Il caldo torrido si posa sul mio letto. La stanza è una scatola rovente, un termos che mi fa da recipiente, ed io sono un liquido…denso…da conservare bollente.
Stringo tra le mani le mie tempie, intrise di sudore…grondano.
Osservo il soffitto bianco, così immacolato. Ha l’aria ingenua, chiunque potrebbe raggirarlo. Dovrei uscire, ma il letto mi tiene stretto a sé. Dovrei uscire, ma la porta mi sembra distante anni luce da qui. Vorrei che il mondo venisse a trovarmi, entrasse, aprisse lui quella porta perché non ho voglia d’andar fuori.
La noia, si accomoda placidamente al mio capezzale, neanche fossi malato, si accende una sigaretta e disegna cerchi di fumo nel vuoto, che si infrangono contro le pareti…. mi volto…non ho voglia di guardare.
L’armadio è socchiuso, sputa fuori qualche maglietta; accanto la libreria, immobile, costringe centinaia di libri a star fermi, costipati; probabilmente vorrebbero scuotersi, dimenarsi, sfogliare loro stessi le proprie pagine, per rinfrescarsi.
La sedia, nuda, non sembra soffrire il caldo. È seria, severa, quasi volesse rimproverarmi per averla abbandonata lì, trascurandola. Si sente tradita, ferita. È gelosa, perché preferisco trascorrere il mio tempo tra le lenzuola del mio letto…così sensuali, disinibite…provocanti.
La tv è spenta. Ha un aspetto inquietante. Sembra lei, ora, che guarda me. Sono io, ora, il suo programma preferito.
Il cestino mastica voracemente fogli appallottolati, uno dopo l’altro, ingordo…insaziabile…ha messo su qualche chilo ultimamente, ma sembra fregarsene.
Joey sorride, rinchiuso dentro ad un poster. Sembra ridere di me…beffardo…
Qualcuno può spegnere quel maledetto sole????.. anche solo per cinque minuti….
C’è un silenzio statico, inalterabile…mi manca l’aria.
Che ore sono?”mezzogiorno” - sussurra l’orologio. Mi alzo di scatto…oh mio dio…sono in ritardo e adess……“È domenica!!!!!!!” - grida il calendario aggrappato alla parete. Tossisce, ha l’aria stanca, dimessa: troppi giorni, troppi santi, troppi appuntamenti da tenere a mente.
Sono sveglio, finalmente. La tv non mi guarda più, i libri sono al loro posto, in attesa di essere sfogliati.
Joey sorride ancora, ma chissà per cosa.
Era tutto un sogno, o forse una visione, una splendida allucinazione. È il sabato notte, ubriaco, che ancora fa rumore.. ma lentamente si dissolve, muore tra le braccia del risveglio... nella quiete…di una domenica mattina.