunga e importante, ricca di valori... >>
<< Sì, ma cosa vuole dire con questo? >>
<< Che non deve bere troppo signore.>>
<< Ma io non bevo affatto troppo.>>
<< E continui così, che vivrà ancora più a lungo.>>
Il vecchio fissa la faccia rossa perplesso.
L'altro gli porge la bottiglia.
<< Tenga pure. Questo vino comunque lo produco io.>>
<< Davvero?>>
<< Sì, e quando di questo vino ne rimane una sola bottiglia in negozio... diciamo pure che la regalo, a patto che chi la prenda capisca l'impegno e la passione che ci metto io nel farlo. E non mi piace che ci sia gente così ignorante da buttare via la propria vita con questo...>>
<< Capisco cosa vuole dire.>>
E gli sorride. << Sa signore? Oggi si è appena fatto un nuovo cliente.>>
<< Ah, bene.>> ride l'altro << Ma non venga solo quando rimane l'ultima bottiglia.>>
<< No, non lo farei mai.>>
Adesso quell'uomo rosso dall'odor di vino non gli sembra più un uomo a cui piace bere troppo. Gli sembra un uomo simpatico e per nulla strano. Un uomo intelligente con il quale avrebbe passato volentieri del tempo.
Esce dalla bottega. Si rimette in cammino verso casa. Non vede l'ora di raccontare tutto alla moglie.
L'aria è ancora gelida, ed è contento che in questo giorno faccia così freddo.
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0 recensioni:
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- bello molto bello: sei molto terrena e "popolana" in questo racconto. Morale raffinata, seppur enunciata con personaggi per niente eleganti. Ma con un cuore più grande dei soldi.
Perfetto, continua a scrivere e pubblicare!
Guido
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