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Due idioti
La pausa pranzo è il momento che più aspetto quando mi capita il turno pomeridiano, soprattutto quando il mio compito è quello di sostituirmi a un semaforo che ha deciso di sconvolgere per qualche ora il già nevrotico traffico della città.
Clacson, urla, bestemmie. E io lì. In mezzo all'incrocio ad allungare braccia e braccia per regolare il transito di macchine e macchine e macchine e macchine. Ma è il mio dovere. E godo nel svolgerlo. Il senso della giustizia che papà mi ha trasmesso non è sufficiente a spiegare la mia abnegazione per questo mestiere.
Eppure stranamente il poliziotto della locale (la vecchia municipale) viene visto alla stregua di un frustrato perditempo, pronto a succhiare soldi ai "poveri" automobilisti già troppo stressati dai ritmi a cui il capufficio li sottopone.
Fortunatamente oggi il semaforo che ha peccato di anarchia si trova vicino al parco in cui sono adesso, seduto sulla panchina a mangiare il mio bel panino con prosciutto crudo, mozzarella e salsa cocktail.
Un attimo di pace.
Una giornata caldissima.
Proprio quando sto per dare l'ultimo morso alla baguette vedo con la coda nell'occhio un veicolo parcheggiato in mezzo all'aiuola principale del parco.
Scende un tipo, che comincia a guardarsi intorno consultando di tanto in tanto una cartina.
Questo è scemo.
Non mi posso nemmeno godere un'ora di pranzo. Il dovere mi chiama. Mi rimetto il cappello e con camminata decisa mi dirigo verso il corpo del reato. Man mano che mi avvicino realizzo che il tizio è uno straniero, sicuramente di un altro continente.
- Buongiorno.
- Buongiorno - mi risponde distrattamente.
- Buongiorno.
- Buongiorno.
Continua a far finta che io non esista.
- Buongiorno.
- Cosa c'è?
Lo scemo è proprio scemo. Mi conviene assecondarlo.
- Tutto bene?
- Potrei stare molto meglio. Mi sono perso, mi puoi aiutare?
Ammetto che sto diventando nervoso. Io questi stranieri non li sopporto. Soprattutto quelli come questo, che sanno parlare molto bene l'italiano ma pretendono di essere trattati come stranieri.
- Innanzitutto gradirei che mi desse del Lei.
Il tipo mi guarda come se venissi dalla Luna. Rimane in silenzio per qualche secondo.
- Ma non sei un uomo tu?
Sfioro il manganello.
Assecondo?
Non assecondo?
Assecondo?
- Vuole prendermi in giro?
Il tipo comincia a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa.
- Con chi stai parlando?
Sfioro il manganello.
- Con lei - gli dico con una smorfia di apparente insofferenza.
- Lei chi? Non vedo altri. Ci sono soltanto io.
Mi sa che ci scappa un bel test del palloncino.
- Ha bevuto?
- Un paio di bottiglie d'acqua. Il viaggio è stato lungo e fa molto più caldo di quello che mi avevano detto.
Effettivamente la targa è incomprensibile. Cirillico? Scorgo un piccolo adesivo: c'è scritto "pace". Perfetto. Questo si è fumato un albero. Maledetti "figli dei fiori".
Mi sforzo e mi riempio di santissima pazienza.
- Lei è in divieto di sosta. Inopportuno divieto di sosta. Favorisca i documenti, prego.
Il tipo ricomincia a guardarsi intorno con occhi sorpresi e spaventati.
- Io?
- No. Sua sorella - la pazienza è già andata a quel paese. Ma devo reintegrarmi, altrimenti rischio un richiamo e la contestazione per la multa.
- Impossibile, mia sorella è rimasta a casa. Sei sicuro di stare bene? - mi chiede guardandomi come se fossi un totale disadattato.
Sfioro le manette.
- I documenti prego.
- Documenti?... Ah ma certo! I documenti! Credevo non fossero obbligatori! Un attimo solo.
Entra nel veicolo, tra l'altro un modello orribile, quasi del periodo della guerra, quasi certamente sovietico. Ne esce dopo un paio di minuti. Mi porge qualcosa. Tre tessere in carattere astruso timbrati di ogni cosa.
- E questi? - gli chiedo.
- I documenti - sorride.
Ho voglia di strozzarlo.
- Ce l'ha la patente? - ormai la rabbia trasuda a ogni lettera.
- Ce l'hai tra le mani proprio adesso - continua a sorridere. Mi sta assecondando. Mi sta assecondando. Mancano venti minuti e poi tornerò a fare da semaforo. A macchine e macchine e macchine e macchine.
Non ce la faccio più.
Gli ridò tutto.
Tutto.
Gli sbraito di andarsene che se no lo sbatto in galera, una minaccia che farebbe ridere chiunque ma non questo pirla che si spaventa come un bambino di sei anni.
Questo è totalmente fuori dal mondo.
Lo caccio via, gli dico di prendere il veicolo e sparire dalla circolazione, augurandogli di incrociare una pattuglia di poliziotti e carabinieri. O di neurologi.
Senza fiatare il tipo se ne va.
Ma non finisce qui.
Chiamo la centrale.
- Centrale.
- Agente Ripla. Devo segnalare un veicolo sospetto.
- Mi dica Agente.
- Veicolo grigio, dell'ante guerra. Grigio, una forma orribile, quasi sferica, con ruote piccolissime. Credo una macchina russa, o sovietica, o come diavolo si chiamano.
- Ehm... russa, Agente Ripla - non so, mi sembra di vedere un'enorme punto di domanda sulla testa del centralinista.
- Dicevo. Il veicolo è sferico, con una piccola cupola di vetro da cui si può scorgere l'automobilista, un tizio strano, grigio anche lui, vestito in modo bislacco.
- Ehm... sì. Direzione del sospetto?
- Non saprei. È decollato verso l'alto per un centinaio di metri e poi è schizzato verso la tangenziale, credo. Secondo me sarà sufficiente seguire la scia che ha lasciato nell'aria. Oppure... non c'e l'abbiamo qualche radar in centrale?
Non mi risponde nessuno.
Mi ha messo giù?
Impossibile. Forse quel maledetto veicolo ha fatto interferenza con la trasmittente.
Provo a richiamare.
Segnale muto.
Mancano sei minuti.
Torno all'incrocio.
Mi richiameranno.
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0 recensioni:
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- grazie mille dei complimenti Vale, lieto di averti divertito
buona giornata
Guido
Anonimo il 07/07/2010 14:13
ahahahha!! geniale!! ed anche ben scritto!!
- grazie di cuore di Daniela in effetti da un po' era sparita... ora giuro di non farlo più
grazie mille dei complimenti, davvero molto graditi
Guido
Anonimo il 04/07/2010 12:32
ciao guido era da tanto che non entravo da queste parti... amo questi racconti, hai una dota naturale nel scrivere... complimenti davvero!
- Nino grazie delle puntualizzazioni, ci hai azzeccato in pieno. su Kandinskij avevo capito alla perfezione (lo amo lo amo lo amo) e ti ringrazio di cuore e anima del paragone
buonanotte
Guido
- Io faccio il possibile caro Don però ogni tanto è inevitabile rifarsi a qualche grande (direi che è anche giusto concedere un piccolo tributo) -
il tuo consiglio è ottimo e prezioso e i tuoi complimenti mi riempiono di felicità
grazie mille di cuore
Guido
- Un bel racconto, e mai rifarsi ad altri autori, continua a lavorare di tua fantasia che ne hai da vendere anche ad autori d'eccezione.
Anonimo il 01/07/2010 20:55
Piccolo chiarimento:naturalmente quando parlo di Kandinskij, il discorso sulla lexis riguarda te in rapporto alla sua pittura astrattistica... in effetti sono stato poco chiaro
Adamov e Genet sono drammaturghi dell'assurdo.
Popper, Bartlett, Durkheim fanno parte di quel 40%che sai credo
Una buona serata
- grazie Nino, commento da incorniciare, ammetto di non conoscere un buon 60% degli autori che hai nominato, rimedierò (spero)
grazie di cuore
Guido
Anonimo il 01/07/2010 19:09
E Guido... che ti devo dire? Hai una coerenza nella scrittura che invidio... siccome studio teatro in questo periodo, in certi spunti mi ricordi Adamov... in altri Genet... ma ci vedo anche Kandinskij(lexis asciutta e semplice... ma che richiede uno sforzo razionale non indifferente per intendere quello sta insito nel racconto)... Ci vedo Popper... per il motivo della fallibilità umana... ci vedo Bartlett(mi pare che i tuoi personaggi rifiutino in toto all'associazionismo!)... ci vedo Durkheim... mi pare che qui si evidenzi il declino della solidarietà ... ci vedo Tsitos regista di My sweet home... identità perdute e brandelli di comunicazione quotidiana... ma pensandoci bene ci vedo solo Guiduzzo da Milano, uno dei migliori scrittori di qst sito... bravo! continua così
- grazie mille Danilo, ottima interpretazione
Guido
- grazie Sara di cuore
Guido
Anonimo il 01/07/2010 14:38
Mi richiameranno... Geniale disambiguazione: all'ordine, oppure semplicemente chiameranno di nuovo. All'ordine: perchè una fra le tante interpretazione, vede il vigile un pazzo allucinato che vede extraterrestri lì dove invece ci sono solo extracomunitari... In effetti per i razzisti la cosa più o meno funziona così Bravo? Poco: bravo bravo bravo.
- Bravo Guido questa volta è davvero simpatico!
- ti ringrazio di cuore. Il tuo commento è davvero costruttivo e spero di farne tesoro. contenta che tu ti sia fatta un "giro" da queste parti
era proprio quello che desideravo e ti volevo dire.
grazie mille. spero ti piacciano anche gli altri, se avrai voglia di leggerli.
Guido
Anonimo il 30/06/2010 18:00
Scrivi in maniera ben proporzionata.
Dai respiro.
Il tuo racconto è molto spontaneo.
Pare che da un periodo ne nasca quello successivo e non si avverte fatica, nella stesura.
Con questo, non intendo che tu non ti sia creato il tuo progetto, prima di scrivere.
Intendo dire che non mi sembri una foglia al vento ma che hai, almeno in questo primo scritto, che leggo, uno stile molto rasserenante.
Bello.
Sabrina.
- grazie mille Paola, effettivamente il parallelo con l'Albertone nazionale è davvero spontaneo
grazie!
Guido
- Guido sei geniale!!!!
Fantastico questo vigile dedito al lavoro fino in fondo... mi viene in mente una macchietta di Alberto Sordi, Bravissimo!!!!
- grazie a tutti e tre
a Gianmarco per gli enormi complimenti
a Nunzio per l'ottima analisi parallela al racconto
a Bob per l'accostamento al magnifico Tiziano, da cui ammetto ho colto qualcosina
grazie a tutti e tre!
Guido
- se lo leggesse Sclavi sarebbe fiero di te! sempre formidabile, ciao Guido
Anonimo il 29/06/2010 09:37
Intolleranza razziale aliena. Se mai un giorno ET verrà a trovarci, sicuramente in breve tempo ci troveremo a discutere di queste cose, visto che l'imbecillità umana non ha confini. Ottimo Guido.
Ciao!
Anonimo il 28/06/2010 21:30
Strepitosa e geniale! E... povero vigile! Rischiava il camice bianco!
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